Ernesto Olivero «Solo con il dialogo si evitano le stragi» di Francesca Paci

Ernesto Olivero «Solo con il dialogo si evitano le stragi» Ernesto Olivero «Solo con il dialogo si evitano le stragi» colloquio Francesca Paci TORINO IL 7 luglio l'Arsenale della Pace ha ammainato la bandiera arcobaleno. «Siamo a lutto», spiega il fondatore della struttura torinese Emesto Olivero. Si piange l'attentato in Gran Bretagna, Ma il colorato vessillo calato a mezz'asta per ricordare i morti vuole essere anche il simbolo della minaccia che inccmbe sul mondo. Perché, secondo Olivero l'umanità è a un bivio: «Noi arabi, noi israeliani, noi europei, noi americani, noi cinesi, sappiamo che siamo sull'orlo del precipizio? Sappiamo che il terrorismo è il sintomo e non la causa del male che rischia di consumarci? Il nostro nemico è l'odio che cresce nella miseria, nella fame, nell'indifferenza, e armagli assassini». N fih Non una frontiera che contrappone due civiltà, piuttosto una specie di virus intemo alle società tutte. Così, il Sermig prega. Dopo le immagini insangumate della City, le stesse dei treni di Madrid, delle torri gemelle di New York, del ristorante La Casa de Espana di Casablanca, Olivero rinnova l'invito al dialogo, unico antidoto secondo lui. contro il veleno fondamentahsta: «D terrorismo si vince anche dichiarando guerra alla povertà, alle malattie, all'analfabetismo, alla vendetta. Oggi, di fronte alla strage, siamo i ldii li gtutti londinesi e raccogliamo aiuti per le vittime, ma non basta. C'è ima strage ogni 3 secondi, ogni volta che un uomo muore di fame». Tolleranza, disponibilità, confronto. Eppure, l'apertura della capitale inglese, dove da sempre le differenze culturali ed etniche trovano spazio, non l'ha protetta, E ora? «L'unica chance di resistenza è aprirsi ancora di più», suggerisce Emesto Olivero. «So che sembrerà paradossale, ma cosa hanno ottenuto i kamikaze, i muri divisori, la pioggia di fuoco sull'Iraq? Odio. Se d chiudiamo a riccio siamo perduti. Dobbiamo tornare a Dio, ad un mondo a misura di uomo e di donna, all'amore che rende la gente di buona volontà più forte degli assassini». L'Arsenale torinese che ha già una sede ad Ammam ed una a San Paolo, in Brasile, sta lavorando per avviare una succursale a Baghdad. Si chiamerà l'Arsenale della Concordia, che nella terra dei due fiumi è il presupposto della pace. Ogni sera, dalle 21 alle 22, il Sennig tace, una pausa di silenzio, r«ora del cuore disarmato». «Questa carneficina ci pone una sfida, dobbiamo trasformare la rabbia e la paura in responsabilità. Dobbiamo essere saggi e non cedere alla vendetta. Quando ero piccolo si diceva che ogni morto di guerra costava 5 miliardi, una cifra assurda e inutik. Potrenmio sfamard interi villaggi afiicani, vaccinare scolaresche, bonificare terreni malancl Ci conviene?». Ernesto Olivero

Persone citate: Ernesto Olivero, Olivero

Luoghi citati: Ammam, Baghdad, Brasile, Gran Bretagna, Iraq, Madrid, New York, San Paolo, Torino