Altra vittima italiana, disperse due sorelle di Pierangelo Sapegno

Altra vittima italiana, disperse due sorelle LE CIFRE SALGONO E SCENDONO NEL GIRO DI POCHE ORE E TUTTI SI RIMPALLANO LE RESPONSABILITÀ Altra vittima italiana, disperse due sorelle Identificata la moglie di Conti. Timori sulla sorte dei due familiari Pierangelo Sapegno inviato a SHARM EL SHEIKH Basta vedere quel che succede con i numeri per capire che in questa confusione qualche brutta notizia può ancora arrivare. I morti ieri sono passati in un solo giorno da 90 a 63, e poi di nuovo a 80, 88, e adesso chissà quanti sono e se sono scesi di nuovo o risaliti. Anche per i dispersi italiani l'incertezza è la stessa e l'altalena pure. Al mattino, all'ora della sveglia, erano cinque. A mezzogiorno erano diventati tre, come affermavano con categorica decisione il generale Hassan Akel e il capitano Ashmuf, timbrando fogli e spostando scartoffie nell'ufficio del, comando di Polizia: «Due. ragazze comprese nell'elenco sono state ritrovate. Le hanno fatte ricoverare all'ospedale intemazionale». Lì, però, non ce n'era traccia. In compenso, due ore dopo, i dispersi scendevano ancora, ma sojo perché uno di loro era stato riconosciuto tra i morti. L'informazione a quel punto era: due italiani morti e due dispersi. Fino alle quattro del pomeriggio. Quando i dispersi hanno cominciato a risalire. Di nuovo cinque: Daniela Maiorana, la moglie di Sebastiano Conti - l'unica morte accertata all'inizio -, Giovanni Conti e la sua amica Rita Privitera. Più le due sorelle Paola e Daniela Bastianutti, da Matino, Puglia. Alle 18 erano diventati sette, perché qualcuno avrebbe pensato di aggiungere altre due ragazze di Roma. Conferme nessuna. E infine la notizia del riconoscimento del corpo di Daniela Maiorana. Dalla polizia smentite confuse di un capitano che aveva altro da fare, «scusate, ma ci sono degli interrogatori in corso». E se uno gli chiedeva quanti fossero i dispersi, rispondeva con tutta la pazienza che trovava: «Sono otto?». Glielo chiediamo noi. «Non ci risulta». E per cpielli che insistevano, ma quanti?, a dica quanti sicuri, allargava le braccia, «è difficile», e poi ci sono gli interrogatori, e i morti accertati sono 55, e non si può dar per morta una persona viva. Verissimo. Restiamo a quattro dispersi, per prudenza. Senza troppe speranze. Solo che lo stesso capitano poco dopo informavai giomalisticon aria molto partecipe che «purtroppo, c'è un altro morto italiano». Era fra i dispersi? Non ha saputo più cosa dire. Unica certezza: i cadaveri non identificati sono 39. E dopo qualche ora arriva il nome di un'altra vittima italiana: Daniela Maiorana. La riconoscono dalla fede. In mezzo a tanta incertezza, pure a Roma nutrono parecchia paura. Già con lo tsunami, qualche mese fa, era successo che col passare dei giorni le liste si erano via via gonfiate, accrescendo sempre di più il numero degli italiani. A questo si aggiunge la confusione che avvolge purè gli elenchi dei tour operatore: l'attentato è avvenuto durante il fine settimana, quando ci sono i cambi, quelli che arrivano e quelli che vanno, qualcuno poteva essere già rientrato e invece è anco¬ ra segnato, e qualcun altro poteva essersi tranquillamente allontanato per un'escursione. Così si spiegano anche le cifre che salgono e scendono nel giro di poche ore, e le smentite abbastanza categoriche che all'inizio accompagnano tutte le notizie di questo tipo. Così quando la Marina Bastianutti denuncia la scomparsa delle sue nipoti, Paola e Daniela, alla polèia dicono che non è vero, e Andrea Catalano, primo segretario dell'ambasciata italiana del Cairo, risponde vago: «Io sono impegnato in altri compiti. Per queste informazioni, dovete rivolgervi alla Farnesina». Solo che Marina Bastianutti dice di essersi rivolta a Roma e afferma che «il ministero degli Esteri non ha informazioni precise sui dispersi». Non resta che provare a cercarle. Stavano allo Sheraton. Non le vedono da qualche giorno, «qui non ci sono più». Ma dovevano partire? «Non ci risulta». La zia dice che mancano da giovedì. AUlntemational Hospital danno mille risposte e non si capisce più niente. Al primo piano vicino all'ufficio del direttore Ezzat Abdelhaziz una signora con il velo assicura che non c'è nessun ricoverato con quei nomi. Nell'ufficio, di fianco, invece, due tipi con i baffi suggeriscono di cercare al terzo piano, dove già al mattino avevamo bussato a tutte le porte del corridoio per cercare altre due ragazze disperse che la pohzia aveva detto di aver fatto ricoverare. Allora, ci avevano dato anche i numeri delle camere: 303 e 311. In una, c'era una paziente inglese, protetta da due medici di Sua Maestà a dir poco infastiditi dall'invadenza dei cronisti. L'altra stanza era completamente vuota, con i letti fatti. Prima di scendere, una gentile signora dietro la guardiola ci aveva spiegato che le due ragazze non erano in nessuna delle due camere, ma che erano state portate via poche ore prima e che probabilmente erano già tornate in Italia. In ogni caso, l'informazione della pohzia era giusta. Ma adesso, per Paola e Daniela, la cosa è diversa, perché nessuno sembra sapere davvero qualcosa, neanche quando ti spediscono ai piani alti per levarti dalle scatole. Quasi certamente da qui le •due ragazze di Matino non sono mai passate, e la stessa signora della guardiola, alla fine lo conferma sconsolata: «Quei nomi non risultano». Un'altra conferma viene dall' elenco dei ventuno feriti che nella notte tra sabato e domenica una delegazione militare italiana è andata a prendere per riportarli a Roma sull'Hercules «C-130». DanielaePaola Bastianutti non ci sono. Da ieri sono entrate in un'altra lista, terribile, assieme agli amici e ai parenti di Sebastiano Conti, che passeggiavano con lui davanti allhotel Al Ghazala prima che arrivasse l'autobomba a spaccare le vacanze di Sharm el Sheikh. Al pomeriggio erano andati a fare una gita al parco marino, avevano ripreso gli ultimi sorrisi, i tuffi, i bagni, la chiglia del Sea Horse che andava tra le onde. Poliziotti accendono lumini di fronte alle macerie del Ghazala Hotel durante la manifestazione contro il terrorismo Daniela Maiorana, la seconda vittima italiana della strage di Sharm el Sheikh

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