SHUTTLE Ritorno al cielo

SHUTTLE Ritorno al cielo SHUTTLE Ritorno al cielo Umberto ( ìuidonl . più di due anni e mezzo dal disastro del «Columbia», sui cieli del Texas, finalmente un'altra navetta è pronta sulla rampa 39-B di Cape Kennedy. Oggi, alle 15,51 ora della Florida (21,51 in Italia), il «Discovery» dovrebbe innalzarsi verso lo spazio per puntare a congiungersi in orbita con la Stazione Spaziale Internazionale (SSI). Molte sono le novità di questa missione che la Nasa considera un volo di prova, un test per collaudare le nuove tecniche messe a punto per garantire la sicurezza dell'equipaggio. Perché le tre navette rimaste possano tornare a traghettare uomini e mezzi dalla Terra alla Stazione Spaziale bisogna dimostrare all'opinione pubblica americana che questi veicoli sono affidabili e sicuri, anche nel caso di danni alle piastrelle termiche come quelle che hanno causata la perdita del «Columbia». Astronauti, tecnici e manager hanno lavorato senza soste per tradurre in modifiche concrete le 15 raccomandazioni della commissione di inchiesta (CAIE) che ha investigato sulle cause dell'incidente, definendo le condizioni minime per poter proseguire con i voli dello Shuttle. Tra queste, una delle più importanti è stata quella di modificare il serbatoio estemo, specialmente l'interfaccia meccanica del punto di attacco con la navetta. Proprio da quell'area, infatti, si era staccato il pezzo di materiale isolante (una schiuma solidificata della densità del poli- stirolo) che aveva colpito l'ala sinistra del «Columbia» al momento del lancio. Ora, in quella zona, è stato eliminato l'isolante, si è installata una minuscola telecamera per filmare le fasi del lancio ed è stata inserita una placca di rame, con dei riscaldatóri elettrici per impedire la formazione di ghiaccio quando si caricano gli oltre due milioni di litri di idrogeno ed ossigeno liquidi. Se da un lato si è lavorato per prevenire il distacco dei frammenti dal serbatoio, dall'altro la Nasa ha puntato a potenziare la capacità di riparazioni in orbita. A cominciare dal «braccio meccanico», cioè della gru di bordo, praticamente raddoppiata in lunghezza, per permettere di raggiungere la zona inferiore delle ali, dove si trovano le famose piastrelle che proteggono la navetta dalle altissime temperature generate al rientro nell'atmosfera. Un'attenta analisi della «pancia» dello shuttle verrà effettuata nel secondo giomo di missione, utilizzando una telecamera ed uno scanner laser, capace di ricreare un modello computerizzato tridimensionale. Entrambi i dispositivi saranno montati sull'estensione di oltre 15 metri che verrà agganciata al braccio meccanico tradizionale. Naturalmente, nel caso in cui si osservassero danni alle piastrelle, gli astronauti sono in grado di uscire dal veicolo per intervenire con diverse tecniche di riparazione: dall'uso di una speciale resina - a base di silicone - che indurisce per coprire vuoti fra le piastrelle, fino a vere e proprie «toppe», di materiale resistente al calore, da avvitare sulle piastrelle danneggiate. Infine, nell'ipotesi peggiore, di un danno così grave da non esser riparabile, c'è la possibilità di rifugiarsi sulla Stazione Spaziale, una sorta di «safe haven» dove sopravvivere in attesa dell'arrivo di una nuova navetta per ritornare a terra. A comandare una missione così delicata, che avrà su di sé gli occhi di tutto il mondo, sarà una donna: il comandante Eileen Collins, una veterana dello spazio. Eileen e il suo equipaggio hanno continuato ad addestrarsi in questi lunghi anni, collaborando a svbuppare le nuove procedure, provate finora nei laboratori, nei simulatori e nelle camere da vuoto, di cui saranno i primi esecutori nello spazio. Sarà un rientro in servizio seguito con grande interesse anche dagh altri partner della SSI, che hanno puntato sulla navetta americana per portare in orbita i loro elementi. A cominciare proprio dall'ESA, l'agenzia spaziale europea, che ha praticamente terminato la messa a punto del laboratorio orbitale «Columbus», ma dovrà aspettare ancora molti mesi per vederlo in funzione a bordo della Stazione Spaziale. Le missioni di completamento della SSI saranno, infatti, gli ultimi voli degli space shuttle, che verranno messi definitivamente a terra entro il 2010. Nei prossimi anni, assisteremo dunque al «pre-pensionamento» del primo veicolo spaziale riutilizzabile che forse, anche in ragione della complessità e della fragilità dimostrate, potrebbe essere l'ultimo realizzato dalla Nasa. Si sta analizzando l'idea di tornare a veicoli più semplici, sul tipo della capsule russe Soyuz. Durante le interminabili ore di attesa sulla rampa, certo, queste considerazioni non troveranno posto neba mente di Eileen e dei suoi sei compagni di viaggio. Ci sarà, invece, l'eccitazione per il lancio, la grande concentrazione sui compiti che li aspettano in orbita, consapevoli che il successo di questa missione può ridare le ali ad un sogno. E' difficile non pensare ai rischi connessi all'esplorazione umana dello spazio, è impossibile dimenticare le terribili immagini della navetta che si disintegra in volo, ma bisogna tornare a volare, sapendo che questo è il tributo migliore al coraggio dei sette uomini e donne del .«Columbia» che hanno dato la vita per questo sogno. (*) Astronauta e Pariamentare Europeo IL LANCIO E' PREVISTO PER STASERA. TUTTJ CON IL FtATO SOSPESO. MODIFICHE, TELECAMERE, CENTINAIA DI SENSORI PER GARANTIRE LA SICUREZZA. MA L'IMPREVISTO E'SEMPRE IN AGGUATO SHUTTLE Ritorno al cielo

Persone citate: Cape, Eileen Collins, Kennedy

Luoghi citati: Columbia, Florida, Italia, Texas