A Srebrenica il mea culpa dell'Occidente

A Srebrenica il mea culpa dell'Occidente "","" . , H DELEGAZIOWi Di 55 PAESI RICORDANO i WIORTI INNOCENTI MENTRE GLI AUTORI DELLA STRAGE RESTANO IN LIBERTA - ■■'.: - ■. - : ' ' ^ '■■' ': ' .- :-. '■■^■: ; ^. PER LA PRIMA VOLTA BELGRADO PARTECIPA ALLA COMMEMORAZIONE A Srebrenica il mea culpa dell'Occidente Dieci anni dopo l'eccidio dei musulmani in Bosnia rappresentanti dell'Onu, della Nato e dell'Unione Europea riconoscono in coro «E' stato un fallimento vergognoso della comunità internazionale» Ingrid Badurina ZAGABRIA «Srebrenica è una vera vergogna per la comunità intemazionale: l'aver permesso che questo male accadesse sotto i nostri occhi senza che noi fossimo riusciti a fare nulla». Le parole di Jack Straw, ministro degh Esteri della Gran Bretagna, riassumono il sentimento comune delle delegazioni di 55 Paesi che ieri hanno assistito nel centro memoriale di Fotocari alla commemorazione del decimo anniversario della strage di Srebrenica. n più grande massacro nella storia dopo la seconda guerra mondiale, quando le truppe serbo-bosniache hanno trucidato 8000 musulmani, è avvenuto infatti in una zona «protetta» dall'Onu, ma i caschi blu olandesi non hanno fatto niente per fermare le esecuzioni. «La tragedia di Srebrenica peserà sempre sulla storia delle Nazioni Unite», ha confermato Mark Brown, inviato speciale di Kofi Annan, aggiungendo che la responsabilità è di coloro che hanno pianificato e perpetrato il crimine. Stesso tono per l'artefice degh accordi di Dayton, l'americano Richard Holbrooke: «Srebrenica è l'insuccesso della Nato, dell'Occidente e delle forze di pace dell'Onu. Non doveva accadere». Nel 'itio messàggio l'Alto rappresentante dell'Ile per la pohtica estera Javier Solana ha usato espressioni ancora più forti: «Continuiamo a vergognarci per quel crimine mostruoso: le vittime avevano posto fiducia in noi e noi le abbiamo tradite. E stato un colossale, collettivo, vergognoso fallimento». ' Ùuél'fche a dieci anni di distanza pesa ancora di più è che i due principah responsabi- li del genocidio, l'ex-presidente serbo-bosniaco Radovan Karadzic e il comandante delle truppe serbe il generale Ratko Mladic sono tuttora in libertà. «Non ci potrà mai essere riconcihazione senza che giustizia venga fatta», hanno ripetuto ieri i familiari delle vittime. Decine di migliaia di persone provenienti da ogni parte della Bosnia sono venute a rendere omaggio ai morti. In prima fila le madri e le mogli, molte sono ancora alla ricerca dei loro cari. Finora sono stati esumati i resti di 6000 vittime, ritrovate in decine di fosse comuni. Ieri a Potocari si è svolto il funerale di altre 610 vittime del massacro' lé"fcùi 'spoglie provengono da una deUe ultime fospe indivi¬ duate. «Dopo dieci anni sono riuscita a dare sepoltura a mio padre e a mio figho. Ma di mio marito non so ancora nulla», dice ima donna musulmana in lacrime. Altre madri piangono i loro figli: i miliziani serbi hanno ucciso indistintamente i giovani e gh anziani. Lo hanno accertato gh esperti forensi della Commissione per la ricerca dei dispersi che non hanno smesso di lavorare neanche ieri. Tre giórni fa hanno aperto la fossa di Budak, a poca distanza da Fotocari. Si tratta di una fossa cosidetta «secondaria», dove i cadaveri sono stati trasferiti dal primo luogo di sepoltura per cercare di nascondere le prove del massacro. Fer la prima volta in dieci anni alla commemorazione di Srebrenica è arrivata una delegazione da Belgrado. Il presidente della Repubblica Serba Boris Tadic si è inchinato, ma non ha rilasciato nessuna dichiarazione ufficiale né si è scusato con i musulmani come avevano annunciato alcuni giomah. Tuttavia, in un'intervista al quotidiano Nezavisne Novine di Banja Luka Tadic ha dichiarato di essere andato a Srebrenica per rendere omaggio alle vittime innocenti del crimine. «Dobbiamo dimostrare che i cittadini della Serbia non stavano dietro il crimine, dobbiamo dimostrare la distanza tra i cittadini e i criminali. Da questo dipende il nostro futuro», ha detto Tadic, aggiun¬ gendo di sperare nell'imminente arresto del generale Mladic. «Spero che riusciremo a farlo nei prossimi giomi. Questa è la mia speranza per il nostro popolo, per il nostro Faese, senza questo non possiamo rivolgerci all'Europa, non possiamo pensare ah'adesione all'Ue». Come aveva annunciato, non ha partecipato invece Carla del Fonte, procuratore capo del Tribunale penale intemazionale dell'Aia per i crimini di guerra in ex-Jugoslavia. E numerosi commenti dei media bosniaci hanno sottolineato ieri che è inaccettabile che i potenti del mondo si ricordino di Srebrenica ima volta ah'anno, in occasione dell'anniversario del genocidio. Molte.delle 8 mila vittime non sono state ritrovate «Finalmente ho sepolto mio padre e mio figlio Ma di miamarito nonso nulla», dice una donna La disperazione di una musulmana bosniaca durante la cerimonia di commemorazione La gente di Srebrenica prega sulle bare di 610 vittime sepolte nel corso della cerimonia di ieri. Dopo dieci anni si cercano ancora i resti dei bosniaci massacrati e buttati in fosse comuni

Luoghi citati: Belgrado, Dayton, Europa, Gran Bretagna, Serbia, Zagabria