E la DONNA PRETE sfida Ratzinger

E la DONNA PRETE sfida Ratzinger GENEVIEVE BENEY E' STATA CONSACRATA CON UNA INSOLITA CERIMONIA: E' LA PRIMA VOLTA CHE ACCADE IN FRANCIA E la DONNA PRETE sfida Ratzinger Paolo Romani PARIGI Per l'anagrafe è Geneviève Beney, 55 anni, laureata in teologia, sposata (senza figli) con un protestante. Vive nel villaggio di Saint-Victor-des-Oules vicino a Nimes, è impegnatìssima in azioni di volontariato, e milita in diversi movimenti cattolici contestatari. Ma adesso non si sa bene come rivolgersi a lei: bisogna chiamarla «padre» oppure «madre»? Da ieri, Geneviève è una spina nel fianco della Chiesa cattolica: sfidando i fulmini del Vaticano e delle autorità religiose d'Oltrdpe, è diventata la prima donna sacerdote francese, ordinata a Lione da tre «vescovi» (di sesso femminile, ovviamente), a bordo di una «péniche» (una chiatta) ormeggiata sulla Saona ai piedi della collina di Fourvière dominata da un'imponente basilica-santuario. L'insolita cerimonia, una prima assoluta per la Francia, ha attirato relativamente pochi fedeh e curiosi, ma in compenso si è svolta in ima baraonda indescrivibile, con il battello preso d'assalto da centinda di giornalisti, fotoreporter e cameramen. Il fatto positivo, comunque, è che non d sono stati incidenti ; si temevano contestazioni, o atti violenti di gruppi e «commandos» di integralisti, che invece non si sono fatti vedere. Le rappresaghe, però, non tarderanno a scattare. Il cardinale arcivescovo di Lione, Mons. Philippe Barbarin, ha pronta una scomunica per sanzionare quello che ha definito «un atto grave di rottura nei confronti della Chiesa cattolica». Il portavoce della conferenza episcopale francese ha ammonito che l'ordinazione di una donna è contraria alla dottrina e alle tradizioni della Chiesa: «Tutti gli apostoli scelti da Gesù, senza eccezioni, erano uomini», ha ricordato. Ma per Geneviève, e per le tre donne vescovo che l'hanno ordinata, la ceri¬ monia di ieri è stata «un atto di trasgressione cosciente ma legittimo». |lel corso di un'animatissima conferenza stampa, subito dopo l'ordinazione, hanno spiegato; «Il cardinale Barbarin ha ragione a parlare di "rottura". Ma per noi, il gesto è giustificato da una battaglia di 40 anni, che ha come obiettivo la rivalutazione del ruolo della donna nella Chiesa». «La rottura hanno aggiunto - è solo formale, visto che noi voghamo resta¬ re nella Chiesa per trasformarla dall'interno. Si tratta di lottare contro una situazione ingiusta, quella che riserva il sacerdozio ai soli uomini celibi». La scelta di Lione per l'ordinazione è tutto fuorché casuale, visto che è da sempre considerata la capitale religiosa della Francia. E' la città dei primi martiri cristiani della Gallia, ed è la sede storica del primate delle Gallie. Neppure la scelta di una «péniche» è casude; «Il battello - ha spiegato Elfride Hart, una delle fondatrici del movimento "Women ordination worldwide" - è un simbolo onnipresente nella Bibbia; come l'Arca di Noè è un luogo di accoglienza». A celebrare la cerimonia, come si è detto, sono stati tre «vescovi» donne, un'austriaca, una tedesca, una sudafricana (quest'ultima, Patricia Fresen, è un'ex religiosa domenicana che però ha lasciato l'ordine), segua- ci dell'arcivescovo argentino Romulo Braschi, membro della Chiesa cattolica ed apostolica carismatica di Cristo Re non riconosciuta dalla Santa Sede. Era stato proprio Mons. Braschi a ordinare sacerdoti l'austriaca Christine Mayer-Lumetzberger e la tedesca Gisela Forster, nel giugno 2002. Anche quella cerimonia (nel corso della qude la stessa Geneviève Beney era stata ordinata «diacono») era stata celebrata a bordo di un battello sul Danubio. L'ordinazione era stata duramente condannata dd cardinde Ratzinger, all'epoca non ancora pontefice ma prefetto della potente congregazione per la dottrina della fede. Particolare curioso; la tedesca Gisela Forster (uno dei tre «vescovi» che ieri hanno ordinato Geneviève Beney) è sposata con un teologo, pure tedesco, che era stato compagno di studi del giovane Ratzinger. «Conosco il Papa Ratzinger, lo amo molto e so che anche lui mi ama», ha scherzato ieri Gisela Forster. Il neosacerdote Geneviève ha annunciato che intende esercitare la sua funzione celebrando una volta al mese una messa insieme con un pastore protestante. Non esclude neppure la celebrazione di battesimi, matrimoni e funerali. Il che rischia di provocare ulteriori conflitti; nel deplorare l'ordinazione, la diocesi di Lione ha fatto notare che la Chiesa cattolica non è affatto misogina, visto che le donne sono già presenti nei consigli episcopali di quasi tutte le diocesi francesi, possono insegnare il catechismo, animare preghiere e servire la messa. Ma solo i preti (di sesso maschile) possono predicare e amministrare i sacramenti. Il divieto di ordinazione delle donne è un principio riaffermato nel 1994 da Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica «Ordinatio sacerdotahs». «E' stato un atto trasgressivo ma legittimo Celebrerò messe, nozze battesimi, funerali» La Conferenza episcopale «Un fatto grave di rottura con la Chiesa cattolica» Pronta una scomunica Sfidando i fulmini delle autorità religiose è stata ordinata a Lione da tre «vescovi» donne Geneviève Beney (la terza da sinistra) tra le donne vescovo che ieri l'hanno ordinata prete a Lione con una cerimonia sul fiume Saona

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