«Pedalavo con la bomba sotto il sellino della bici»

«Pedalavo con la bomba sotto il sellino della bici» L'INCUBO UNABOMBER A PORTOGRUARO «Pedalavo con la bomba sotto il sellino della bici» Parla Sandra, la donna che ha scoperto l'ordigno e ha dato l'allarme E' uno dei pochi errori del folle che da dieci anni terrorizza il Nord Est Il sindaco: «Qui ha già colpito 4 volte». Le indagini a un punto morto Fabio Poletti inviato a PORTOGRUARO (Venezia) Due chilometri e trecento metri con una bomba sotto al sellino. Due giorni con un ordigno nascosto nella bicicletta, appoggiata al muro di casa. «Non mi sono accorta di nulla, ho pedalato dalla stazione fino a qui e non sapevo che c'era una bomba...». Sandra P., 38 anni, bibhotecaria all'università di Padova, è una donna molto fortunata. Solo il caso, solo la pioggia degh ultimi giorni che ha ossidato i contatti elettrici dell'innesco dell'ordigno, ha evitato che questa donna diventasse l'ultima vittima di Unabomber, dodici anni di attentati in mezzo Nord Est, nemmeno un errore, nemmeno una traccia in mano agh investigatori. «Ho capito subito che si trattava di una bomba. Ho immaginato che potesse essere Unabomber... Qui nel Nord Est, ci stiamo attenti...», fa mettere a verbale Sandra P., nemmeno troppo spaventata dopo quello che è successo. La pohzia, in attesa di tutti gh accertamenti, le ha imposto di non parlare. Lei stessa ha chiesta di essere tutelata nella privacy. Al telefono parla solo il fratello, Sergio: «La situazione è del tutto normale. Se mia sorella è ancora sotto shock? Non so nemmeno se lo sia mai stata veramente...». Niente panico, niente allarmismi, la vita ai tempi di Unabomber va avanti come se nulla fosse. dopo trentatre attentati nel mucchio, qualche ferito, qualcuno più grave di altri ma mai un pericolo serio perché Unabomber non vuole uccidere, si accontenta di piazzare i suoi ordigni, poi aspetta di vedere l'effetto che fa. Questa volta ha dovuto attendere qualche giomo più del previsto. Sandra P. che lavora a Padova dove abita, toma a casa dai suoi genitori ogni fine settimana. Per gli spostamenti usa il treno, come fanno tanti. Gli ultimi chilometri qui a Portogruaro li fa pedalando su una vecchia bicicletta da don" na, una volta bianca, oggi tutta ruggine. Uguale, troppo uguale ad altre cento che i pendolari lasciano ogni giomo davanti alla vecchia stazione color ocra dove adesso è inutilmente parcheggiata un'auto della pohzia. «Ho lasciato la bicicletta davanti alla stazione, chiusa.con il lucchetto, per una settimana. C'era brutto tempo, non potevo usarla. Solo giovedì l'ho riportata a casa dei miei genitori...». Due chilometri e trecento metri. Quanto è lunga la strada dalla stazione color ocra fino a questo villino a un piano, in una piccola traversa della provinciale che porta a Trieste. In cortile, appoggiate al muro, ci sono le biciclette di tutta la famiglia. Meno quella di Sandra P., passata al microscopio del Ris dei carabinieri di Parma insieme ah'ordigno, alla ricerca di ima traccia, un indizio, un frammento di impronta digitale, l'errore impossibile che risolve il caso, come si vede solo alla televisione. «L'esame tecnico è ancora in corso...», spiega Vittorio Borraccetti, procuratore capo a Venezia, mentre conferma che la firma è sempre quella di Unabomber, un involucro di metallo di circa dieci centimetri, una piccola fiala piena di nitroglicerina, un filo elettrico, una resistenza, una pila, l'innesco a pressione che va in tilt per la pioggia di questi giorni che ossida i collegamenti. La bicicletta rimane parcheggiata in cortile due giorni, fino a sabato pomeriggio alle tre. Quando Sandra P. decide di andare a fare un giro. Pedala ancora per cento metri, poco più. All'angolo con la provinciale si accorge di quel piccolo parallelepipedo di metallo che cade da sotto al sellino. Ci sono ancora due pezzi di nastro adesivo trasparente. Si vede un po' di filo elettrico. La donna intuisce. Chiama il fratello che è in casa. Arriva il 113. Gli investigatori all'inizio sospettano che Unabomber possa aver piazzato l'ordigno sotto al sellino, mentre la bicicletta era nel cortile di casa. Non è mai successo, sarebbe un cambiamento di strategia. «E' l'ipotesi meno probabile...», ammettono gli investigatori che, dòpo aver ascoltato per ore il racconto della donna, si convincono che ancora una volta Unabomber ha sparato nel mucchio, sceghendo ima bicicletta tra le tante parcheggiate in stazione, nemmeno troppo diversa da tutte le altre. «Ma non può essere un caso se Portogruaro è stata colpita altre tre volte», lancia l'allanne il sindaco Antonio Bertoncello. Forse ha ragione. Unabomber è uno di qui, uno che si muove nel Nord Est in un raggio di trenta chilometri. Uno qualunque, ma nessuno sa ancora chi sia. mJMh La via dove è caduto l'ordigno che era stato piazzato sotto il sellino della bicicletta

Persone citate: Antonio Bertoncello, Fabio Poletti, Sandra P., Vittorio Borraccetti

Luoghi citati: Padova, Parma, Portogruaro, Trieste, Venezia