Rodeo in pista di Enrico Biondi

Rodeo in pista GRAN PREMIO D'INGHILTERRA BIAGGI FUORI QUASI SUBITO. CAPIROSSI SESTO Rodeo in pista Rossi trionfa anche sotto l'acquazzone Enrico Biondi inviato a DONINGTON Devastante. È il primo aggettivo che ci viene in mente dopo aver visto l'ennesimo capolavoro di Valentino Rossi (7 vittorie in 9 gare) nella piscina di Donington. Una gara semplicemente perfetta consacrata da quell'ultimo giro, ritto sulle pedane, a mimare un suonatore di violino. Che non vuol dire, come molti hanno pensato di intendere, «Li ho suonati tutti un'altra volta», ma molto più semphcemente un riconoscimento a se stesso e alla magnifica recita domenicale. Come spesso gli succede da qualche tempo a questa parte, Valentino è partito malissimo finendo risucchiato a metà gruppo dopo appena un paio di curve. Proprio quando poteva farsi difficile, ecco che si autoelimina in meno di un giro e mezzo tutto lo squadrone della Honda Hrc, prima con Biaggi e poi con Hayden. Quindi, due giri dopo, anche il team Gresini, per non essere da meno, finisce ko. Melandri scivola e manda al tappeto pure l'incolpevole Bayliss, poi anche Gibernau, che era partito benissimo e stava tranquillamente in testa, si fa fregare da una pozzanghera assassina. Baciato in questo modo dalla fortuna, Valentino ha pensato bene di mettersi alle spalle dello scafista di turno, il brasiliano Alex Barros, 250 Gp in carriera, veterano della guida sull'acqua. I due, accompagnati da Kenny Hoberts con la rinata Suzuki e da Colin Edwards, (compagno di Valentino), deciso a ripetere l'exploit di Laguna Seca di 15 giorni orsono, hanno formato un quartetto che ha riscaldato gli animi dei 95 mila infreddoliti spettatori che nonostante il diluvio, non si.sono staccati dalle tribune. Valentino rischiava di cadere almeno quattro volte, Barros un paio, Robert.s era il più.,;. tranquillo mentre' Edwàrds, non resistendo allo stress, piano piano si staccava. Quando tutti ormai pensavano che si sarebbe assistito a un arrivo in volata, ecco che lo squalo, terminati i suoi cerchi concentrici sulle prede, affonda il colpo^che annienta ogni reiscenza. È il 220 giro quando inizia lo show personale del «dottore»: passa al comando e allunga curva dopo curva, pozzanghera dopo pozzanghera. A ogni rilevamento il suo divario aumenta. Prima se ne accorge solo il cronometro, poi lo si vede anche a occhio nudo fino a quando, tre giri più tardi, il ritardo degli inseguitori diventa un abisso: 8"5 guadagnati in soli tre giri. Ormai sazio, nelle ultime tornate lo Squalo ha tirato i remi in barca (è il caso di dirlo), per chiudere appunto sulle peda- ne con un assolo di violino. Che il campionato ormai riguardi solo i secondi è cosa nota: Valentino ha ora 104 punti su Melandri (praticamente il doppio) 105 su Edwards e 111 su Biaggi. Ha in pratica 4 Gran Irjìmi di vantaggio e potrebb#?chiudere il coìito nel Gp della Malesia, Paese che lui adora e che lo ha già visto trionfare negli anni passati. Degli altri c'è poco da dire, se non che Biaggi e Hayden hanno dato un calcio alla gara e (forse) al loro futuro, che Melandri in due sole gare (Laguna Seca e Donington) ha buttato via una dote di punti eccezionale, che Gibemau continua nel suo momento-no mentre la Ducati, grazie all'acqua, limitaci danni (Checa 5" e Capirossi 6") e che anche il povero Rolfo, frenato dalle gomme Dunlop, chiude con un 10" posto finale che, se non altro, fa morale e un po' di classifica. Per tutti l'appuntamento con Lo Squalo è tra sette giorni, in Germania, su una pista che Valentino detesta. Signori piloti, datevi da fare. Classifica inutile, resta solo la caccia ai record li pesarese ha ì 04 punti su Meiandri secondo é1^5:pÌÙidÌ|dwarC^ TroyBaylisscadeneltentativod i evitare Melandri appena scivolato sul bagnato (la sua moto si vede sullo sfondo)

Luoghi citati: Germania, Inghilterra, Malesia, Meiandri