Nave italiana attaccata dai pirati in Somalia di Marco Raffa

Nave italiana attaccata dai pirati in Somalia GLI AGGRESSORI SONO STATI RESPINTI, IL CARGO SI E' ALLONTANATO IN POCHI MINUTI Nave italiana attaccata dai pirati in Somalia Fuoco sul mercantile, illesi i quindici uomini dell'equipaggio Marco Raffa GENOVA Un mercantile genovese, la Jolly Marrone della Linea Messina, in navigazione al largo della costa somala da Mombasa a Cibati, è stato attaccato dai pirati. Due scafi di piccole dimensioni con una manciata di uomini armati di mitra e bazooka hanno cercato di accostare la nave, esplodendo anche alcuni colpi finiti sulla fiancata del mercantile. La reazione del comandante, il genovese Ivano Mazzocchi, 57 anni, che ha ordinato di portare al massimo la velocità del cargo, ha sorpreso i pirati che dopo pochi minuti hanno desistito. L'equipaggio, quindici marittimi tutti di nazionalità italiana, è rimasto illeso e la Jolly Marrone ha potuto riprendere il viaggio senza difficoltà. Arriverà domani sera alle 22, ore italiane, nel porto di Gibuti con il suo carico di container, autoveicoli pesanti, acciaio e ra¬ me. Dopo aver avuto confenna che tutto, a bordo, era a posto e che nessuno dei marittimi aveva avuto conseguenze, d'intesa con il comandante la dirigenza Messina ha disposto che tutti gli ufficiali e i marmai imbarcati sulla nave parlassero direttamente con le famiglie in Italia per rassicurare. «Ci è sembrato importante che fossero loro stessi, a viva voce, a parlare con i congiunti per fermare subito preoccupazioni e angosce», dice Stefano Messina, 38 anni, amministratore delegato del gruppo fondato dal nonno Ignazio negli Anni Venti. Già dalla fine dell'Ottocento la famiglia possedeva una flotta e nel 1921 venne inaugurata una linea diretta Italia-Libia, proprio sulle rotte ora battute dai pirati. In questo momento il gruppo ha 15 navi di proprietà in giro per il mondo. «Tutte battono bandiera italiana - precisa con orgoglio Stefano Messina - come italiani sono la maggior parte degh equipaggio. Crediamo molto in questa filosofia, e finora i fatti ci hanno dato ragione». L'allarme a bordo della Jolly Matrone è scattato intorno alle 11 ora locale, le 10 in Italia. La nave della compagniagenovese, 200metri di lunghezza e 32 mila tonnellare di stazza, con una portata di 1600 leu (l'unità di misura dei container) e una velocità massima di 21 nodi, stava incrociando a 110 miglia dalla costa somala: una precauzione che tutte le navi Messina, su disposizione del quartier genera¬ le di Genova, tengono quando si trovano nell'area. «E' molto difficile che a così grande distanza dalla costa si trovino a incrociare piccole imita di banditi, molto veloci sì ma dall'autonomia limitata - commenta Messina - e difetti non era mai successo, almeno negli ultimi decenni, che nostre unità venissero attaccate in quella zona». E' il terzo ufficiale. Angelo Pagano, 27 anni, in turno di guardia in coperta con un marinaio, a dare l'allarme scoprendo con il binocolo che due piccoli scafi stanno avvicinandosi a velocità sostenuta alla «Jolly Marrone». I dispositivi antipirateria, installati da anni sulle navi che incrociano nelle zone pericolose, scattano immediatamente. «Il segnale d'allarme viene rilanciato via satellite a tutte le unità che si trovano nell'area spiega ancora Messina - e naturalmente ai vari centri operativi sparsi nel mondo. Uno, in particolare, si trova a Roma, e fa capo al Comando generale delle Capitane¬ rie». L'allarme serve a evitare che altre unità finiscano nella zona di mare dove è in atto l'assalto dei pirati, e a far convergere nella zona i mezzi di soccorso. Di fatto, Dorò, vista la fulmineità e, spesso, a ferocia dei banditi, i «rinforzi» arrivano quando è troppo tardi. Ieri mattina, invece, l'abilità del comandante Mazzocchi e la freddezza del suo equipaggio hanno sorpreso i pirati: si sono visti letteralmente «sfilare» davanti un gigante da 200 metri lanciato a tutta velocità. E, forse a corto di carburante data la distanza dalle coste somale, dopo aver esploso alcuni colpi che si sono persi sulla fiancata destra della nave, hanno seguito la Jolly Marrone per circa 8 miglia, poi hanno desistito. Forse per lanciarsi su qualche preda più «abbordabile»: nel solo 2004 gli arrembaggi di navi mercantili sono stati 325, con 30 marittimi uccisi dai pirati. Tra le zone più pericolose l'arcipelago di Malacca, il golfo di Aden, le stesse coste somale. La ^olly Marrone», arriva oggi a Gibuti E' lunga 200 metri ed è di 32 mila tonnellate di stazza Lo scafo della compagnia genovese stava incrociandoa 110 miglia la costa somala quando è stato avvicinato da due piccole imbarcazioni I banditi erano armati di mitra e bazooka Sono subito scattati i dispositivi anti-pirateria II sistema di allarme viene rilanciato a tutte le unità vicine a/ Barbera^ SOMAUSAS& ,;o '' ' Barcoj-j . i Hargeysa *ì^Elho ETIOPIA ^IflirLAND -.4 , •- "'wlettWeyne Oceano Indiano il mercantile italiano è stato attaccato da pirati a 110 miglia dalla costa ^^■■■■■:/''^':^''^ :'' '' '..r'.''.' .x^:-v:-^: Una nave italiana la (dolly Marrone» della Compagnia «Linea Messina» è stata attaccata dai pirati mentre era in navigazione al largo della costa somala da Mombasa aGibuti

Persone citate: Angelo Pagano, Barbera, Ivano Mazzocchi, Mazzocchi, Stefano Messina