Il governo frena sulla tassazione delle plusvalenze

Il governo frena sulla tassazione delle plusvalenze RETTIFICATA LA PROPOSTA DELLA CASA DELLE LIBERTA' PER I GUADAGNI AZIONARI. BERSANI: SPINGERE LE RISORSE VERSO LE ATTIVITÀ' PRODUTTIVE Il governo frena sulla tassazione delle plusvalenze Vegas: pericoloso per la Borsa. Polemica sui fondi locali, slitta il Dpef Raffaello Masti ROMA Sulla tassazione delle plusvalenze di Bersa il goveme ha dovuto stoppare la fuga in avanti dei parlamentari della sua medesima maggioranza: non si può fare - ha spiegato il viceministro Giuseppe Vegas durante la discussione in Senato sul Dpef - perché «non risolve alcun problema», e quanto alla tassazione aggiuntiva delle rendite, servirebbe solo «a mettere in fuga il risparmio». Pierluigi Bersaui, economista diessino, ma anche altri nell'opposizione, hanno sottolineato il contrario, e cioè come il risparmio debba essere orientato verso le attività produttive e non verse le rendite. Ma se il Dpef ieri non è passato alla Camera, contrariamente ad ogni attesa, non è solo per questa diatriba che rimanda a scuole di pensiero assai distanti tra loro, quanto per una più generale resistenza del centrosinistra a un decreto «omnibus» nel quale la maggioranza ha inteso far transitare una serie di finanziamenti locab ritenuti «di carattere elettorale», da qui un ostruzionismo che ha fatto slittare il vote, atteso tuttavia per oggi. Il Senato invece ha votate la risoluzione di maggioranza dove si fissano, tra le altre cose, anche i termini del fabbisogno di spesa del settore statale che, per quest'anno sono al 4,7')() del Pil, diventeranno il 3,90Zo l'anno prossimo, il 2,30Zo nel 2007 e l'I,8^0 nel 2008. A tenere alto il vessillo di questo Dpef, considerato dall'opposizone «una scatola vuota», è stato il viceministro dell'Economia Giuseppe Vegas che ha tenuto un articolato intervento. L'economista di Forza Italia ha definito il Dpef «un vero e proprio patto per lo sviluppo del Paese che ha trovato nella Finanziaria dell'anno scorso e nei provvedimenti sulla compettitività i primi mattoni». Questo intendimento del governo ha però impattato in una serie di ostacob, a cominciare da una «eccessiva conflittualità sindacale» dai risvolti palesemente politici: «Bisognerebbe domandarsi - ha detto Vegas - se ciò non abbia anche provocato qualche perdita di lavoro e di competitività». Senza dire delle Regioni dalle mani bucate, artefici di un vero «sfaldamento morale», e i cui governatori «non fanno altro che proporre pobtiche che forse non sono consone né ai risparmi finanziari né allo sviluppo del paese». La matita rossa e blu del viceministro è andata a sottolineare soprattutto le spese sanitarie e quelle di rappresentanza, già oggetto di furiose polemiche nei giorni socrsi. Vegas ha anche parlato dell'importanza di una riduzione fiscale graduale sia per le imprese che per le famiglie ma non ha potuto accogliere l'istanza di alcune componenti della maggoranza (Lega e An) per l'introduzione di un «quo- ziente familiare» perché queste comporterebbe una forte riduzione del gettito. Venendo alla controversia su su plusvalenze e rendite, Vegas ha ricordato che «elevare la tassazione di alcune rendite finanziarie può provocare una fuga dei risparmiatori» mentre eliminare la detassazione delle plusvalenze, introdotta per alcuni casi specifici «non risolve certo i problemi». Su questo punto gli ha risposto il responsabile economicddei ds. Pierluigi Bersani: «Se si dà sfiducia alla rendita senza dare fiducia alla produzione, la ruota non gira nel verso giusto e ci può essere la fuga di tutti e il disimpegno. Al contrario, se si dà un colpo alla rendita anche sul piano fiscale, ma si fa un'operazione forte sulle prospettive della produzione, non è detto che i capitali vadano via». Quanto ai rilievi messi alle Regioni, la replica è toccata a Vasco Errani, presidente della conferenza delle Regioni. «Quelle del viceministro Vegas sono affermazioni che dimostrano come si continui a praticare quelle sport dello scaricabarile che ci ha portato a risultati purtroppo tanto negativi per l'economia, per la finanza pubDlica e per le istituzioni. Aggiungo che sono anni, non settimane, che le Regioni chiedono un confronte di merito per condividere le scelte strategiche per il Paese, trovandosi di fronte ad un muro di gomma fatte di annunci mai concretizzati, come Vegas sa bene». Altri settori dell'opposizione non sono stati più miti, e la definizione più ricorrente applicata al Dpef è quella di «scatola vuota». La pensano cosi il senatore dei verdi. Natale Ripamonti, e il presidente dei senatori delTUdeur, Nicodemo Filippelli, mentre per il ds Enrico Morando «nel dpef del governo c'è decritto tutto il fallimento delle politiche del centrodestra dal 2001 a oggi».

Luoghi citati: Roma