Berlusconi invita tutti alla calma «Non facciamo regali alla sinistra»

Berlusconi invita tutti alla calma «Non facciamo regali alla sinistra» IMBARAZZI E CALCOLI POLITICI NELL'ESECUTIVO DOPO IL TERREMOTO CHE HA SCOSSO VIA NAZIONALE Berlusconi invita tutti alla calma «Non facciamo regali alla sinistra» Il premier ferma Siniscalco che avrebbe voluto convocare subito il Cicr Tremonti tira in ballo la credibilità e suggerisce un cambio della guardia retroscena Augusto Minzolìni ROMA LUI, Antonio Fazio, il bersaglio del momento, riceve ora dopo ora nel suo studio di palazzo Koch gli amici dì cui si fida, quelli dei tempi difficili come nei giorni dello scandalo Pannalat. Prima l'ex-capo dello Stato Francesco Cossiga, poi il senatore Luigi Grillo e tanti altri ancora. Quelli che invece non possono raggiungerlo sono attenti a faigli telefonate di solidarietà. Malgrado sia stata proprio una telefonata, quella con il presidente della Bpi Giuseppe Fiorani, a metterlo nei guai, il «cellulare» o il «fisso» del Governatore squillano in continuazione. Il più presente, al solito, è il ministro dell'Agricoltura, Gianni Alemanno. Già, gli amici, ^elle istituzioni e nella politica, , non gli mancano e quando il Governatore finisce in mezzo ad una tempesta si trasformano automaticamente in un «partito» in suo favore. Per questo il personaggio appare sicuro di sé: «Dimettermi? Non ci penso proprio - ripete -. E perchè, poi? Io ho sempre tenuto un comportamento corretto. Né qualcuno mi ha chiesto di lasciare il mio posto. Anche da Palazzo Chigi mi sono arrivate telefonate di solidarietà». Una di quelle telefonate è partita dallo studio del sottosegretario alla Presidenza del consigho Gianni Letta. Questo non significa che l'intero condominio di Palazzo rhìgi sia d'accordo. Anzi. L'amministratore, Silvio Berlusconi, ha avuto a che fare per tutta la giornata di ieri con i giudizi diversi che gh inquilini del palazzo hanno maturato sul nuovo «caso Fazio». Il premier è stato tirato per la giacca da una parte e dall'altra da avversari ed estimatori del Governatore. Naturalmente il Cavaliere non si è sbilanciato e ha assunto la posizione che predilige, quella di restare in mezzo. Prima ha richiamato alla calma il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, che voleva convocare subito il Governatore al Comitato per il Credito e il Risparmio (Cicr) per chiedeigh spiegazioni. Quindi il premier ha tenuto testa ad uno dei suoi «vice», Giulio Tremonti, che all'epoca in cui occupava la scrivanìa dì Quintino Sella ha sempre nutrito una spiccata antipatia per il padrone di casa di Palazzo Koch. «È un problema «rosso - ha esordito Tremonti -. La credibilità internazionale di Bankitalia sta precipitando verso lo zero. Dobbiamo fare una scelta: o prendiamo le distanze; oppure stiamo fermi, ma rischiamo di perdere la faccia anche noi. Io sono del parere che il governo debba assumere un'iniziativa pohtica il prima possibile». Un'implìcita richiesta dì «dimissioni» che Berlusconi, nei panni dell'avvocato del diavolo, ha lasciato cadere rifugiandosi nel suo tradizionale «pragmatismo»: «Calma e gesso. Non dobbiamo prendere iniziative perchè non voghe fare un regalo a nessuno». D «regalo» che il Cavaliere vuole evitare è quello che ha fatto capolino in un colloquio con un altro inquilino dì Palazzo Chigi, il ministro per le politiche comunitarie, Giorgio La Malfa. Quest'ultimo, dopo aver sparato contro il Governatore sullo scandalo Parmalat, da qualche mese è finito nel ristretto club di