Italia-Germania Scontro all'Onu di Paolo Mastrolilli

Italia-Germania Scontro all'Onu SULLA RIFORMA DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA Italia-Germania Scontro all'Onu Paolo Mastrolilli NEW YORK Se sperate di mettere piede nel Consiglio di Sicurezza, fatevi due conti e boccerete la proposta di riforma avanzata da Germania, Giappone, India e Brasile. L'ambasciatore itahano all'Onu Marcello Spatafora ha usato un tono più diplomatico, intervenendo ieri all'Assemblea Generale, ma questa è la sostanza del messaggio lanciato ai paesi membri. Il discorso è stato pronunciato mentre continuano le manovre sul futuro del Palazzo di Vetro. Alla fine di maggio l'Italia ha fatto circolare la proposta sostenuta dal movimento «Unitìng for Consensus», che mira ad allargare il Consiglio solo con seggi non permanenti. Invece i cosiddetti G4, cioè Berlino, Tokyo, New Delhi e Brasilia, hanno scritto una bozza di risoluzione che candida loro stessi, più altri due paesi africani da definire, a sei nuovi seggi permanenti. Il testo, nei loro piani, doveva andare al voto entro la fine di giugno, ma le resistenze incontrate hanno spinto gh autori a rimandare. L'ambasciatore tedesco Gunter Pleuger aveva parlato all'Assemblea giovedì, dicendo che «T unica proposta concreta è quella dei Ì&4. Le altre idee non sono alternative realistiche e puntano solo a prevenire la riforma rinviando la decisione». Spatafora ieri ha risposto togliendosi i guanti: «Io, a nome del movimento Uniting for Consensus, ho fatto circolare una proposta seria e concreta. Chiaramente il mio coUega tedesco non Iha letta, oppure non Iha capita». Quindi l'ambasciatore ha spiegato i cinque motivi per cui l'idea di Roma e dei suoi alleati è migliore: è più equa, accresce il molo dell'Assemblea Generale, dà più possibilità ai paesi piccoli e medi di entrare nel Consiglio, è flessibile, e garantisce la responsabilità dei membri eletti. Spatafora ha accusato i G4 di voler dividere i membri dell'Onu in tre caste, e poi ha chiarito che con la loro riforma 42,5 paesi si troverebbe¬ ro a competere per ogni nuovo seggio non permanente, mentre con quella di Uniting for Consensus sarebbero solo 17,6. In sostanza, con il modello sostenuto dall'Italia, i 77 stati che non sono mai riusciti ad entrare in Consiglio vedrebbero più che raddoppiate le possibilità di partecipare. Pleuger ha detto che i G4 presenteranno la loro risoluzione a metà lugho, dopo quattro vertici fondamentali per capire quanto sostegno ha: quello della Organisation of the Islamic Conference, appena concluso nello Yemen; il G8 in Scozia; quello dell'Unione Africana in programma il 5 lugho in Libia; e quello della Caricom, la Comunità dei paesi caraibici, che comincia domani a Santa Lucia. Senza l'appoggio degh africani Berlino dovrebbe fermarsi. Nel frattempo anche gh Stati Uniti hanno avanzato la loro proposta, che prevede di aggiungere «circa» due seggi permanenti, imo dei quali dovrebbe andare al Giappone. Mercoledì il segretario di Stato Condoleezza Rice è andato al Palazzo di Vetro, per incontrare il segretario generale Kofi Annan e il presidente dell'Assemblea Generale Jean Ping. Con questa visita ha confermato l'impegno degli Usa a favore della riforma dell'Onu, ma' Tià chiarito che per Washington l'aggiornamento del Consiglio viene dopo altri punti più urgenti, come il cambio del management, la sostituzione della Commissione per i diritti umani con un Consiglio meno aperto ai paesi responsabili di abusi, l'istituzione di un fondo per la democrazia e la nascita di un ufficio per il peace-building. Il presidente Bush, incontrando il cancelhere Schroeder all'inizio della settimana, ha detto che Washington non si oppone all'ingresso di alcuno stato nel Consiglio. Ma la formula degh americani lascia insoddisfatto il grande gruppo dei paesi in via di sviluppo, e quindi molti osservatori la interpretano come un tentativo di frenare la riforma del massimo organismo per procedere coireste.

Persone citate: Bush, Condoleezza Rice, Gunter Pleuger, Jean Ping, Kofi Annan, Marcello Spatafora, Pleuger, Schroeder, Spatafora