Sulla scena i migliori brani della nostra vita di Raffaella Silipo

Sulla scena i migliori brani della nostra vita POLEMICO FORFAIT DI PINO DANIELE «CONTRO LO STRAPOTERE DEGLI ORGANIZZATORI INGLESI» Sulla scena i migliori brani della nostra vita Raffaella Silipo INUTILE fare retorica». In t-shirt e berrettino blu un Fiorello versione basic saluta le migliaia di persone pigiate al Circo Massimo fin dal primo pomeriggio. «Dobbiamo convincere gli otto potenti della Terra a estinguere il debito nei confronti dell'Africa». No, non è il karaoke, sul palco Francesco De Gregori con la sua chitarra ricorda che «la storia siamo noi, nessuno si senta escluso» e «senza dire parole nel mio cuore ti porterò». Certo è uno strano concerto, questo LiveS romano, dove la musica dovrebbe essere il mezzo e non il fine, ma die fin dalle prime battute si trasforma in un'awolgente «greatest liit's» di trent'anni di canzoni italiane. Alla fine manca solo Vasco Rossi, uno cui la storia dei Buoni e Cattivi non va ] iroprio giù. E Pino Daniele con orfait sciovinista dell'ultimo minute in polemica con gli orga¬ nizzatori: «Non rinnego la mia stima a Geldof, ma non posso accettare lo strapotere degli inglesi». Gli altri ci sono tutti, tutti ci tengono a fare la loro buona figura e siccome non mancano magnifici brani vecchi e nuovi, dal «Mio canto libero» a «Vieni da me», l'effetto finale è quasi ipnotico: «Come mai così numerosi? - si chiede Max Pezzali Preferisco pensare che sia la voglia di esserci. È un evento gigantesco, epocale, importante». E' sempre la dura legge del gol, gli altri vinceranno però che spettacolo quando giochiamo noi. Tra i primi a salire sul palco quel diavolo di Zucchero in preda al fuoco dell'internazionalismo: intona «Change your heart» in inglese appena prima di prendere l'aereo che lo porterà sul palco di Versailles. Dopo di lui i Duran Duran scelgono il palco italiano forse grazie a tutte le teen agers che negli Anni Ottanta se li volevano sposare. Simon Le Bon si è un po' ispessito e prende fiato tra una canzone e l'altra. «Vent'anni fa eravamo al Live Aid, pensavamo di risolvere i problemi ma non è stato così. Ci riproviamo». Per il resto «Save a prayer». Elisa intona «Luce» accompagnata solo dalla chitarra. Stile essenziale anche per Ron, oggi più che mai «Una città per cantare», accompagnato da un violino e da una chitarra, poi al pianoforte «Non abbiamo bisogno di parole». I Gemelli Diversi fanno i diversi: «Queste manifestazioni servono a proporre non solo musica, ma anche storie di tutti i giorni, come quella di Mary». «Sto volando verso sud» ballano i Negrità, mentre le Vibrazioni trascinano la platea in un coro che è quasi un'invocazione, «abbracciami e fammi sentire che sono solo le mie pìccole paure». Dietro le quinte il cantante Francesco Sarcina sarà piuttosto duro con quei ragazzini che ha appena fatto emozionare: «Giovani Insensibili, vengono a vodora un artista che suona tre canzoni. La sensazione è cho la gente voglia solo godere della Magia delfa musica, non pensale». Più indulgente Irene Glandi «È giusto elle si lascino andore, sono (pi a gentire musico», Lei eome al solito risponde con generoiità alla richiesta di ritmo, eome Alex Britti con la sua straordinaria chitarra e quanto è sempre bello andare in giro con le ah sotto i piedi del ragaziio Cosare Cremonini. Siamo così. La serata è tutta perle donne di Fiorella Mannoia, per la rabbia di Piero Pelù, per le notti, certe notti, di Luciano Ligabue e gli amorì di Laura Pausini e Claudio Baglioni. Per gli emarginati di Renato Zero e la Roma calda e avvolgente di Antonello Venditti. Tanto tanto tanto sorride con energia irresistibile Jovanotti dall'ombelico del mondo. Fin troppo.

Luoghi citati: Africa, Versailles