La risposta della guerriglia alla Rice

La risposta della guerriglia alla Rice MA PER IJIHADISTI OGNI PASSO VERSO LA LEGITTIMAZIONE DEL GOVERNO FILO AMERICANO E' «UN TRADIMENTO DELL'ISLAM» La risposta della guerriglia alla Rice Ai Paesi arabi aveva chiesto: intensificate i rapporti con l'Iraq analisi Maurizio Mollnari corrispondente da NEW YORK IL rapimento dell'ambasciatore Ihab al-Sherif a Baghdad sembra la risposta della guerriglia islamica irachena al Segretario di Stato, Condoleezza Rice, che in occasione dei lavori della recente conferenza di Bruxelles sugli aiuti all'Iraq aveva chiesto ai Paesi arabi di accelerare la ripresa dei rapporti diplomatici con l'Iraq. «Bisogna aumentare il livello della rappresentanza diplomatica araba a Baghdad» disse la scorsa settimana la Rice, spiegando che in questa maniera si sarebbe accelerata l'integrazione della giovane democrazia irachena in Medio Oriente. La convinzione che il riconoscimento diplomatico di Baghdad sia decisivo per la stabilizzazione dell'Iraq è pari alla determinazione con cui Washington chiede ai Paesi arabi di allacciare relazioni con Israele perché al Dipartimento di Stato si ritiene che lo sviluppo di nuovi rapporti bilaterali possa giovane alla stabilità del Grande Medio Oriente. L'Egitto di Hosni Mubarak era l'esempio a cui la Rice si riferiva parlando a Bruxelles in ragione proprio dell'arrivo a Baghdad il 1 giugno di al-Sherif, veterano delle aree di crisi nonché ex ambasciatore in Israele. L'Egitto era diventato così il primo Paese arabo a nominare un ambasciatore . a Baghdad dall'indomani della deposizione di Saddam Hussein mentre la Giordania si impegnava a seguirne l'esempio «in tempi brevi» e Arabia Saudita e Kuwait non escludevano l'ipotesi in contatti diretti con il ministro degli' Esteri iracheno Hoshyar Zebari. «Ma per i jihadisti ogni passo verso la legittimazione araba del nuovo Iraq - spiega Jonathan Schanzer, autore del libro "Il nuovo esercito di Al Qaeda" deve essere contrastato in ogni modo, lo considerano un cedimento agli infedeli, un tradimento dell'Islam, la conferma della corruzione dei regimi filooccidentali». Da qui il sequestro, che appare un monito ad Amman, Riad e Kuwait affin¬ ché evitino di seguire i passi di Mubarak. Una traccia sulla possibile responsabilità del rapimento viene dal fatto che lo scorso anno fu rapito sempre a Baghdad Momdoh Kotb, numero tre dell'ambasciata egiziana a Baghdad, con un'azione rivendicata dai «Leoni delle Brigate di Allah», un gruppo islamico considerato vicino al capo terrorista Abu Musab al-Zarqawi, nonché distìntosi negli ultimi due anni per considerare «ogni straniero in Iraq un nemico da uccidere o sequestrare» per ottenere riscatti e finanziare gh attacchi. Era stato un rapporto Cia sulla guerriglia irachena, reso noto da alcuni giornali americani il 21 giugno, a preannunciare azioni sempre più spettacolari dei gruppi islamici «che cambiano tattiche ed obiettivi in continuazione per adattarsi a nuove necessità come anche alle nostre contromisure». , La capacità di organizzare e gestire il rapimento di un alto diplomatico pochi giorni dopo l'intervento di Condoleezza Rice a Bruxelles conferma la consistenza logistica degli insorti che, sempre secondo D rapporto della Cia, deve molto al crescente apporto di volontari stranieri in arrivo soprattutto da Arabia Saudita, Siria, Giordania, Yemen e Nordafrica. «L'Iraq è divenuto un magnete per i militanti islamici come avvenne per l'Afghanistan durante l'occupazione sovietica negli Anni Ottanta e per la Bosnia Erzegovina nel 1990 - ha spiegato un alto funzionario dell'amministrazione chiedendo l'anonimato - e ciò comporta il rischio che si trasformi in una sorta di "università del terrore"». Ad ascoltare alcuni analisti di intelligence del Pentagono sono due le conseguenze di questa situazione. Pruno: all'interno dell'Iraq le azioni della guerriglia sono destinate ad es¬ sere più perfezionate ed efficaci, guidate e gestite da jihadisti stranieri mentre la guerriglia baathista viene ridotta a compiti di manovalanza ed assistenza sul territorio. Secondo: l'Iraq rischia di diventare ima fucina di esperti terroristi urbani che, proprio come avvenuto con i migaheddin in Afghanistan e Bosnia, prima o poi tomeranno nei Paesi di origine per esportare le tattiche imparate. A tale riguardo c'è da notare che il senatore democratico Joe Biden, autorevole membro della commissione Esteri, ha recentemente affermato, incontrando ima delegazione italiana a Capitol Hill, di essere stato informato dall'intelligence sull'esistenza di «campi di addestramento di Ansar ai-Islam da dove partono terroristi dotati di passaporti europei e coreani» che potrebbero dunque avere obiettivi da colpire in nazioni alleate degli Stati Uniti. ( Militari iracheni sulla scena dell'esplosione di un'autobomba nel quartiere Al Mansour di Baghdad