Una donna al comando

Una donna al comando Una donna al comando LA MISSIONE PIÙ' DIFFICILE AFFIDATA A EILEEN COLLINS, 48 ANNI, DUE LAUREE Giancarlo Riolfo UTTO pronto al Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida, per il lancio della navetta «Discovery», che segna il ritorno in volo di uno shuttle a due anni e mezzo dalla tragica esplosione del «Columbia». La partenza è prevista per oggi, ma in caso di imprevisti dell'ultimo minuto la «finestra» si estenderà fino al 31 luglio. Dopo mesi di controlli febbrili sulle modifiche realizzate e sulle procedure messe a punto per aumentare la sicurezza della navetta, ora siamo arrivati al momento della verità. Le precauzioni sono state ritenute sufficienti, anche se con la consapevolezza che una dose di rischio è sempre presente nel volo spaziale. In particolare con lo shuttle : macchina molto complessa, forse troppo, senza margini d'errore. Tanto che, dopo aver perso due navette e 14 astronauti, la Nasa ne ha deciso il pensionamento entro il 2010. Per comandare il «Discovery» nella missione STS-114 (vale a dire il 114" volo di uno shuttle) è stata scelta ima graziosa signora con i capelli a caschetto: Eileen Collins. A 48 anni, portati in modo invidiabile, vanta un curriculum di tutto' rispetto: laurea in matematica e in economia, due master a Stanford e alla Webster University e oltre 6300 ore di volo ai comandi dijet militari. Eileen, che è già stata tre volte nello spazio, per un totale di 537 ore, è anche la prima donna ad aver comandato uno shuttle, nel 1999. Con lei voleranno sei astronauti: James Kelly, Stephen Robinson, Andrew Thomas, Charles Camarda, il giapponese Soicbi Noguchi e un'altra donna, la specialista Wendy Lawrence. Nei 13 giorni deha missione questo equipaggio avrà due obiettìvida raggiungere, tfno è portare aite Stazione Spaziale Intemazionale un nuovo giroscopio per il controllo d'assetto e i rifornimenti contenuti nel modulo logistico «Raffaello», costruito in Italia da Alenia. L'altro è collaudare le mighorie introdotte sullo shuttle e i sistemi di sicurezza ideati per impedire un altro incidente come quello del «Columbia». Come molti ricorderanno, l'evento che determinò la tragedia si verificò durante il lancio, quando si staccò un frammento di rivestimento dal serbatoio dell'idrogeno e deh' ossigeno liquidi, fl pezzo urtò 0 bordo d'attacco della semiala sinistra. I tecnici della Nasa se ne accorsero, ma non vi diedero importanza: era già accaduto altre volte. Per tutta la durata del volo nessuno se ne preoccupò più, ignorando che nel rivestimento in carbonio posto a difesa dal calore del rientro c'era un buco di circa 20 centimetri. Quando il «Columbia» si tuffò nell'atmosfera per tornare a terra, il plasma incandescente (a 1600 gradi) penetrò attraverso la fessura, facendo fondere la struttura della navetta, che si disintegrò in migliaia di frammenti. La Nasa ha modificato il rivestimento del serbatoio e i due «booster» a propellente sohdo in modo da ridurre (ma non eliminare del tutto) il pericolo che si stacchi un frammento. Telecamere a terra e 176 sensori a bordo del «Discovery» terranno sotto controllo la navetta durante il lancio. E una volta in orbita, gh astronauti utilizzeranno imbraccio robotizzato, dotato di laser e di una telecamera ad alta risoluzione, per ispezionare le aree critiche del rivestimento termico. Prima di attraccare alla «Space Station», infine, Eileen Collins girerà il «Discovery» in modo da permettere ai due ospiti del laboratorio orbitale - il russo Sergei Krikalev e l'americano John Phillips - di fotografare il ventre della navetta. Se si dovesse scoprire un danno al rivestimento termico, si potrebbe tentare di aggiustare lo shuttle. Durante le tre passeggiate spaziah previste nel corso deha missione gh astronauti Robinson e Noguchi proveranno una tecnica di riparazione d'emergenza della copertura protettiva. La Nasa ha ideato altri due sistemi per rattoppare un'eventuale lesione: non verranno collaudati in questo volo, ma tutto l'occorrente si trova a bordo del «Discovery». Non si sa mai. Nella peggiore delle ipotesi, c'è anche un piano che prevede di restare ormeggiati alla Stazione Spaziale in attesa del lancio di un altro shuttle, inviato in missione di salvataggio. Queste misure sono state ritenute sufficienti per dare il via libera alla ripresa dei voh, anche se il capo della commissione d'inchiesta subincidente del «Columbia», l'ammiraglio Harold Gehman, ha ammesso l'impossibibtà di rimuovere tutti i rischi. «Nonostante i miglioramenti non mi sento di definire lo shuttle sicuro», ha dichiarato poche settimane fa. Con questa premessa la Nasa si accinge a utilizzare le tre navette superstiti fintanto che saranno necessarie per ultimare la costruzione deba Stazione Intemazionale. Poi Eileen Collins alato o capsula tradizionale) sia per i tempi. Un punto, comunque, è ormai chiaro: le navette deba prossima generazione non assomigheranno agli «spazioplani» dia fantascienza immaginati solo qualche armo fa, ma impiegheranno tecnologie ben collaudate per poter essere semplici, poco costose e, soprattutto, sicure. Eileen Collins Bttl

Luoghi citati: Alenia, Columbia, Florida, Italia