Gli ultimi segreti del giamaicano con moglie inglese

Gli ultimi segreti del giamaicano con moglie inglese mcaao ad aylesbwy. 4S am.^m^ J.IACARTALE, z .~;:z;n. WILLAMETÀMUS^Sn.:*}». Gli ultimi segreti del giamaicano con moglie inglese La donna, convertita, portava il burqa e il rossetto. Era incinta delloro secondo figlio. È stata ricoverata in ospedale, sotto controllo della fin Ì7Ìa Fntramhl AVPVflnn r^mhiatn nnmP" «Frann rkprvati P ^fì itrlrì» Massimo Numa inviato a AYLESBURY Pensi alla Giamaica, viene subito in mente il reggae. Bob Marley, la marijuana. Invece Lindsay, 20 anni, il quarto «bomber» dì Londra (s'è fatto eslodere nel Tube sotto Russell Square, decine di morti innocenti) che era dì orìgine giamaicana, cittadino britannico con genitori inglesi, tre anni fa era diventato un jihadìsta convinto, irretito dagli imam che infestano Londonistan, come continuano a definirla i tabloid. Uomo strano, questo Lindsay, amante delle arti marziali, studente di teologia nelle madrasse londinesi e poi arruolato dalla banda di Leeds. Tre mesi fa, con la moglie Samantha Lewthwaite, 22 anni, madre del piccolo Abdullah e in attesa di un secondo bimbo, che nel frattempo s'è convertita all'Islam, si trasferisce ad Aylesbury, una simpatica cittadina di 25 mila abitanti, a circa 60 km da Londra. Gli abitanti sono divisi in due comunità: 50 per cento muslims, 50 tutti gli altri, fedeli ad altre confessioni. Lindsay - nel frattempo ha assunto il nome dì Abdullah Shaheed Jamal - trova casa in Northern Street, a cinque minuti dalla stazione ferroviaria. La moglie (i genitori, «horrified», rimasti ornficati, secondo una vicina di casa, dicono: «Dopo la conversione non s'è mai più fatta sentire con noi») pure lei cambia nome. Adesso si fa chiamare «Shamara» e nel quartiere tutti la ricordano come «quella con il burqa». La polizia, per precauzione, la tiene sott'occhìo nell'ospedale dove è stata ricoverata per l'avanzato stato di gravidanza. Intanto gli agenti dell'Antiterrorismo stanno smontando la casa di Lindsay pezzo per pezzo. L'atmosfera, qui ad Aylesbury, che è collegata con Londra con un trenino della Chiltem, che parte dalla stazione di Marylebone, è veramente.-singolare. Northern Street è transennata dalla polizia locale; all'inizio c'è un negozio da barbiere, il «Mosbim's»: barba all'islamica, 3 sterline e 50, taglio tattico un po' meno. I clienti devono chiedere il permesso, per percorrere i pochi metri che li separano dall'entrata. La casa di Lindsay Germaìne, che per campare faceva l'impiegato in una ditta di trasporti, è a pochi metri. Tutta di mattoni rossi; all'ingresso una grande tenda blu per proteggere la mamma e il piccolo dal caldo. I vicini di casa sono inglesi, e continuano a restarsene tranquilli nel giardino che confina con il mujaheddin anglo-giamaicano. Hanno una vasca di plastica azzurra piena d'acqua, e i bimbi giocano rumorosamente. ignari. A cento metri c'è ima delle tre moschee di Aylesbury. Per piacere, non parlate all'Imam di integralisti. Al giornale locale, il «Bucks Herald», Abdul Dayan, ha detto qualsiasi cosa, contro ì terroristi: «Il male non prevarrà sul bene, e vigileremo affinchè i nostri giovani non cadano preda di predicatori perversi e criminali». E Mas'ud Ahmed Khan, altro esponente della comunità è durissimo: «Disgustato, oltraggiato, amareggiato, triste ed allibito . per gli attacchi suicidi di Londra». Più di così. A Northern Street, tutto questo sdegno, almeno in apparenza, non c'è. I ragazzi musulmani, quasi tutti di origine pachistana, come i bombers di Leeds, guardano torvi ì poliziotti che bloccano la strada. Gli agenti hanno in mano la lista degli abitanti, dì chi può e non può passare. Il barbiere, il signor Bhattì, è sulla porta, ed è contrariato pure luì. Gh affari sono affari. Ci sono molti ultraortodossi, tuniche e zuccotto bianchi, le barbe regolamentari; adesso, mentre una bambina di una decina d'anni, velata di nero, oltrepassa il blocco con un gelato in mano, la storia dì Lindsay, sì capisce un poco di più. Negli ultimi tempi, dice Helen Gray, che abita con marito e fighe piccola, più o meno come quella di Lindsay, si vedeva meno: «Era un solitario, in apparenza gentile, molto riservato. La moglie? Aveva il rossetto sotto il burqa. Neanche un saluto, con lei». A Leeds lo porta il chimico della gang, l'egiziano. Davanti alla sua casa di Alexandra Grove, trovata imbottita di esplosivo, c'è la moschea che tutti e due frequentano assiduamente. Un amico, Habed Shad: «Aveva un fisico potente, ben costruiLo, non grasso. Vestiva molto tradizionalmente e spesso sì fermava dopò la preghiera a giocare con i bambini. Uno studioso di arabo, un autodidatta, molto devoto». Ma il taxista di Aylesbury, Iqbal Sadìqqi, spiega «che quello era un fanatico, sempre a leggere le scritture, a cercare di convincerci di qualcosa». Le parabole della Cnn e della Bbc sono da tre giomi in Northern Street, eccitano la gente. Mai viste li, prima. Da qui, dalla stretta Northern Street, Lindsay Germaìne è partito, di buon passo, all'alba del 7/7. In treno, ha raggiunto la stazione dì Luton, a sole 20 miglia dì distanza. La preghiera collettiva con gli altri suicìdi, le ultime disposizioni del pachistano di Al Quaeda che ha pianificato l'attacco, il rito della sincronizzazione degli orologi. Poi King's Cross e la discesa nel metro. Alle 8,50, di lui non è rimasto nulla. Il suo corpo, dice la polizia, si è «polverizzato». Musulmani inglesi raccolti nella preghiera di venerdì alla moschea centrale di Londra Un poliziotto con il tipico elmetto montala guardia sulla porta della casa di Aylesbury dove abitava LindsayGermaine,il kamikaze numero quattro

Luoghi citati: Aylesbury, Londra