,Pioggia di tagli nelle aziende «per crescere ancora» di M. Mei.

,Pioggia di tagli nelle aziende «per crescere ancora» OLTRE 35 MILA LICENZIAMENTI ANNUNCIATI IN SOLI SETTE GIORNI. OBIETTIV, AUMENTARE LA REDDITIVITÀ ,Pioggia di tagli nelle aziende «per crescere ancora» analisi dal corrispondente da NEW YORK OLTRE trentamilacinquecento posti di lavoro cancellati in sette giorni sono un saldo negativo per l'occupazione da crisi profonda, ma a Wall Street l'opinione prevalente indica la ragione dei tagli nei frutti della crescita, ovvero la volontà delle aziende di incrementare i profitti abbassando i costi per far fronte alla sfida della competizione a livello globale. La pruna ad annunciare la riduzione di impiegati è stata EastmanKodak, con un taglio di diecimila posti, poi è seguita HewlettPackard con 14,500 e quindi Kimberly-Clark con seimila ovvero un decimo della propria forza lavoro, fino a Ford che ha preannunciato nuove riduzioni dopo i 1700 posti già tagliati il 21 giugno nell'ambito di una ristrutturazione delle attività in Nord America. Le indiscrezioni trapelate nel caso della Ford semrano preannuncare un terremoto di ben altre dimensioni: il taglio di almeno un terzo del personale amministrativo nello spazio di pochi anni, una riduzione di 10.500 dipendenti su 35 mila. Se in giugno le aziende americane avevano annunciato piani per tagliare complessivamente 110,996 posti - la quota più alta registrata negli ultimi 17 mesi l'inizio di luglio lascia intendere che la tendenza potrebbe ulteriormente accelerare. Un'indagine svolta dal mensile «Challenger» sulla riduzione del lavoro attesta che nei primi sei mesi dell'anno 538,274 americani hanno perso il posto ed il Dipartimento del Lavoro ha confermato che il numero di cittadini che ha chiesto nuovi sussidi di disoccupazione è balzato da 34 mila a ben 303 mila. Ma l'opinione prevalente fra gli analisti di Wall Street è che la crescita dell'economia non sia affatto a rischio. «Stiamo assistendo non ad un fenomeno di portata nazionale spiega Steve Hanke, economista della Johns Hopkins Univereity ed ex cnsigliere della Casa Bianca ai tempi onaeagan - ma aecsonsìngole aziende che, ognuna per un diflerente motivo, voghono diminuire i costi della manodopera per aumentare i margini di profìtto, lo stesso Alan Greenspan ha illustrato questo processo pochi giorni fa». «Forse è presto per dirlo - aggiunge John Carpenter, analista del mercatodilavoroper una società finanziaria di Chicago - ma credo che questi tagli rientrino in un ciclo dell'economia perché usciamo da un anno di ripresa molto forte che ha visto la creazione di due milioni di posti di lavoro con la diminuzione della disoccupazione al 5 per cento e quindi i prossimi sei mesi potrebbero essere duri». Nel caso di Kodak, ad esempio, l'annuncio dei tagli è seguito ad terzo trimestre di seguito di perdite di bilancio. La trasformazione del mercato della fotografìa, con il tramonto delle vecchie pellicole e l'avvento delle macchine digitali, si fa sentire ed il nuovo amministratore delegato, Antonio Perez, non ha avuto difficoltà ad ammettere che «per cessare di sanguinare bisogna tagliare» fino a raggiungere entro metà del 2007 un numero compessvopenenneore ai 50 mila ovvero un terzo di quanto era nel 1988. Non molto dissimile la situazione in cui versa HewlettPackard, i cui computer e le cui stampanti devono fare i conti con i costi delle innovazioni tecnologiche. «Alcune imprese più di altre commenta Pete Sperling, docente di finanza alla scuola di economia della Yeshiva University di New York sentono maggiormente il peso della competizione globale e quindi dei costi da sostenere per innovazione e ricerca, ma non hanno alternativa, per andare avanti devono ridurre i costi». Ciò che conta in molti casi è «il cambio di mentalità dei manager - aggiunge Sperling riferendosi al caso di Kodak - perché quelli di nuova generazione si muovono in maniera più efficace nel mercato globale». A confermare la tesi che le riduzioni hanno ragioni diverse e specifiche per ogni azienda c'è il fatto che nel caso della Ford si tratta della riduzione della quota di mercato, scesa nel secondo trimestre al 18,2 per cento rispetto al 19,7 dello stesso periodo dell'anno precedente. [m. mei.]

Persone citate: Alan Greenspan, Antonio Perez, John Carpenter, Johns Hopkins, Pete Sperling, Steve Hanke

Luoghi citati: Chicago, New York, Nord America