personaggi che hanno un posto fisso nelle colazioni della foresteria di Palazzo Koch. Con la Malfa, proprio per restare nel mezzo, il Cavaliere si è mostrato più (dreddo» verso Fazio: «Caro Giorgio - è stata la sua premessa - io a Fazio voghe bene ma in questa occasione è difficile difenderlo». Di fronte a queUe parole il ministro si è gettato in un'appassionata difesa del Governatore e in un durissimo j'accuse nei confronti dei suoi avversari. «Se ne chiedessimo le dimissioni - ha spiegato - ci dimostreremmo dei pazzi. È 1 unico alleato che abbiamo in questo momento. L'altro giorno ha detto che nella nostra economia ci sono segnah di ripresa. Che cosa facciamo, lo mandiamo via, eppoi ci ritroviamo Governatore un amico del centro-sinistra come Padoa Schioppa e consegnamo Bankitalia a gente come Fabrizio Barca? Solo gh stupidi possono chiedere le dimissioni di Fazio. Mi dicono che Tremonti è di questo parere ma lui ha altri amid. Mesi fa lo hanno visto entrare a palazzo Minghetti, sede di Capitalia, per andare a trovare Geronzi. Gh ho chiesto: "Cosa ci sei andato a fare?'. Lui mi ha risposto: 'Ci sono andato solo nel ruolo dì avvocato". È evidente che un dipendente dì Geronzi in questo momento non può difendere Fazio. Insomma, far fuori Fazio e lasciare Bankitalia in mano alla sinistra è un'operazione che possono fare solo i cretini o i venduti). Appunto, quando la posta in gioco è alta U gioco si allarga. E1'«affaire» Fazio diventa un grande partita di potere dove sono ammessi anche i colpi proibiti. Il leghista Maroni difende Fazio? Ebbene, a stretto giro di posta, Francesco Rutelli manda in campo un deputato della Margherita, Andrea Annunziata, per accostare il ministro del Welfare al finanziere Stefano Ricucci e ricordare come Credieuronord, la cosidetta Banca della Lega, sia stata salvata da Fiorani. Ed ancora, il coordinatore dì Forza Italia, Sandro Bondi, parla di «veleni» contro il governatore, mentre il suo «vice», Fabrizio Cicchitto, è sicuro che l'intervento della magistratura nelle operazioni di mercato sull'Antonveneta sia «guidato»: «Il mercato a quanto pare non conta. L'Unipol è riuscita nelle sue operazioni solo per le protezioni politiche di cui gode». In sintesi: scendono in campo per difendere Fazio. Ovviamente, in partite cosi complesse gh schieramenti sono trasversah. Se Bertinotti spara sui giudici, i vertici ds chiedono le dimissioni del governatore. Se il forzista Guido Crosetto vede nell'attacco contro Fazio una matrice pohtica, il responsabile economico dì Fi, Gaserò, amico dì Tremonti non ha dubbi: «Se fossi nei panni di Fazio, per continuare a guardarmi allo specchio mi dimetterei. La telefonata a mezzanotte, il bacio...è una questione di stile. Poi certo c'è anche chi ne approfitta. H regista della campagna contro di lui è il suo ex-amico Geronzi che non perdona a Fazio l'affronto di aveigh preferito il fidanzato della figlia, appunto, Fiorani». E Berlusconi? Il Cavaliere seguirà le regole dì ima partita di potere per cui alla fine farà quello che gli conviene: terrà Fazio al suo posto non fosse altro perchè Prodi ne chiede le dimissiom. Il Cavaliere: «Gli voglio bene anche se in questo momento è difficile da difendere» Ma pensa di proteggerlo perché Prodi gli è contro La Malfa: mandiamolo via e finiremo per trovarci un amico del centrosinistra come Padoa-Schioppa E' una richiesta da stupidi Il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco con il premier Silvio Berlusconi

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