La strage degli anfibi

La strage degli anfibi fGRAVE PERICOLO PER GLI EQUILIBRI NATURALI La strage degli anfibi E' FORSE LA CLASSE DI ANIMALI PIÙ' MINACCIATA NEL MONDO: RIUNITI A TRIESTE, CENTINAIA DI STUDIOSI DI ERPETOLOGIA LANCIANO L'ALLARME Giulio Geluardi UNA diminuzione di oltre il 60 per cento di Triturus cristatus in Gran Bretagna, malformazioni genetiche nel Pelobates fuscus e neU'Hyla arborea in Ungheria, con occhi sulla schiena o crescita di zampe sul torace. Bufo calamita, Pelobates fuscus e Triturus cristatus messi ad altissimo rischio in Estonia dall'introduzione di pesci nelle zone umide e negh stagni privati, dove per la popolazione di Bufo viridis non c'è ormai più nulla da fare: si è intervenuti troppo tardi e si è estinta. E ancora: drastica diminuzione di rospi, rane e raganeUe in Croazia, Slovenia, Polonia dove ancora si sta cercando di capire quali residui (nucleari e chunici) abbiano interrato gh ex occupanti sovietici in alcune aree del paese e che effetti abbiano sugh anfibi, bilancio critico in molte regioni italiane; la situazione di molte altre specie di anfibi è drammatica nel resto dell'Europa e nell'intero pianeta. Sono alcune deUe conclusioni illustrate dai relatori al convegno intemazionale di erpetologia «Stagni, pozzanghere e specchi d'acqua» svoltosi nei giorni scorsi a Trieste, presenti 150 scienziati europei ed extraeuropei fra cui israeliani e sudafricani. Tra i partecipanti vanno citati Andrew Hull, resposanbile dell'European Pond Gonservation Network, organismo che riunisce i principah istituti europei che si occupano di ecosistemi di acqua dolce; Riinu Rannap, del ministero dell'Ambiente della Repubbhca baltica deh' Estonia; Paul Edgar, responsabile per l'Unione Europea della conservazione delle specie di anfibi considerate prioritarie e Gerardo Garcia, capo del Dipartimento di erpetologia del «Durrell Wildlife Gonservation Trust», l'Istituto della conservazione della fauna fondato sul!' isola di Jersey dal famoso Gerald Durrell: una specie di arca di Noè. Il convegno, supportato da Provincia di Trieste, Museo di Storia Naturale e Società Erpetologica Italiana, è stato organizzato dal gruppo «Tutori eh Stagni», sempre di Trieste, un gruppo di appassionati-volontari che da anni, a volte dopo accurate e difficili ricerche storiche, ripristina stagni e laghetti nel Carso e ai confini con la Slovenia indispensabili per la vita degli anfibi; e non soltanto per la loro: una parte del convegno è stata dedicata anche ai pipi- strelh, legati a doppio filo all'acqua e anch'essi in rapido declino. Presidente del gruppo è Alessandro Pihepich, il riferimento . scientifico è Nicola Eressi, zoologo del Museo di Storia Naturale e regista del convegno. In tutto il mondo gli anfibi, per ragioni che ancora non si conoscono con esattezza (ma, oltre ahe azioni umane dirette come la modifica degù habitat, si ritiene che i drastici cambiamenti climatici siano una delle cause più importanti insieme con una diffusione di virus e miceti forse portati inconsapevolmente dagli indumenti degh stessi erpetologi), stanno inesorabilmente scomparendo. Anzi, mentre da una parte si scoprirono molte nuove specie ài anfibi soprattutto in Centro e Sud America, dall'altra con una rapidità che lascia sgomenti gli stessi ricercatori, ne scompaiono velocemente altrettante e anche di più. E accade persino in parchi nazionah e aree remote, lontano dalle dannose azioni umane: sono ben 32 le specie dichiarate estinte negh lUtimi dieci anni. I lavori del convegno, dal quale è emersa la volontà di molti paesi di comere ai ripari intraprendendo azioni che a volte sono state coronate dal successo (per esempio la reintroduzione della Bombina bombina in Danimarca o il lodevole lavoro svolto a Monticchie nel piccolo comune di Samogha a Lodi a favore della rarissima rana Latastei), ha posto l'accento sulla necessità di creare ovunque possibile stagni: una delle cause concomitanti di estinzione o rarefazione è proprio il prosciugamento delle pozze d'acqua. In Inghilterra - dove il 90 per cento degh stagni è artificiale - si insegna a scuola come e perché costruirli (cosa aha portata di ogni famiglia che abbia un piccolo giardino). I relatori hanno messo in guardia dal pericolo dell'introduzione dei pesci, specie quelli rossi (molti non sanno che sono insidiosi serbatoi del batterio della tubercolosi) che divorano uova e girini facendo danni irreparabih anche sul fronte della lotta alle zanzare. La presenza degh anfibi sul pianeta è indispensabile e nel corso del convegno è emersa più volte l'indifferenza se non la profonda ignoranza delle amministrazioni pubbliche - specie in questi ultimi armi - verso tutto ciò che riguarda l'ambiente. Eppure ci sarebbe da preoccuparsi seriamente, aldilà dei sentimenti di chi vorrebbe una vera pohtica di conservazione. Di recente «Science» ha pubblicato gli studi di alcuni ricercatori (Joseph M. Kiesecker, Lisa K.Belden, Katriona Shea e Michael J. Rubbo) che hanno trovato una temibile relazione tra il declino degh anfibi e l'insorgere di gravi malattie infettive (Aids, malaria e tubercolosi resistenti ai multifarmac.i. Eboia, febbre emorragica, virus Hendra, virus Nipah, sindrome polmonare da hantavirus, influenza aviaria e altre ancora). SONO PIÙ' DI 30 LE SPECIE DICHIARATE ESTINTE NEGLI ULTIMI DIECIANNI. TRA LE CAUSE DEL DECLINO L'INQUINAMENTO, LA DIMINUZIONE DELLE ZONE UMIDE E L'INTRODUZIONE NELL'ECOSISTEMA DI NUOVE SPECIE PREDATRICI La graduale scomparsa di molte zone umide e l'invadenza dell'uomo mettono in pericolo la sopravvivenza di molti anfibi. E la loro scomparsa potrebbe a sua volta creare nuovi rischi per la salute dell'uomo