Nord Corea, un solo leader, una sola tv

Nord Corea, un solo leader, una sola tv Nord Corea, un solo leader, una sola tv Miseria e arretratezza, ma nessuno può fare confronti reportage HUNGHAM (Corea del Nord) YUN Hyok fa una specie di piroetta per rialzarsi dopo che il suo cranio nudo di bambino nordcoreano ha sfiorato la terra, gioca al pallone, solo che lo fa con le protesi, senza gambe. Gliele hanno tagliate due anni fa a cinque armi. Non per incidente, non per malattia, per povertà. Gh si erano congelate, in casa non c'è riscaldamento e quella notte lui dormiva a - 20o,ai poveri genitori non sembrava una cosa molto più grave dei quotidiani mah di una famiglia senza nulla. Così lo hanno portato tardi al povero ospedale che senza tecnologia, senza strumenti senza conoscenze, non ha saputo che tagliarle, quelle gambine, sotto il ginocchio. Nel dubbio, amputare Qui, a Hungham, la città più grande della Corea del Nord dopo la capitale Pyongyang, amputare è normale se la rottura di un braccio o di una gamba è comph-r cata da aggiustare. D'altra parte l'ospedale provinciale dovrebbeservire a un bacino di 3 mihoni di persone, ma ha una sola vecchia ambulanza, non ha riscaldamento e da poco coi soldi dell'Europa ha sostituito le finestre in legno marcio con infìssi in plastica, «non è più come essere fuori a meno venti», mi dice un medico. Comunque dall'ospedale-mattatoio Yun è uscito ed è venuto all'Orthopedic Workshop di Hungham, il centro creato dall'Europa dove gli hanno apphcato due protesi, ha un pallone e un giardmo. Gh hanno cambiato molte cose, ma non gh occhi, tristissimi, che il taglio orientale rende ancora più tragici. Come quelli di metà dei pazienti, amputati «di routine». Tutti o quasi si sono arresi al destino di vivere in questa Corea del Nord dove i corpi non hanno diritti. Yun invece fa progressi ogni giorno. Quello nella Corea del Nord è un viaggio nella povertà, si mostra sfacciatamente in tutti i suoi volti anche quelli che un octidentale, convinto della gravità della crisi economica europea, non immagina neanche possano più esistere. Hungham è ancora più povera di Pyongyang, ma non trovi i mendicanti di Roma o di Torino: come in ogni dittatura l'accattonaggio svanisce. Poche macchine, molti carrelli e biciclette cariche di sacchi, vecchie bici, vecchie gomme, ai bordi della strada si fermano e con la carta vetrata aggiustano le camere d'aria bucate. Tutti trasportano qualcosa. Città esasperatamente pulita, decine di persone scopano con ramazze di vimini le strade e tagliano a mano l'erba delle aiuole. Quando brevemente e raramente si riposano si mettono accovacciati in ima posizione per noi scomoda ma che loro prediligono. Pulito, ordinato, incolore, freddo, triste, ai bambini sono concessi, in qualche angolo di strada orsi pluricoloratì in gesso, buffi, mentre offrono da mangiare o carezzano un passante. Un triste viaggio nel passato La povertà è anche un porto-dove non attraccano navi. E uno dei più grandi del Paese, ma oggi è arrivata una sola vecchia carretta che scarica sacchi di mais. Ne cade imo, esce una manciata di chicchi. Chi l'aveva sulle spalle h raccoghe, fino all'ultimo. Il direttore del porto mi dice un po' imbarazzato che non si possono fotografare le navi. È un viaggio indietro nel tempo, come se si tornasse ai Paesi comunisti di quarant'anni fa, quando tutto era segreto militare ed era proibito scattare foto; come se non si sapesse che oggi ci sono i satelhti che leggono la targa di una macchina. Anche se in Corea del Nord almeno dal punto di vista industriale c'è poco da vedere, attorno al porto una serie di fabbriche antiquate in abbandono. Solo da una, mi dicono di fertilizzanti, esce un preoccupante e denso fumo giallo-olivastro. Sotto il tappeto dell'ordine e della pulizia assoluta sono ammassate un po' delle produzioni da pattumiera del mondo industriale. Anzi, questo regime della povertà ordinata nasconde forse la produzione più pericolosa per il mondo, quella atomica da guerra. Lo scorso febbraio il governo di Pyongyang ha dichiarato di disporre di armi nucleari suscitando l'ennesimo allarme nel mondo occidentale e non solo. La prossima settimana, dopo un anno di interruzione, riprendono a Pechino le conversazioni a 6 (Usa, Russia, Giappone, Cina, Nord e Sud Corea) per la denuclearizzazione della penisola. Le posizioni sono distanti: gli Usa vogliono il totale smantellamento dell'arsenale nucleare prima di cominciare a trattare, la Corea del Nord vuole garanzie di sicurezza e di assistenza prima di smantellare. Ma negli ultimi giorni la posizione di Washington sembra più