D'Alema, regata su Mascalzone Latino di Giovanni Cerruti

D'Alema, regata su Mascalzone Latino NEL GIORNO DELLA GRANDE VITTORIA DI LUNA ROSSA D'Alema, regata su Mascalzone Latino «Per chi ama la vela è come stare sull'alettone della Ferrari» Giovanni Cerruti inviato a VALENCIA «E dopo questa regata per il Presidente ci sarà per sempre un posto in barca!». Vincenzo Onorato alle quattro del pomeriggio è un armatore felice in mezzo al mare. Il Presidente, Massimo D'Alema con maglietta e cappellino della Louis Vuitton Cup, di più. Era a bordo di Mascalzone Latino, a poppa, ospite immobile e costretto al silenzio. Si è visto da vicino la più bella regata di queste giornate. Mascalzone Latino l'ha persa per tre secondi, un niente. Don Vincenzo è un napoletano che sa interpretare certi segnali: D'Alema ha portato buono, e se gradisce sarà Mascalzone a vita. La regata è appena finita, ancora non si sa che la Giuria condannerà la barca svedese per un mezzo imbroglio, ancora non si è saputo che sarà Luna Rossa a vincere queste regate di flotta. La barca di Onorato si avvicina a Mascalzone Assai, lo yacht d'appoggio, a bordo Aldo Biscardi e la telecamera de La7. Applausi per l'equipaggio e Mascalzone Latino si allontana. Ma dove va, il porto è da quest'altra parte? Bolina stretta, equipaggio al lavoro, barca lanciata. E il Mascalzone D'Alema, sorpresa, al timone. «E vai!», ordina alla barca. La barca va, caspita se va. «E vai!». Mai visto un D'Alema così. Quando lascia il timone e sale su Mascalzone Assai lascia capire che è finita troppo presto, e la regata e la sua timonata. «E' come andare al cinema e ritrovarsi nel film», dice. «E' come, per un appassionato di automobilismo, ritrovarsi sull'alettone della Ferrari di Schumacher». E in questa regata, poi. «Bravissimi, sono stati bravissimi. Hanno voluto insistere andando a sinistra a cercare vento buono, e si sa che a sinistra c'è sempre del buono...». E' successo anche quando andavano a destra, ma non importa. «Mi voltavo e dietro eh noi vedevo Alinghi, NewZealand, Oracle...». E' rimasto un cruccio, a questo D'Alema appassionato. «Favini e Vascotto, il timoniere e lo skipper, sono bravissimi, ma forse quando abbiamo passato la barca svedese abbiamo perso qualche secondo che ci avrebbe permesso di battere gli spagnoli e vincere». Oui Onorato lo corregge: «No, eravamo costretti a far quella manovra, ci stavamo difenden¬ do». Va bene, anche se il cruccio diventerà dietrologia: «Era previsto che in quest'ultima regata vincessero gli spagnoli, non potevamo rovinare la festa», dice con ancora addosso maglietta e berretto color rosso Biscardi. "Mascalzone Assai" è arrivato al molo, D'Alema si cambia e va a lavorare. Ha da preparare la serata per La7, le immagini della premiazione di Luna Rossa e Francesco de Angelis, che dice «regate di flotta o match race l'importante è vincere sempre». L'intervista con Emesto Bertarelh, il signor Alinghi che si vuol tener stretta la Coppa America. E il "dibbbatti- to", come invoca Biscardi. Con un occhiolino di riguardo per i Mascalzoni e la loro voglia di non sentirsi inferiori a Luna Rossa. «Hanno vinto loro come dice Vascotto -, ma su cinque regate li abbiamo battuti tre volte». Senza strafare, e grazie alla squalifica degh svedesi che si erano caricati in barca quasi 200 litri d'acqua, una zavorra che aiuta parecchio. Luna Rossa viene festeggiata come solo i la Louis Vuitton sa festeggiare. Champagne, sfilata, applausi a De Angelis e ai suoi. Alla fine, dopo due settimane di regate, si scopre che se Luna Rossa è prima i Mascalzoni sono quinti a un solo punto dagli americani di Oracle e -1-39 con la barca più vecchia è al 9"posto. Hanno tutti da essere soddisfatti. Anche se, nella sera di Valencia, chi gongola di più è questo D'Alema diventato Mascalzone a vita. A fine gara il presidente dei ds a sorpresa prende il timone, la barca vira in direzione opposta al porto e lui, esaltato: «Evai, evai!» Massimo D'Alema a bordo di Mascalzone Latino Capitalia per disputare l'ultima regata dell'Atto 5 della Coppa America

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