Muore in un incidente Il cadavere scoperto dopo quattro ore di Giampiero Maggio
Muore in un incidente Il cadavere scoperto dopo quattro ore SALERANO. LA DISGRAZIA ALLE DUE DI NOTTE SENZA CHE VI FOSSERO TESTIMONI Muore in un incidente Il cadavere scoperto dopo quattro ore L'auto era finita in nn campo di mais a fianco dell'autostrada Torino-Aosta Giampiero Maggio Un hoato assordante, tanto da essere udito da chi vive a pochi passi dall'autostrada. Seguito da un fragore durato pochi istanti e dalle scintille delle lamiere che grattano l'asfalto e illuminano la notte. Poi, di nuovo silenzio e buio. Sono le 2 di ieri notte quando Massimo Bonesio, 47 anni, residente a Torino in via Roveda 16 perde il controllo della sua Fiat Marea Station Wagon diretta ad Aosta. L'auto, come un proiettile impazzito, finisce prima contro il guard rail, poi, dopo ima serie di carambole termina la sua corsa nel campo di granoturco che costeggia la A5 Torino - Aosta, sul territorio di Salerano. Il corpo senza vita dell'uomo viene trovato, però, quasi quattro ore dopo, riverso tra i filari di mais. E adesso c'è chi punta il dito contro la Polstrada, gli uomini delle pattuglie che ogni notte «battono» il tratto di asfalto che collega Torino al capoluogo valdostano gestito dall'Ativa. «Possibile - dicono gli abitanti che vivono a pochi passi da dove si è verificato l'incidente - che non siano stati in grado di notare la carcassa di quella macchina? Quel poveraccio è rimasto lì, tutto solo, per quasi quattro ore. E' incredibile...». Gh agenti della stradale si mettono al lavoro solo verso le 5,30: è un automobihsta di passaggio, forse aiutato dalle prime luci dell'alba, a scorgere la Marea accartocciata, ridòtta ad un ammasso di lamiere e a dare l'allarme. A quel punto la macchina dei soccorsi si mette in moto. Viene ritrovato anche il Corpo ormai senza vita di Massimo Bonesio: è ridotto ma- le, quasi certamente è morto sul colpo per cui ogni intervento, anche tempestivo, non sarebbe servito a salvargli la vita. C'è da dire, a difesa degli agenti, che quel tratto di autostrada è buio, costeggiato da campi che si perdono a vista d'occhio e spezzati solo da un gruppo di villette (queUe in cui vivono coloro che hanno udito il boato intorno alle 2) e alcune cascine. Quasi impossibile, quindi, scorgere quell'auto seminascosta dal {pano. Però i segni, le tracce lasciate dall'auto sull'asfalto potevano essere notati. Non resta, allora, che tentare di ricostruire la dinamica sulla base delle tracce lasciate dalla Marea. I segni indicano che Bonesio ha cercato di evitare l'impatto contro il guard rail centrale sterzando violentemente verso destra. E' a quel punto che l'auto, molto probabilmente lanciata ad alta velocità, si è trasformata in un proiettile impazzito ed è diventata incontrollabile. La Marea ha centrato un punto dove il guard rail laterale, quello che divide la carreggiata dalla scarpata, si apre ed è schizzata in cielo. Ha carambolato più volte superando la recinzione che divide l'autostrada dai campi di mais e atterrando diversi metri lontano dal luogo dell'impatto. «Lo abbiamo sentito quel boato - dicono alcuni abitanti della zona - ma non abbiamo immaginato che si trattava di un incidente». Lo hanno capito alcune ore dopo, quando a pochi passi dalle loro abitazioni hanno notato le auto della stradale e le ambulanze. Era già giorno pieno quando il corpo di Massimo Bonesio è stato caricato sul carro funebre e trasportato all'obitorio. L'auto riversa in un campo di mais a fianco dell'autostrada estate notata solo alle prime luci dell'alba
Persone citate: Bonesio, Massimo Bonesio
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