«Ho usato la pistola per una multa ingiusta»

«Ho usato la pistola per una multa ingiusta» L'INCHIESTA. NOTTE DI INTERROGATORI PER L'EX INFERMIERE DI GRUGLIASCO CHE HA RISCHIATO DI FARE UNA STRAGE A COLLEGNO. NESSUNA PAROLA DI SCUSA O PENTIMENTO «Ho usato la pistola per una multa ingiusta» gracconto del pensionato che ha sparato contro una pattuglia. Il pm: tentato omicidio premeditato Giorgio Baflario Angelo Conti «Li stavo implorando di non darmi la multa e di non togliermi i 6 punti dalla patente. E loro niente, continuavano a comportarsi da prepotenti. Nel frattempo almeno altre due auto sono passate con il rosso, e loro niente. Allora gli ho detto: "Perché non fate la contravvenzione anche a quelli?". Mi ha risposto la vigilessa: "Eh, se dovessimo multare tutti quelli che passano col rosso ci perderemmo l'intera giornata". È stato in quel momento che mi son detto: "Basta, lifaccio fuori"». È uno dei passaggi più drammatici dell'interrogatorio di Antonio Piccatti, il pensionato arrestato mercoledì sera dopo aver sparato ai tre vigili di Collegno che l'avevano appena multato. Una confessione spietata resa dall'uomo verso mezzanotte davanti al pm Marco Bouchard e all'avvocato d'ufficio Caterina Caneparo. Visibilmente sotto choc e ancora annebbiato per il vino bevuto prima di «vendicarsi» dei civich collegnesi - al momento dell'arresto il test ha rivelato nel sangue di Piccatti un grado alcolico di 2,31 milligrammi - lo sparatore ha però rivelato con lucidità il folle proposito di farsi giustizia per il presunto torto subito al semaforo di via Pianezza, in zona Stazionetta a Collegno. Quanto basta per indurre il pm Bouchard ad aprire un fascicolo per triplice tentato omicidio, con l'aggravante della premeditazione. C'è un altro aspetto, però, sul quale il magistrato intende far piena chiarezza. Antonio Piccatti era da tempo in cura presso i servizi psichiatrici dell'ospedale Martini per una depressione aggravata dalle condizioni di salute della moglie, eppure nessuno ha mai pensato di ritirargli il porto d'armi e il permesso di detenere legalmente in casa una gran quantità di fucili e pistole. Il pensionato era infatti appassionato d'anni da fuoco e fino a qualche anno fa si recava regolarmente a sparare al poligono di tiro. Se mercoledì sera non ha fatto ima strage è forse merito del bottiglione di vino che ha ingurgitato prima di ritornare alla Stazionetta. «Ha sparato da un paio di metri spiega Bouchard - se fosse stato lucido diffìcilmente avrebbe sbagliato bersaglio». Mentre Piccatti si asserragliava nella sua casa di Grugliasco, minacciando di fare una strage, forze dell'ordine e magistrati hanno cercato di escogitare una soluzione che evitasse lo spargimento di sangue. In un primo momento si era offerta di parlamentare con il pensionato la vicina di casa, che lo conosce molto bene e l'ha sempre giudicato una persona mite e tranquilla. Poi si è deciso che a tentare la trattativa dovesse essere il colonnello Antonio De Vita, comandante del nucleo radiomobile. È stato lui che, in 80 minuti di dialogo e negoziati, ha piano piano riportato alla calma l'ex infermiere di Orugliasco ed è stato lui che, al momento giusto, ha dato il via al blitz che ha portato alla sua cattura, senza colpo ferire. «La situazione era delicata spiega De Vita - ma avevamo il dovere di rispettare la vita umana. Sia quella di una persona dal sistema nervoso evidentemente scosso, sia quella degh uomini che stavano lavorando per renderlo inoffensivo. Messa in sicurezza la casa abbiamo cercato di non sbagliare nulla, di non offrire occasioni di equivoco, di fare breccia nella sua apparente follia perindurlo ragionare». Antonio Piccatti ce l'aveva con le divise: «Mi ha detto che non si fidava di me, che ero appunto in divisa. Poi si è un po' sciolto ed ha cominciato a chiedermi se facevo multe. Io gh ho risposto che non ne avevamo mai fatte e che, anzi, di solito le prendevo. Così il discorso è scivolato a quanto era accaduto all'incrocio». Convinto di aver subito un gravissimo torto, Piccatti appariva molto confuso: «Era furibondo sia per i 138 euro da pagare e sia per i 6 punti persi sulla patente - aggiunge il colonnello - Sono riuscito a calmarlo un po' parlandogli della moglie, che è inalata, e facendomi raccontare della figlia. Mi sembra die non avesse una chiara percezione di quanto aveva fatto, non ha mai parlato della vigilessa che aveva colpito e non ha. piai chiesto come stava». La trattativa ha avuto una soluzione improvvisa. L'indicazione decisiva l'ha colta ancóra il colonnello De Vita, quando ha visto l'ex infermiere posare un attimo la pistola. «Abbiamo sfruttato quell'attimo - spiega il comandante provinciale, il colonnello Angelo Agovino - anche perché si stava facendo buio e la situazione sarebbe stata meno gestibile. Così abbiamo fatto intervenire in contemporanea le tre squadre che avevamo gradatamente avvicinato allo squilibrato. In questo c'è stata una perfetta sinergia fra il comandante della stazione di Grugliasco, maresciallo Lojacono, che ciba continuamente assistito grazie alla sua conoscenza del quartiere e persino di quella casa, e con le tre squadre che stavano operando per chiudere a tenaglia il pensionato, ovviamente coperte alle spalle dai tiratori scelti che avevamo subito dislocato tutto intorno». Piccatti è stato raggiunto e disarmato in pochi secondi. In casa c'era un piccolo arsenale, ma tutte le armi risultavano denunciate per «collezione». «Quando hanno detto che non potevano muitaretutti ho perso la testa e ho pensato: "Li faccio fuori"» Larrestato, depresso, era seguito dai servizi psichiatrici «Perchè, allora, aveva ancora il porto d'armi?» Grugliasco, ore 21.40: i carabinieri hanno appena catturato Antonio Piccatti

Luoghi citati: Collegno, Grugliasco