accondiscendente. L'arroganza dalla disperazione Anche questi proclami nucleari rientrano nella miseria nordcoreana, «Paese canaglia», come dicono gh Stati Uniti, che usa la minaccia per ottenere vantaggi e aiuti. La produzione nazionale di cereali è di 3 mihoni di tonnellate, ma per sopravvivere ne servono 4 mihoni. E cosi le razioni quotidiane a basso prezzo, un misto di grano, riso e mais, sono scese da 250 grammi, la metà di quanto è necessario, a 200, in attesa della raccolta d'autunno. Il regime ora più che mai ha bisogno di aiuti, ma li chiede con l'arroganza militaresca, le minacce e i trucchi, li vuole senza controlh e resta il sospetto che parte finisca direttamente all'esercito. Che con oltre un milione di soldati è fra i più grandi del mondo e gode di assoluta priorità. Per garantirne la compattezza da poco hanno abbassato a 1,25 metri 1' altezza minima per essere arruolati. Mi spiega il generale Kim Sang Ik, vice ministro della Difesa che un esercito forte è necessario per la politica aggressiva degh Usa, che «formulano piani per un attacco nucleare preventivo contro di noi. Conosciamo anche il numero di questi piani: 5026, 5027, 5030». Non è colpa nostra se siamo in una situazione così tesa e delicata». E mentre noi parliamo tre suoi ufficiali prendono freneticamente appunti. Gli orti sotto! viadotti Intanto la popolazione, che forse gh aiuti alimentari non sa neanche cosa siano, cerca il riso come l'oro. Ogni piccolo appezzamento di terreno, ogni angolo di strada dove c'è un po' di terra, i giardini, anche sotto i viadotti, è coltivato con grande cura. Questo è l'anno dell'agricoltura e il mese scorso «tutti quelli che mangiano riso», impiegati e funzionari, hanno dovuto dedicare 2 settimane a piantare riso, quasi una deportazione dalle città, svuotate. Chi viene qui nelle campagne nordcoreano deve prepararsi a tornare al 'TOO-'BOO. Donne e uomini lavorano scalzi nel fango del riso e non si vede mai qualcuno riposare. Quando piove a dirotto nei campi spuntano mucchi coperti da un velo di plastica bianca. Appena spiovuto i mucchi cominciano a ondeggiare e ne escono uno o due contadini che riprendono a lavorare. Anche le strade di campagna sono tenute pulite da decine di addetti, su un'autostrada ho visto omini con gilet arancioni scaglionati ogni 100 metri strappare a mano l'erba dalle fessure neh' asfalto della corsia di emergenza. Il reddito prò capite di un nordcoreano è il 50Zo di un suo «fratello» del Sud, 50 anni fa era il contrario, cominciate forse a dubitare che il vostro sistema possa essere sbaghato? Ri Jong Hyok, presidente dell' associazione ((Amici dell'Europa Occidentale» non ha dubbi: «Il nostro sistema l'ha scelto la gente, noi lo adattiamo di continuo, come dimostrano le riforme degli ultimi due anni di prezzi e salari. Ma le difficoltà sono dovute all'ostilità del mondo estemo, alle sanzioni Usa, la Corea del Sud ha rapporti con altri Paesi, noi siamo isolati. La divisione fra Nord e Sud è artificiale, ai tempi della guerra fredda eravamo nemici acerrimi, ora i rapporti migliorano, ci sono stati progressi, voghamo ricucire, li vediamo come fratelli. La cosa importante è sbarazzarci della sfiducia reciproca, e questo vale anche per i rapporti con gh Usa». In realtà qualche miglioramento rispetto all'anno scorso si nota, la gente osa guardare lo straniero in faccia, talvolta rivolgergli addirittura un sorriso, ci sono più auto e finalmente le belle poliziotte, in divisa bianca e blu con colbacco, che volteggiavano come ballerine per dirigere un traffico inesistente, hanno qualcosa da fare, si sente addirittura qualche colpo di clacson che pretende precedenza, ci sono dei banchetti per le strade che testimoniano lo sviluppo di una iniziativa privata, nuovi ristoranti e negoz' minimamente decorosi, una unica pubblicità di un' automobile sudcoreana sulla strada dall'aeroporto, c'è una nuova classe che può spendere qualche soldo. Si è sviluppata un'economia parallela. Tutti si muovono, trasportano, nessuno passeggia, tutti vanno da qualche parte con passo celere e indaffarato, a piedi perché per gli autobus cadenti che si rompono sovente ci sono code lunghissime. Qui sono ricchezza anche i due cani scuoiati che ho visto vendere all'equivalente di 10 euro al supermarket Tongil, (che significa riunificazione: fra le due Coree). Al supermercato, che è il massimo della distribuzione modernizzata, tutto costa 10 volte di più deUe razioni di Stato. Ne sono nati anche altri, hanno chenti, mentre i vecchi negozi di Stato hanno gh scaffali vuoti. Forse l'Occidente arriva anche con il suo peggio: qualche