Niente Immunità, ora Bossi rischia il carcere

Niente Immunità, ora Bossi rischia il carcere A STRASBURGO CONCESSA LA TUTELA ALL'EURODEPUTATO SOLTANTO PER LE OPINIONI NEI COMIZI Niente Immunità, ora Bossi rischia il carcere MILANO Due bei cazzottoni se li prese pure Umberto Bossi. A Roberto Maroni andò peggio: ricovero in ospedale e collarino. Ma quel che brucia davvero alla Lega, è il voto di ieri del Parlamento europeo - 200 voti a favore e 180 contrari - che ha negato all'onorevole Umberto Bossi l'immunità parlamentare per i tafferugli avvenuti il 18 settembre del '96, (piando la Digos di Verona su ordine del procuratore capo Guido Papalia cercò di perquisire la sede centrale del movimento in via Bellerio. Durissimo il commento del ministro delle Riforme Roberto Calderoh: «E' un fatto gravissimo. Nella perquisizione siamo stati aggrediti, non aggressori». Altrettanto decìsa la reazione del capogruppo del Carroccio alla Camera Andrea Gibelli: «Forcolandia ha dato ancora una volta legittimazione a chi vuole toghere' sovranità a questo Paese. Vergogna». In teoria, se Umberto Bossi venisse condannato a Milano per ì fatti di via BeUerio, potrebbe rischiare di finire in carcere. Ma per l'ex senatore leghista Matteo Brigandì, che da avvo¬ cato difende da sempre il leader del Carroccio, questa è una eventualità solo teorica: «Intanto perché la Cassazione ha già definito illegittima la perquisizione in vìa BeUerio. Poi perché punto alla sua assoluzione. E infine perché soà'o in corso le istanze di revisione de* processi, per le due condanne subite da Bossi e per cui ha già ottenuto la sospensione condizionale della pena, il processo Enimont a Milano e una vicenda di diffamazione a Bergamo». Ma la strada che porta Umberto Bossi ad essere processato per resistenza a pubblico ufficiale, violenza e minacce nei confronti dei funzionari della Digos, a sentire l'ex parlamentare Brigandì è quasi meno grave della valenza che ha la decisione di Strasburgo: «Una decisione giuridica ineccepibile, diversa la valutazione politÌT ca che è stata fatta...». Le critiche dei vertici leghisti sono respinte da Nicola Zingaretti, capo della delegazione italiana del Pse al Parlamento europeo che se la prende soprattutto con il ministro delle Riforme: «Il ministro Calderoh è in malafede, il Parlamento europeo ha decìso di difendere l'immunità di Bossi per altri tre procedimenti su quattro, garantendogli il diritto di esprimere lìberamente le sue opinioni. Il Parlamento europeo ha dimostrato una cultura democratica che il ministro Calderoh non conosce. Ciò lo rende sempre più incompatibile con la sua funzione di ministro della Repubblica». In effetti l'assemblea dì Strasburgo ha riconosciuto l'immunità di Bossi per altre tre vicende processuali che lo vedono imputato: a Brescia per alcune affermazioni sulla magistratura che gh sono valse un'accusa per diffamazione, a Bergamo per l'incitazione ad attaccare «i fascisti», a Padova per la denuncia dì un ex membro deUa Lega che sì era sentito diffamato. In tutti e tre i casi il Parlamento europeo ha ritenuto che le affermazioni fatte da Bossi «rappresentano l'espressione di opùhoni nel corso di scambi pohtici». Diversa la vicenda di Milano, per i fatti di vìa Bellerio del '96, quando gh agenti della Digos di Verona che volevano perquisire un ufficio di un dirigente politico del movimento - non un deputato, coperto da immunità - vennero bloccati sulla porta dai parlamentari leghisti e insultati al grido di «fascisti, fascisti» e «Pmochet, Pinochet». [f.pol.] lileaderdel partito è sotto accusa per i tafferugli del '96 nella sede di via Bellerio 18 settembre 1996: il leader della Lega Bossi durante! tafferugli di via Bellerio