Londra trasforma Singapore in un'altra Trafalgar

Londra trasforma Singapore in un'altra Trafalgar GIUBILO NELLA CAPITALE BRITANNICA, UNA PIOGGIA DI CONGRATULAZIONI AL PREMIER DALLA REGINA IN GIÙ' Londra trasforma Singapore in un'altra Trafalgar Battuta la candidatura di Parigi ai Giochi olimpici del 2012 per 4 punti Maria Chiara Bonazzi LONDRA Il giubilo di Londra si è innalzato fino alla statua di Nelson, che ieri, dall'alto della sua colonna in Trafalgar Square, pareva quasi bearsi di questa vittoria inaspettata sui francesi, con i quali recentemente ci sono state scaramucce in materia di politica agricola e cucina. Ma per fortuna in piazza non c'era traccia di revanscismo. La capitale britannica aveva trattenuto il fiato fino all'ultimo, sapendo che Parigi era la grande favorita nell'assegnazione delle Olimpiadi del 2012. Così, quando i maxi schermi della piazza hanno trasmesso l'annuncio da Singapore, la gioia ha assunto tutta la forza dell'incredulità e della sorpresa, riassunte nel «grazie» che si è srotolato da un drappo bianco mentre la gente si abbracciava sventolando bandierine. Al termine di un voto finale sul filo del rasoio, Londra ha battuto Parigi ai traguardo per 54 voti contro 50, dopo l'eliminazione consecutiva di Mosca, New York e Madrid. E subito il Paese ancora stordito, dalla regina in giù, ha cominciato a ripartire i meriti di questo strepitoso successo, che riporterà ì Giochi nella capitale britannica per la terza volta dopo il 1908 e il 1948. EUsabetta ha inviato le sue congratulazioni per aver «battuto uno schieramento così altamente competitivo», ma la reazione più euforica è stata senza dubbio quella di Tony Blair da Gleneagles; «E' fantastico. Sono elettrizzato. Non capita spesso nel mio lavoro di esultare con il pugno in aria e saltellare su e giù e abbracciare la prima persona che ti sta vicino. Molti credono che Londra sia la più grande città capitale del mondo e le Olimpiadi la aiuteranno a restare tale». Blair ha motivo di essere soddisfatto; una vecchia gloria dello sport britannico come Steve Redgrave crede che la sua offensiva diplomatica a Sjngapore sìa stata determinante per portare a Londra i voti decisivi. AUa vigilia del G8, il primo ministro aveva passato tre giornate a incontrare personalmente una trentina dì membri del comitato intemazionale olimpico per fare opera di persuasione e dimostrare che il governo britannico vuole fino in fondo questi Giochi. Il sindaco dì Londra Ken livingstone, che ha da tempo seppellito l'ascia con Blair, ha detto raggiante; «Non riesco a pensare a nessun altro leader con la voglia di passare tre giorni qui a parlare coi delegati». A corroborare il messaggio di Londra c'erano anche grandi atleti quali David Beckham, Denise Lewis, Bobby Charlton e da una delegazione nella quale i londinesi, astutamente, avevano incluso molti bambini, a simboleggiare il futuro delle Olimpiadi e la passione sportiva del Paese. Ma è stata sicuramente trascinante, durante l'anno passato, la tenacia di Sebastian Coe, leader del sogno olimpico londinese, già duphce medagha d'oro nei 1500 metri ai Giochi del 1980 e 1984 e oggi Lord conservatore. Coe ha fatto una brillante presentazione, preceduta da una pervasiva campagna di pubbliche relazioni che ha puntato molto anche sulla rigenerazione del povero East End londinese. Ieri, ancora in stato di choc come il resto della delegazione londinese, Coe ha detto; «E' l'opportunità più fantastica per fare tutto ciò che avevamo sempre sognato nello sport britannico». Jacques Rogge, presidente del comitato intemazionale olimpico, nel lodare r«alta qualità» della candidatura dì Londra ha detto; «Brava Londra. Questa vittoria ci fa molto piacere. Conosciamo la crudeltà dello sport, ma questo è un gioco ancora più crudele con una medagha sola; quella d'oro». Nelle votazioni. Mosca era uscita di scena per prima; New York è stata eliminata alla seconda toma- ta, che ha visto Madrid in testa con 32 voti contro i 27 di Londra e i 25 di Parigi; mozzafiato il terzo round, quando Londra è risultata in testa con 39 voti contro i 33 di Parigi e i 31 di Madrid; fino al testa a testa finale. Non si può negare però che la consapevolezza dì una vittoria sensazionale su Parigi abbia dato una soddisfazione speciale. Negli ultimi tempi, inglesi e francesi si sono guardati in cagnesco non soltanto a proposito della politica europea, ma anche per questioni di cucina, dopo che Chirac l'altro giomo ha definito il cibo britannico (di peggiore del mondo dopo quello finlandese». Ieri i londinesi si crogiolavano febei a fantasticare che, forse, i membri finlandesi del comitato olimpico se la siano legata al dito.

Persone citate: Bobby Charlton, Chirac, David Beckham, Denise Lewis, Jacques Rogge, Ken Livingstone, Maria Chiara Bonazzi, Sebastian Coe, Steve Redgrave, Tony Blair