Sharm: alberghi deserti, personale licenziato di Maria Corbi

Sharm: alberghi deserti, personale licenziato SULLE COSTE DEL MAR ROSSO TURISMO SOTTO ASSEDIO DELTERRORE Sharm: alberghi deserti, personale licenziato Maria Corbi Inviata a SHARM EL SHEIK Sembra di essere a fine stagione, nel villaggio Valtur di Sharm El Sheik, ma la situazione non cambia in uno dei tanti resort destinati ai vacanzieri italiani. L'acqua non zampilla più dalla fontana nel grande cortile di ingresso, i teloni coprono i tavoli dei ristoranti, al bar nessuno si affolla per prendere una bibita. Ormai nel pacchetto dei tour operator «ali inclusive», gli italiani leggono anche la possibilità di rimanere coinvolti in un attacco terroristico. Così nessuno si vede in giro in questa enorme struttura di hotel e bungalow affacciata sul Mar Rosso che contiene normalmente, (piando c'è il pienone, più di 900 persone e ora ne ospita 132. Anche al Goral Bay, creatura dell'imprenditore Preatoni, ^a situazione è chiara. Pochissimi italiani, quasi annullati gli arrivi. Ai ristoranti, in piscina, sembra di essere a Mosca. Sono i russi i chenti che non hanno dato segnali di paura in questi giorni. Al Cataract, albergo a quattro stelle, nel cuore di Naama, meta solita dei viaggiatori last minute (pacchetti da 350 euro tutto com¬ preso), i pochi rimasti dello staff giocano a biliardo e aspettano tempi migliori. Molti ragazzi, anche italiani, dell'animazione hanno fatto o stanno per fare le valigie. «Non mi era mai capitato di dover prendermi le vacanze in questo periodo», spiega una bionda hostess dell'Alpitour. Ma il fantasma che si aggira in queste ore in tutta Sharm, soprattutto dopo che il ministro del turismo Ahmed El Maghrabi, ha tranquillamente spiegato che prima dell'inizio della stagione invernale, ossia il primo novembre, non si può pensare di tornare alla normalità, è quello dei licenziamenti. Tutti a casa per mancanza di chenti. In agosto di solito c'è un overbooking degli hotel mentre secondo il ministro quest'anno occorerrà accontentarsi di metà delle presenze, al massimo il 65 per cento. E non c'è dubbio che a fame le spese saranno soprattutto i villaggi frequentati dagli italiani. La prima chiusura è stata quella della discoteca «Dolce Vita», nel deserto, meta abituale della movida notturna in trasferta dal nostro paese. Ogni venerdì «è qui la festa», ma oggi nessun pulmann solcherà le dune per scaricare ciurme di turisti in questa oasi alle spalle delle montagne. Desolazione assoluta anche nel cuore della città, nei vicoli che portano al lungomare e dove trionfano locali come «La Piadina Romagnola». Il ristorante «Portofino» è vuoto, pranzo e cena, nonostante sul menù compaia la vera bufala made in Cairo. Silvio, il proprietario, se la prende con il governo italiano che ha sconsigliato di venire in vacanza a Sharm: «Così ci fanno chiude¬ re, già centinaia di egiziani, ma anche di italiani, sono stati licenziati». Ma (piando chiedi conferma di questo ai vari vihaggi trovi un muro di gomma. Perché la parola d'ordine adesso è: «Convincere tutti che ormai Sharm è tutto normale». Ma non è facile far passare questo messaggio anche per il boss del Goral Bay, Ernesto Preatoni, che ha deciso di far le cose in grande e di organizzare a Sharm il primo agosto un congresso promosso dal comitato «Non abbandoniamo l'Egitto: restiamo a Sharm El Sheikh». Ma chi vorrà arrivare nella prima settimana di agosto quando Mubarak ha annunciato proprio qui il vertice panarabo? In pochi saranno disposti a una vacanza sotto sorveglianza speciale, con tutti i disagi del caso, tipo l'impossibilità di raggiungere in taxi e in auto l'ingresso dell'hotel. Intanto continua la triste conta di morti e dispersi. Le sei salme delle vittime italiane sono arrivate ieri sera a Roma, all'aeroporto di Ciampino. Dalla Farnesina parole rassicuranti sottintendono la chiusura del bilancio di mòrte. Anche la misteriosa fami^ia scomparsa (padre, madre e figlia tredicenne) sarebbe in salvo, anzi non sarebbe mai stata in pericolo visto che ha passato questa settimana in Tunisia. Mentre l'altro ieri alcuni giornalisti hanno rintracciato (prima della Farnesina) un altro nucleo familiare (i Dalla Valle) composto sempre da padre, madre e figlia tredicenne, inseriti nella Usta dei dispersi. Impossìbile dare, il nome dei tre ritrovati in Tunisia, spiegavano ancora ieri i funzionari dell'Unità di crisi, per la presenza in Italia di un familiare malato di cuore a cui era necessario risparmiare uno choc. Anche Gerardo Dalla Valle (ritrovato a Marsa Alam) ha una madre malata di cuore e il sindaco del paese qualche giorno fa, denunciando l'assenza della famiglia, si era raccomandato di tenerne segreto il cognome. Due famiglie unite dalle coincidenze e dall'abitudine a non telefonare mai a casa per tranquillizzare i parenti. Per la Farnesina chiuso il bilancio dei morti Le salme in Italia Risolto il giallo della famiglia scomparsa Non era in pericolo perché stava in Tunisia Rintracciato anche un altro nucleo familiare dato per disperso Una delle spiagge di Sharm deserte, dopo gli attacchi terroristici

Persone citate: Ahmed El Maghrabi, Dalla Valle, Del Mar, Dolce Vita, Ernesto Preatoni, Gerardo Dalla Valle, Mubarak, Preatoni