Fini ridisegna An: nuovi vertici fino alle elezioni di Amedeo La Mattina

Fini ridisegna An: nuovi vertici fino alle elezioni IL MINISTRO DEGLI ESTERI HA PESCATO A PIENE MANI SOLO DALLA COMPONENTE DI MATTEOLI Fini ridisegna An: nuovi vertici fino alle elezioni Via i colonnelli/Ronchi portavoce. Ma nel partito c'è aria di rivolta Amedeo La Mattina ROMA il pugno di ferro di Fini sta provocando una rivolta dentro An. Le dichiarazioni pubbliche sono misurate, alcune di fìnta condivisione, altre di basso profilo, altre ancora di presa d'atto. Come quella fatta da Alemanno: «Fini si è avvalso dei suoi poteri statutari. Non c'è niente da dire. C'è solo una scelta che non condivido, ed è la sostituzione di Mantovano da coordinatore della Puglia. Per il resto attendiamo il progetto politico». Significativo invece il silenzio di Gasparri e La Russa: la loro corrente. Destra Protagonista, è quella più penalizzata dalle nomine fatte ieri dal ministro degh Esteri che ha pescato a piene mani dalla componente di Matteoli. «Non posso che condividere - dice Matteoli - le scelte del presidente. Del resto sono tutte persone capaci, molte delle quali hanno lavorato con me per anni». Furiosi invece La Russa, Gasparri e Alemanno che si sono incontrati al ministero dell'Agri¬ coltura (l'indiscrezione è stata smentita dagli interessati) per tentare di arginare Fini. «La sua è una prova muscolare»; «forse una prova di debolezza»; «non si può governare il partito contro il partito»; «non si fa politica con la vendetta»; «è assurdo che prendere certe decisioni sulla base di ima conversazione rubata al bar». Sono queste alarne della valutazioni che sono state fatte dai tre dirigenti di An che rimangono totalmente fuori da ogni incarico di partito. Sono stati nominati invece fedelissimi e amici: Andrea Ronchi diventa portavoce, Roberto Menia è il nuovo responsabile per le iniziative esteme. Donato Lamorte viene confermato capo della segreteria pohtica, Silvano Moffa si occuperà del programma elettorale, Giovanni Collino rimane responsabile degh enti locali. La «rivoluzione finiana» riguarda poi i 19 coordinatori regionah: le new entry sono 9 e il caso più eclatante è quello della Lombardia. Massimo Corsaro, braccio destro di La Russa, è stato defenestrato e al suo posto Fini ha nominato l'europar- lamentare Cristina Muscardini, acerrima nemica del capogruppo di An alla Camera e vicinissima a Matteoli. La ribellione lombarda non si è fatta attendere. «Non si comprendono i motivi che hanno portato all'avvicendamento di Corsaro», affermano in una nota tutti i coordinatori provinciali della Lombardia. Tutti tranne quello di Lecco, di area Matteoli. Un altro colpo di maglio in Puglia. Alfredo Mantovano, che ha animato con Alemanno la «destra dei valori», non viene riconfermato coordinatore. Gh succede il sindaco di Lecce, Adriana Poh Bortone, anche lei della com¬ ponente del ministro dell'Ambiente. In Campania viene nominato coordinatore un altro finiano, il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi. Nel Lazio l'agguerrita alemanniana Roberta Angelini deve passare il testimone a Francesco Aracri, ex Destra sociale e ora più vicino al vicepremier. Insomma, il terremoto che cambia la geografia di An ha messo in moto la reazione dei «colonnelli». Fini, che ieri si è presentato a Montecitorio sorridente e soddisfatto, ha spiegato che il nuovo organigramma resterà fino alle elezioni del 2006: «Il partito non si guida da solo, ma con un gruppo dirigente ristretto in questa fase: vicepresidenti adesso non ce ne sono, avendo azzerato tutto». Per Fini fare le nomine è stato non un problema di «cautela», ma di «urgenza su alcuni settori della vita del partito che non possono essere privi di una dirigenza». Ma tutto questo ha un risvolto politico non secondario che emergerà alla direzione del 28 luglio. Perché Fini starebbe già pensando ad altro. Anche se Matteoli, informalmente, dice che non ci sono le condizioni per dare vita al partito unico prima delle elezioni, il vicepremier punta su questa carta per il dopo. E c'è chi addirittura confida che Fini non escluderebbe un'apertura alla legge proporzionale. Ne avrebbe parlato in queste ore con il presidente del Senato Casini. Il quale lo avrebbe riferito a Berlusconi e ne avrebbe parlato con il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Donato Bruno. Se confermata questa indiscrezione, si aprirebbe dentro An un altro capitolo doloroso: sarebbe un altro colpo di teatro di Fini. Intanto Destra sociale, con il convegno di sabato a Orvieto dove sarà presente anche Gasparri, pensa di porre tali e tante condizioni all'ingresso di An nel partito unitario da rendere il progetto impraticabile. Tra l'altro Alemanno potrebbe lanciare la proposta di un congresso straordinario. Diversa invece l'impostazione di Gasparri e La Russa: loro nel nuovo contenitore ci andrebbero sùbito e ci entrerebbero come componente autonoma e svincolata da Fini. Nella squadra anche Collino, Menia e Moffa Terremoto in Lombardia Puglia, via Mantovano II presidente di An Fini fotografato ierj a Roma al suo arrivo presso la sede del partito