Il Papa invitato a Gerusalemme di Marco Tosatti

Il Papa invitato a Gerusalemme LA LETTERA DI SHARON IN VATICANO Il Papa invitato a Gerusalemme Marco Tosatti CIHÀ DEL VATICANO ( Nuovi gesti di attenzione reciproca fra papa Ratzinger e il mondo ebraico. Ieri Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il ministro delle Comunicazioni di Israele, Dalia Itzik, che gli consegnato una lettera personale di Ariel Sharon, e l'invito a recarsi in Terrasanta. La notizia, confermata dall'ambasciata israeliana presso la Santa Sede, è stata diffusa dalla radio pubbhca d'Israele, «Kol Israel», che ha intervistato la stessa Itzik. «Ho consegnato al Papa una lettera del primo ministro, che lo invita a recarsi in visita in Israele - ha detto il ministro - e mi ha risposto che Israele figura sulla lista delle sue visite prioritarie». Dalia Itzik ha aggiunto che «Il Papa e molto caloroso nei confronti di Israele e dà la sensazione di assumere la continuità con il suo predecessore, che era un amico sincero di Israele e del popolo ebraico». Q ministro delle Comunicazioni è stato D primo membro c|el governo israeliano a varcare il Portone di Bronzo per un'udienza. A Benedetto XVI ha portato in dono un francobollo commemorativo, che ricorda la storica visita di Giovanni Paolo II al «Muro del Pianto». Il bollo riporta la frase che il predecessore di Benedetto XVI pronunciò in Terra Santa: «Possa la pace essere il regalo di Dio nella terra che lui scelse come sua». Di concreto, fanno sapere in Vaticano, ancora non c'è nulla, per quanto riguarda un'eventuale visita di papa Ratzinger in Medio Oriente, anche se l'attenzione mostrata sin dai primi momenti del suo regno ai «fratelli maggiori» avvalora l'ipotesi che la risposta di papa Ratzinger a Dalia Itzik non sia soltanto un segnale di cortesia. E d'altronde nel viaggio per la Giornata Mondiale defla Gioventù, a Colonia, dal 18 al 21 Papa Benedett XVI agosto, Benedetto XVI si recherà in visita alla Sinagoga di Colonia. «L'Olocausto è ancora una ferita aperta per noi tedeschi, gli ebrei non sono un popolo qualsiasi, sono nostri fratelli e sorelle - ha detto martedì scorso il cardinale di Colonia, Joachim Meisner - e dobbiamo lavorare per far sì che non avvenga più niente di simile. Per questo, sono felice che il Papa visiti la Sinagoga di Colonia». Sarà la seconda visita di un Papa in una sinagoga, e Benedetto XVI pregherà in ebraico in occasione della sua visita «come segno di unità». Papa Ratzinger scrisse nel 2000 che «Lo "Shema"1, ossia T'Ascolta Israele" del Deuteronomio è iì-, e rimane l'autenti¬ co fulcro dell'identità religiosa non soltanto di Israele, ma dell'intera cristianità. Con questa parola muore l'ebreo credente, i martiri ebrei hanno esalato l'ultimo respiro con essa e per essa: "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo". Che poi questo Dio ci monstri in Gesù Cristo il j suo voltò che Mosè non poteva vedere nulla cambia di questa professione di fede, nulla cambia della sostanza di tale identità». Benedetto XVI che, fin dal primo giomo del suo pontificato ha mostrato una particolare attenzione ai «fratelli ebrei», con un messaggio fatto pervenire già il 21 aprile al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, per affermare la volontà di continuare D dialogo con gli ebrei, seguendo le orme del suo predecessore. E papa Ratzinger, nelr omelia del 24 aprile, rivolse un saluto ai «cari fratelli del popolo ebraico, ai quali disse - siamo legati da un grande patrimonio spirituale comune». Il 9 giugno, infine ha ricevuto una delegazione dell'«International Jewish Committee» guidata dal suo presidente, il rabbino Israel Singer, insieme con il presidente del World Jewish Congress, Edgar Bronfman. ( iì-, Papa Benedetto XVI