«Sgarbi» diplomatici tra Roma e Teheran di Andrea Di Robilant

«Sgarbi» diplomatici tra Roma e Teheran COMINCIA MALE L'«ERA» DI MAHMOUD AHMADINEJAD «Sgarbi» diplomatici tra Roma e Teheran La visita in Italia del presidente della Camera iraniano è stata annullata Andrea di Robilant ROMA Partono male i rapporti tra Roma e Teheran dopo l'elezione del nuovo presidente Mahmoud Ahmadinejad. Il presidente del Parlamento iraniano, l'ultra conservatore Gholam-Ali Haddad Adel, ha improvvisamente annullato la sua visita a Roma. Motivo? Secondo il quotidiano «Sharq», che ha pubblicato la notizia, la decisione è stata presa dopo che Silvio Berlusconi «si è rifiutato di ricevere Adel». In effetti, l'ipotesi di un gesto di scortesia o comunque una presa di distanza da Teheran poteva sembrare quantomeno plausibile alla luce dei toni tutt'altro che concUianti che arrivano dall'Iran in questi giorni. Del resto lo stesso quotidiano suggeriva una spiegazione tutta politica, sottolineando che «l'Italia è fra i Paesi europei che hanno reagito negativamente alle elezioni presidenziali in Iran». Ma in realtà a palazzo Chigi sono caduti dalle nuvole. «Non c'è stato alcuno sgarbo», dicevano ieri fonti diplomatiche della presidenza del Consiglio. E' una semphee questione di protocollo. In genere un premier non riceve un presidente di assemblea parlamentare. E' difficile immaginare Pier Ferdinando Casini che annulla una visita a Washington perché il Presidente Bush non può riceverlo alla Casa Bianca. Al di là del protocollo, spiegavano le stesse fonti diplomatiche, c'è un problema di agenda e di calendario. Se il premier ricevesse tutti i dignitari di alto rango che passano per Roma finirebbe per non fare altro. Insomma, a palazzo Chigi fanno capire che da parte italiana non c'era alcun intento di offendere e che gli iraniani hanno fatto tutto da soli. E a quanto pare non è la prima volta. Gli iraniani vanno particolarmente fieri della loro storia millenaria. Sono assai suscettibili quando si tratta di organizzare le visite all'estero dei loro dignitari e spesso riescono a mettere a dura prova anche i più esperti diplomatici. Ne sanno qualcosa gli amici belgi, che proprio in questi giorni stanno organizzando la visita a Bruxelles dello stesso Gholam Ah Hadad Adel che sarebbe dovuto venire a Roma. Il Presidente della Camera belga, il liberale Herman De Croo, ha annullato in extremis il pranzo con gli iraniani dopo aver saputo che non avrebbero tollerato vino, birra, o qualsiasi tipo di alcolico a tavola. «Non ho ricevuto una domanda scritta, ma la delegazione mi ha chiesto per vie indirette che non venisse servito alcol a tavola», ha raccontato De Croo al «De Stan- daard». «Anche ad ima persona molto tollerante come me è sembrato un po' troppo». Un portavoce della Camera ha poi spiegato che «gli invitati non sono tenuti a bere alcolici se non voghono, ma non possono imporre le loro regole in un altro Paese». Il protocollo belga, del resto, prevede alcolici a tavola e i deputati belgi non avevano alcuna intenzione di rinunciarvi. Ma i problemi non sono finiti lì. n presidente del Senato, belga, la socialista Anne Marie Lizin, non ha voluto ricevere Hadad Adel dopo aver appreso che non le avrebbe stretto la mano. «Gli usi e 1 costumi di ogni Paese vanno rispettati», ha spiegato stizzita la senatrice Lizin. «I nostri mettono gli uomini e le dorme sullo stesso piano». A Roma non si è arrivati a discùtere di alcolici e di strette di mano perché tutto è saltato prima. Ma c'è un precedente istruttivo. Quando il Presidente Khatami venne in visita in Europa, fece sapere che non avrebbe gradito alcolici a tavola. A Parigi e Madrid cancellarono i banchetti ufficiali. A Roma il banchetto si tenne e gli alcolici vennero tenuti in disparte. [.'«offesa» sarebbe stata provocata dal rifiuto di Berlusconi di ricevere il parlamentare ultraconservatore Palazzo Chigi getta acqua sul fuoco: è solo una questione di protocollo Un premier non riceve i dignitari stranieri Mahmoud Ahmadinejad esulta dopo il successo nelle recenti elezioni in Iran