In bilico tra terra e acqua di Alessandro Monti

In bilico tra terra e acqua In bilico tra terra e acqua Alessandro Monti AMITAV Ghosh, bengalese che vive tra Calcutta e New York, è scrittore complesso e multiforme, di carattere umbratile e riservato. Dopo due primi romanzi, IZ cerchio della ragione e Le linee d'ombra, che attingono ai medi semifantastici del reahsmo magico e della memoria retrospettiva affidata all'inerocio tra India e Inghilterra, con Lo schiavo del manoscritto eli cromosoma Calcutta Ghosh ha sviluppato forme assai originah di discorso narrativo, in cui la ricerca antropologica e filologica sul campo, la lettura attenta dei diari e documenti del passato diventano ricostruzione autorevole di persone o eventi cancellati dal tempo, eppure fantasia visionaria di un futuro possibile generato come conseguenza imprevedibile di quanto è avvenuto prima. Con la saga, infine, ói II palazzo degli specchi Ghosh utilizza le strutture del romanzo tradizionale imperniato sul fluire parallelo dì grandi fatti della storia e cronaca fami- bare per giungere alla rilettura di alcuni nodi cruciali della recente storia del subeontinente asiatico: dall'India alla Birmania e alla Malesia, dal Raj coloniale all'indipendenza, attraverso i nazionalisti di Bose, che tra gli inglesi e i giapponesi scelsero i secondi. Se ne U palazzo degli specchi la fotografia è la metafora che definisce il ruolo, e i confini dì memoria storica, del narratore, costituendo quindi un archivio «chiaro» se paragonato ai frammenti enigmatici e caotici di Lo schiavo del manoscritto o a quanto dì criptico contengono i diari di Ross in II cromosoma Calcutta, l'ultimo romanze II paese delle maree (La marea famelica, nel titolo originale) si avvale della biologia marina, e della conservazione dì un territorio unico al mondo, per una riflessione amara sulla globalizzazione e sul destine degh emarginati. Siamo nei Sundarban, l'enorme groviglio di canali, mangrovie, isole e isolotti che costituiscono tra Bengala indiane e Bangladesh la parte inferiore del delta gangetico. Qui si incontrano e si intrecciano i destini di Piya, una giovane biologa di origine bengalese, di Kanai, interprete e traduttore, e del pescatore Fokir, che vive silenzioso in completa simbiosi con l'ambiente acqueo che lo circonda. La vicenda si snoda attorno a un duplice filo costituito da due ricerche: lo studio sulle orceUe, delfìni asiatici dì mare e di acqua dolce, e il ritrovamento di un vecchio diario, in cui lo zio di Kanai, un ex-militante marxista autoesiliatosi nei Sundarban, aveva registrato il suo incontro con la madre di Fokir. È tuttavia centrale l'ecosistema dei Sundarban, riserva naturale in cui le tigri sono più importanti degh abitanti e deve maree, cicloni e maremoti modificano dì continuo l'ambiente e condizionano la vita quotidiana. In questo universo precario e tuttavia regolato da meccanismi immutabili, a cui l'uomo deve adattarsi se vuole sopravvivere, si muovono con diverse motivazioni spesso contrastanti i personaggi : la biologa che ha rinunciato ad avere ima propria vita privata, il cinico Kanai le cui competenze d'interprete e di mediatore rimangono per il momento mute, sua zia Nilima, che ha costruite una piccola utopia dì assistenza per gh isolani, e infine Fokir, il taciturno genius loci, il passato arcaico che non si arrende alla modernizzazione, l'uomo delle acque che non potrà mai appartenere alla terraferaia. Ci troviamo forse ai confinì del mondo, ai margini sfrangiati e fangosi del nostro universo globale contemporaneo. Tuttavia i diseredati e i profughi non trovano pace neppure oltre i confini estremi: nel remanzo la memoria dolorosa del passato si fonda sulla repressione, sul permesso negato dì vìvere sospesi tra terra e aequa. In una manifestazione svoltasi di recente a Roma Ghosh ha parlato dì quanto è avvenuto 1' 11 settembre come di una catastrofe che ha polarizzato gh scontri e i poteri egemonici, rendendo così di fatto impossibile l'esistenza di luoghi diversi, e non omologabili secondo criteri di omogeneità, rispetto a modelli di controllo autoritario centrahzzato. È queste, nel giudizio dell'autore, il significato profondo de II paese delle maree: non a case Fokir muore nel ciclone che devasta l'arcipelago, di modo che gh altri possano continuare nella loro opera di riscatto sociale. Le comunità deUe isole continueranno a vivere, potendo studiare e progredire, uniformandosi, forse, a tipologie di sviluppo standardizzato e omogeneo. Del figlioletto di Fokir, Tuttul, non siamo certi se farà il pescatore «primitivo» come il padre; probabilmente studìerà e diventerà anche lui un apprendista stregone, un custode non più naturale dei luoghi, ma un interprete che registra e conserva ciò che sarà destinato a perdersi, e rimarrà come una riserva eccentrica. «Il paese delle maree» di Amitav Ghosh: nei Sundarban, enorme groviglio di canali, mangrovie, isole e isolotti tra Bengala indiano e Bangladesh, s'intrecciano i destini di una giovane biologa, di un interprete e traduttore e di un pescatore silenzioso Amitav Ghosh, bengalese, vive tra Calcutta e New York Amitav Ghosh Il paese delle maree trad. di Anna Nadotti Neri Pozza pp. 460, Gì7,50 ROMANZO

Persone citate: Amitav Ghosh, Anna Nadotti, Bengala, Ghosh, Neri Pozza