Sulle rotte dei predoni del mare l'alleanza tra corsari e terroristi di Domenico Quirico

Sulle rotte dei predoni del mare l'alleanza tra corsari e terroristi LO STRETTO DI MALACCA E' UNO DEI PUNTI PIÙ' PERICOLOSI Sulle rotte dei predoni del mare l'alleanza tra corsari e terroristi A Nantes lanciano l'allarme: decine di episodi non sono denunciati forse si sta preparando un maxi sequestro di una superpetroliera Domenico Quirico La «Tri Samudra» ormai è ima nave famosa. Ne discutono gh ammiragli, inquieta la Cia e i servizi segreti. E pensare che è una tozza, rugginosa petroliera, i motori ormai rantolano quando il vento si fa birichino sulla rotta tra i tenninal petroliferi del Golfo e le raffinerie giapponesi. H 12 marzo faceva rotta, placida, nello stretto di Malacca. E' un corridoio di 700 chilometri, ima autostrada dove da secoli le navi si incolonnano e si incrociano; il punto più stretto tra la Malaysia e l'Indonesia è largo tre chilometri. E' il «Phillips Channel», uno dei cinque punti in cui gh oceani si restringono, le termopili marine del pianeta. Non si rischia la solitudine qui: ogni anno lo risalgono almeno 50 mila navi, nelle loro stive ci sono dieci milioni di barili di petrolio, il 13% delle provviste mondiali, la vena che soddisfa la sete di energia del Giappone, della Cina, degli ambiziosi draghi economici dell'Asia. Se per qualche motivo questo stretto resta chiuso economie intere precipitano, il mondo va in subbugho. E' uno dei mari dei pirati. Insieme con le coste della Somalia, nell'Oceano Indiano. Qui l'abbordaggio è ancora di moda. Non è (Officile capire perché. Le prede sono numerose, ricche e disarmate, e la Somalia, da venti appi in preda alle lotte dei signori della guerra, senza Stato, polizie, giudici, è la versione moderna della Tortuga dei tempi di Morgan. I pirati sono sempre stati personaggi sfuggenti: apparivano all'improvviso, attaccavano saccheggiavano e svanivano nel nulla. Ma oggi ci sono inquietanti novità. Per questo il caso della «Tri Samudra» è diven¬ tato famoso. Quando i pirati sono arrivati il piccolo equipaggio non ha potuto fare nulla: erano tanti e poi erano armati, troppo armati: kalashnikov e lanciagranate, modernissimi. La prima regola di un buon capitano è non opporre resistenza: in genere i corsari aprono la cassa della nave e fuggono. Ordine degli armatori non fare gh eroi. Chi volete che decida di rubare una petroliera? Troppo grande, troppo ingombrante. Poi, rinchiusi sottocoperta, i marinai hanno cominciato ad allarmarsi: che cosa stava succedendo? Qualcuno aveva preso i comandi del gigante, qualcuno che sembrava volersi addestrare: la nave cambiava continuamente rotta, compiva virate, diminuiva la velocità, e poi di colpo ripartiva a tutto vapore come per Erovare la potenza dei motori e t tenuta. Come se volesse addestrarsi al timone di una nave così grande e capricciosa. Dopo ore di esercizi, improvvisamente, la petroliera si è fermata ed è sceso un grande silenzio. Quando una vedetta indonesiana ha accostato pensando a una panne e ha liberato l'equipaggio nulla a bordo era stato rubato. Nei registri marittimi è comparso un altro mistero: pericolosamente identico. Questa volta la nave trasportava gas e si chiamava «Dewin Madrim». I pirati sono saliti a bordo come ai tempi di Barbanera dopo aver lanciato dei rampini e aver scalato le murate: anche loro avevano armi modernissime, ignote ai modesti arsenali dei banditi indigeni. Anche loro per ore si sono alternati al timone come se fosse una scuola di pilotaggio navale. Poi se ne sono andati senza rubare nulla. Dominio Amstrong è responsabile ricerche della agenzia di sicurezza inglese «Aegis». ANantes ha partecipato poche settimane fa al primo incontro intemazionale sulla nuova pirateria: «Ci sono decine di episodi di questo tipo che non sono stati denunciati. Sono stati rubati ad esempio 5 rimorchiatori. A che servono se non a trascinare navi più grandi, magari in un porto affollato. E' l'equivalente marittimo di una scuola di pilotaggio leggero in Florida. Che cosa vi ricorda?». Già, la grande paura dei servizi segreti si sta forse materializzando. Il terrorismo ha stretto alleanza con i pirati dello stretto di Malacca e della Somalia. Per brganizzare un 11 settembre navale, sequestrare una superpetroUera o una nave che trasporta prodotti chimici e trasformarla in bomba naviganti. La manodopera non manca: Al Qaeda è alleata con gruppi terroristi cene Abbu Sayyaf, la Jemaa Islamiya, il movimento Aceh libero. E la Somalia è stata indicata dalla Cia come una delle basi di Bin Laden. Al largo dello Yemen un comando suicida nel 2002 ha attaccato una petroliera francese. E' lo scenario che gli americani temono, per cui hanno dislocato unità nel porto di Singapore e pattugliano l'Oceano Indiano. Contro la marina di Al Qaeda basterà? In pochi mesi sono stati rubati 5 rimorchiatori Ora dispongono di armi modernissime

Persone citate: Amstrong, Barbanera, Bin Laden, Phillips, Samudra, Sayyaf