Il premier: servono due Finanziarie da 10 miliardi di Raffaello Masci

Il premier: servono due Finanziarie da 10 miliardi CENTRODESTRA SODDISFATTO PER LE DECISIONI DELLA COMMISSIONE Il premier: servono due Finanziarie da 10 miliardi «Le nostre proposte accolte da Bruxelles». Niente manovra sotto elezioni Raffaello Masci ROMA L'Europa ha alzato il cartellino giallo e ci ha dato tre anni per mettere in ordine i nostri conti. Eppure, per il presidente del Consiglio, non ci sono sacrifici eccessivi da affrontare, perché si tratterà di intervenire per una quota pari allo 0,80Zo del Pil ma solo per il 2006 e il 2007. Mentre per quello, in corso non occorre alcuna manovra correttiva, anzi, si potrà dare corso al promesso taglio dell'Irap, ricorrendo a risorse che giungeranno - a Dio piacendo - dalla lotta al sommerso e all'evasione fiscale. Ieri mattina il capo dell'esecutivo ha incontrato a colazione, al palazzo di Montecitorio, il presidente della Camera Pieferdinando Casini, il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, il leader dell'Udo Marco Follini. Uscendo si è intrattenu¬ to con i cronisti e ha spiegato come si configura il panorama dei conti pubblici del nostro Paese dopo la tirata d'orecchie di Bruxelles. Intanto Berlusconi si è detto contento di come questo contenzioso si sia risolto: «Mi sembra che sia stato accettato quello che avevamo proposto, cioè il rientro in tre anni. Sono state accolte le nostre proposte, del che ci compiacciamo». L'Ecofin a questo punto è prevedibile che ratifichi l'accordo cui si è giunti perché, ha precisato, «sta bene alla Commissione e sta bene a noi e quindi non vedo alternative». E quali saranno i prossimi step in questo percorso di risanamento economico, secondo Berlusconi? Il primo sarà il Dpef: domani il ministro Siniscalco lo presenterà (con ogni probabilità) al Consiglio dei ministri, sarà tutto orientato «alla crescita e allo sviluppo» - sempre secondo il presidente del Consiglio - e verrà illustrato già lunedì alle parti sociali. Poi, per il resto dell'anno, nonostante le vacche magre, non ci sarà manovra correttiva di sorta. Anzi, sarà anche possibile mantenere la promessa di un taglio dell'Irup. La parte amara di questo risanamento sarà dunque rinviata tutta al dopo-elezioni, con due finanziarie - quella del 2006 e quella del 2007 - improntate a quel rigore cui l'Europa ci chiama già oggi: un intervento sui conti pari allo 0,80Zo del Pil che corrisponde a 10 miliardi l'anno. Arriveranno allora le lacrime e il sangue che, a un bel momento dovranno pur esserci? No, assicura Berlusconi, perché si lavorerà molto su due fronti a cui già molti in passato hanno fatto ricorso con esisti non sempre apprezzabili: la lotta all'evasione e al lavoro sommerso. «Il governo - ha detto Berlusconi - nonostante la congiuntura sfavorevole, è riuscito a far quadrare i conti senza aumentare le tasse, anzi diminuendole. Dobbiamo continuare in quella direzione, e lo faremo, tagliando le spese e mettendo in campo strumenti di lotta all'evasione, visto che, da qualunque parte la si guardi, l'economia italiana presenta zone di sommerso preoccupanti». Quanto a una ulteriore diminuzione delle tasse per le famiglie, Berlusconi ha sostenuto di aver «individuato la possibilità di tagliare anche l'Ire (ex Irpef - ndr). Su questo c'è una vecchia affezione da parte mia - ha detto - qualcosa si potrà anche fare, ma dovremo vedere in base ai conti che svilupperemo. Se c'è qualche margine certamente lo sfrutteremo». E comunque ha ricordato che «in Italia la pressione fiscale è passata dal picco massimo del 470Zo del Pil con il governo Prodi al 410Zo di quest'anno» e quindi, diamine, bisogna andarci piano. Rispondendo a una domanda dei cronisti ha anche detto che il governo sta pensando a un intervento di riduzione dell'accisa sulla benzina: «E' un problema sul tavolo», ha ammesso. D'altronde, secondo Berlusconi, non dobbiamo troppo lamentarci dell'attuale situazione economica, perché a fianco all'economia ufficiale ci sono realtà molto importanti: il sommerso, una ricchezza diffusa che è otto volte il pil, e il fatto che r810Zo degli italiani ha casa. Altro che finire sul lastrico, no? I ministri cominceranno a discutere domani il Documento redatto da Siniscalco. «La crisi? L'81% degli italiani ha la casa, c'è in giro una ricchezza diffusa» Il Commissario europeo Almunia

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