Gara per il trapianto di faccia di Maurizio Molinari

Gara per il trapianto di faccia RESTANO PROBLEMI Dl RIGETTO E ANCHE ETICI: «QUANTO ASSOMIGLIERÀ' IL NUOVO VOLTO A QUELLO DEL DONATORE?» Gara per il trapianto di faccia Due cliniche americane: pronti a eseguirlo Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Nessuno ha mai provato a trapiantare una faccia ma due cliniche americane sono in gara per riuscirci. In lizza vi sono la Cleveland Clinic, in Ohio, ed il centro trapianti deU'Università di LouisvUle, in Kentucky. In entrambi i casi la notizia viene dal fatto che la decisione è stata presa. A Cleveland si deve a Maria Siemionow, cinquantenne titolare del dipartimento di ricerca di chirurgia plastica, appassionata di fotografia e coUezionista di ritratti. Nata in Polonia, laureatasi in medicina a Poznan ed emigrata in Finlandia dove iniziò a praticare a Helsinki durante la Guerra Fredda, Maria Siemionow lavora da molti anni negh Stati Uniti ed ha fatto sapere attraverso le colonne del «Chicago Tribune» di aver ricevuto lo scorso autunno dai titolari sanitari deUa Cleveland Clinic lo storico via libera a tentare U trapianto che finora nessuno ha osato fare. «Non si tratta di vanità personale né di voler conquistare premi e onori - ha detto spiegando il suo approccio aUa sfida medica - ma di voler aiutare le persone che hanno bisogno di un trapianto di faccia, si tratta di esseri umani isolati e disperati, i medici sono parte integrante deUa vita dei pazienti e credo neUa medicina come pratica umanistica». La certezza di poter riuscire viene da anni di ricerca in laboratorio su animali - a cominciare dai topi - anche se lei stessa ammette che «non tutti i problemi sono risolti, a cominciare dal rischio di rigetto post-operatorio» dovuto all'estrema complessità del volto. «Maria Siemionow è incredibUmente umile e intemazionalmente rispettata - dice Scott Levin, responsabUe di chirurgia deUa ricostruzione del Medicai Center deUa Duke University ed ha una grande carica morale che le viene dal fatto che vuole davvero aiutare questo tipo di pazienti». Pur essendo la Cleveland Cli- nic l'unica istituzione medica americana ad aver formalizzato l'autorizzazione al trapianto facciale, Siemionow afferma di non avere ancora un paziente mentre il suo diretto concorrente, nientemeno che uno dei suoi maestri, ovvero il chirurgo John Baker deU'Università di LouisviUe, assicura di avere a disposizione già dieci richieste. Baker conquistò fama e onori nel 1999, quando divenne il primo a realizzare un trapianto di mano negh Stati Uniti: un'operazione ripetuta da aUora una ventina di volte ed U cui studio ha aiutato la Siemionow a prepararsi aUa nuova sfida. Ma Barker è convìnto che riuscirà ancora una volta ad essere lui a tagliare per primo U traguardo. «I dieci pazienti sui quali aspetto di ricevere l'autorizzazione per eseguire il trapianto - ha spiegato ad un quotidiano dell'Ohio sono stati tutti danneggiati da terrìbili ustioni; si tratta di esseri umani che io stesso ho difficoltà a guardare in volto». Anche lui tuttavia ammette, proprio come Siemionow, di non avere ancora la certezza assoluta di poter riuscire ad evitare i problemi di rigetto. Qualcos'altro accomuna i due sfidanti: entrambi sanno che il trapianto potrà avvenire solo grazie al cranio di una persona deceduta e che quindi anche se la sostituzione dovesse perfettamente riuscire questo porrebbe dei notevoli problemi etici perché il paziente finirebbe per avere un volto con almeno qualche caratteristica simile a quello del morto. Basta tuttavia l'ipotesi di essere alle soglie del nuovo traguardo deUa medicina a far discutere la comunità scientifica. Un interrogativo, fra gh altri: chi davvero potrà permettersi un trapianto che dopo l'operazione comporterà cure dal costo di almeno mille dollari al mese? UN INTERVENTO SENZA PRECEDENTi LA PREPARAZIONE T. Il candidato è un individuo con un viso gravemente ustionato: dovrà essere disposto ad assumere farmaci antirìgetto per tutta la vita 2.1 chirurghi rimuòvono la pèlle danneggiata, mentre muscofi e nervi vengono salvati L'OPERAZIONE. I chirurghi sistemano la pelle: occhi, naso e bocca sono i punti particolarmente delicati. Poi si interviene su nervi, muscoli e vasi sanguigni. II tutto può superare le 15 ore Nervi e vasi sanguigni richiedono un intervento parallelo di microchirurgia al microscopio IL VISO DEL DONATORE 1. Si seleziona un individuo compatibile. La pelle della faccia dev'essere espiantata entro 6-8 ore dalla morte 2. Si effettua la rimozione con i nervi e i vasi sanguigni, distendendo la pelle come se fosse una superficie piatta IL NUOVO VOLTO Il nuovo tessuto garantisce Un aspetto molto vicino a quello naturale. Le aree di sutura e le cicatrici dovrebbero sparire in circa 2 settimane

Persone citate: Baker, Barker, John Baker, Maria Siemionow, Scott Levin