mese fa due individui hanno cer¬ cato di svaligiare una banca, nei giorni scorsi si è registrato il primo tentativo di furto con scasso di una macchina occidentale. Investire, perché? Ma c'è spazio per investimenti esteri? Ne avrebbero un bisogno disperato. Il vice ministro del Commercio estero Kim Young Jae promette trattamenti preferenziali a chi ci prova, ma quando gh chiedo che argomenti userebbe per convincere un investitore a sceghere la Corea del Nord rispetto alla Cina, si limita a dire che «il XXI secolo è quello di tutta l'Asia». Già, la Corea del Nord non ha nulla per farsi preferire. Qui il tempo si è fermato a 60 anni fa, aU'autoritarismo con esercito sterminato, aUa burocrazia, agh intrighi di palazzo, al culto della personalità del peggior stalinismo. Cose che la modernità non può sopportare. Basta salire a Pechino sull'aereo nordcoreano Air Koryo che due volte alla settimana collega la capitale cinese con Pyongyang per capire. A bordo i giomah parlano solo dei meravighosi risultati ottenuti dal «Caro Leader» Kim Jong II grazie alle sue infallibili intuizioni. L'hostess intercala i suoi annunci sulle uscite di sicurezza con messaggi come que- sto: «L' acqua che bevete a bordo è speciale per la salute e la longevità. Pur essendo molto occupato, il Caro Leader, il benevole padre del nostro popolo, ha studiato nel dettagho i problemi della distribuzione nel nostro Paese per fornirla a tutti. Bevendola proverete il senso dell'amore infinito della nostra gente per il grande leader Kim Jong II». Al momento di trasvolare il confine tra Cina e Nord Corea è un altro inno a Kim Jong II, che la leggenda vuole sia nato lì, in una capanna sulle pendici del Pektu, il monte sacro della rivoluzione (mentre tutti sanno che è nato banalmente a Mosca). In gita al monte Pektu Sono anche salito sul monte Pektu, privilegio concesso a pochissimi occidentah. Per arrivarci si traversa un parco nazionale che è un pellegrinaggio, segnato da varie postazioni, nella storia della rivolta coreana contro i giapponesi, guidata da Kim II Sung, padre dell'attuale leader. In mezzo alla foresta si apre una piazza grande due volte un campo da footbaU con una gigantesca statua in bronzo di Kim II Sung, fiancheggiato da soldati in ispirato atteggiamento da guerra. Chiedo perché proprio qua tutto questo sfarzo: «Perché da qui è passato Kim II Sung». Difficile per un nordcoreano pensare che possa esistere un altro mondo rispetto a quello che gh hanno costruito Kim padre e fighe: se compra una radio è bloccata sull'unica stazione nazionale, non esiste nemmeno il dispositivo per cambiare frequenza. Anche in tv c'è un solo canale, due durante il fine settimana: trasmettono aU'infinito immagini di Kim Jong Il che inaugura fabbriche, visita postazioni militari, incoraggia gh agricoltori. Con questa dieta mediatica il consenso sarebbe totale anche se ci fossero elezioni libere e democratiche. E questi decenni di isolamento e miseria verranno anche celebrati. Il 10 ottobre, sessantesimo anniversario della fondazione del partito al potere: mobilitazione di massa sotto lo slogan «100 giorni per il partito»: centinaia di impiegati si ritrovano dalle 6 di sera, appena finito il lavoro, fino alle 22, ad aggiustare marciapiedi, fogne, binari del tram. A turno c'è chi lavora e chi suona tamburi, sventola bandiere rosse, mentre altoparlanti issati sui tetti di camionette diffondono a pieno volume canti rivoluzionari. Un imprenditore occidentale che ha creato una joint venture a Pyongyang mi ha detto che fino al 10 ottobre potrà disporre di solo 1/3 dei suoi impiegati. Quando riparto i poliziotti mi restituiscono il cellulare che avevano confiscato all'arrivo. Misura di cui non si capisce l'utilità perché intanto non avrebbe funzionato, non c'è copertura. Hanno chiuso anche la rete intema. Si dice (ma va verificato) che qualcuno preparasse un colpo di Stato e comunicasse con i cellulari che han dovuto essere resi muti. Chissà che questo vecchio, fuori dal tempo, regime comunista, resistente alla modernità, crolli per una ancor più vecchia congiura di palazzo? jgawronski@éuroparl.eu.int All'ospedale le finestre in legno marcio sono state sostituite da infissi in plastica. Ora, dice un medico, «non è più come stare fuori a-20o» Il reddito medio di un nordcoreano è il 507o di un suo «fratello» del Sud, 50 anni fa era il contrario Giovani coreane dirette a una manifestazione di massa e o i n ù » o o o 0 o MAR GIALLO GIAPPONE fflftì H Caro leader in visita a una ditta che confeziona riso preocotto. Malgrado la propaganda la popolazione è, letteralmente, alla fame