Giustizia, da Ciampi via libera alla riforma
Giustizia, da Ciampi via libera alla riforma SETTE MESI FA IL QUIRINALE L'AVEVA RINVIATA ALLE CAMERE. CASTELLI: «NIENTE OSTRUZIONISMO DALLE TOGHE» Giustizia, da Ciampi via libera alla riforma Pierluigi Franz ROMA Dopo 64 anni la riforma della giustizia è legge dello Stato. Il Presidente deUa Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che sette mesi fa aveva già rinviato il provvedimento aUe Camere, ha firmato ieri U documento di 40 pagine definitivamente approvato il 20 luglio a Montecitorio con U voto di fiducia del governo Berlusconi. La nuova normativa suU'ordinamento giudiziario, che sostituisce queUa del 1941, diverrà però operativa solo il giorno dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e la successiva approvazione dei decreti delegati che dovranno essere varati entro un anno a Palazzo Chigi (sembra, comunque, che siano già quasi tutti pronti). Negli ambienti del Quirinale si è appreso ieri che, mentre la firma di Ciampi era praticamente un atto dovuto in base aU'articolo 74 deUa Costituzione che non prevede un secondo rinvio degh atti al Parlamento da parte del Capo dello Stato, il Presidente della Repubbhca nutrirebbe, invece, perplessità suUa legittimità della cosiddetta legge CirieUi sui nuovi termini di prescrizione dei reati approvata ieri con modifiche al Senato e che tornerà ora alla Camera. Intanto U ministro deUa Giustizia Roberto Castelli, dopo aver affermato che la promulgazione da parte del Capo dello l-nato ha posto fine ad una partita sofferta e controversa, ha lanciato un appello al Csm e ai magistrati italiani affinché coUaborino ad attuare la riforma «senza cedere a tentazioni di ostruzionismo che qualcuno potrebbe essere tentato di mettere in atto per cercare di dimostrare che la legge non funziona». Nonostante la sua richiesta di tregua o, almeno, di armistizio, si annuncia battaglia sul discusso provvedimento. A Castelli hanno infatti replicato magistrati in servizio ed ex magistrati. Il vicepresidente dell'Anm Carlo Pucci ritiene che «la partita non è finita; il Csm dovrà fronteggiare i danni immediati deUa riiorma e bandire di nuovo i concorsi. La legge crea un sistema che non può funzionare». Per l'onorevole Antonio Di Pietro «la riforma deve ancora passare al vaghe deUa Corte Costituzionale, che analizzerà anche ì ricorsi che la magistratura proporrà». Appare chiaro come la rifor¬ ma, sostenuta dal centrodestra, venga, invece, giudicata «inopportuna e illegittima» non solo dal centrosinistra, ma da ima larga parte dei magistrati, degh avvocati penalisti (che sciopereranno a settembre) e dei cronisti giudiziari che hanno annunciato lo stato di abitazione. E' quindi probabile che subito dopo la pausa estiva, che si concluderà il 15 settembre prossimo, il Tar del Lazio sia investito da ima raffica di ricorsi dei giudici esclusi dalle promozioni in carriera per effetto dei nuovi limiti massimi di età ora fissati dalla nuova legge - addirittura con effetto retroattivo sui concorsi già aperti per i posti vacanti da tempo - per poter accedere ad importanti incarichi rispettivamente in 66 anni (presidenti di tribunaU e corti d'appeUo, p.m. e p.g.) e in 68 anni (presidenti o Pg di Cassazione). Il più noto è u caso del Pg di Torino Giancarlo Caselli che, avendo da poco compiuto 66 anni, viene automaticamente escluso daUa possibilità di diventare U Procuratore antimafia al posto di Piero Luigi Vigna. Per l'alto incarico avrà via libera il sessantenne Procuratore capo di Palermo Pietro Grasso, la cui partenza innescherà una serie di sostituzioni a catena neUa Procura del capoluogo sicUiano. Insomma anche dopo la firma di Ciampi per la riforma deUa giustizia non sembra esserci pace. I riflettori si sposteranno ora sulla Consulta. Esclusi dagli incarichi direttivi i magistrati dopo i 66 anni: la norma blocca Caselli per la procura antimafia Ma è paralisi al Csm Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
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