Lo stupro di Milano Arrestato un romeno

Lo stupro di Milano Arrestato un romeno AVEVA ANCHE DUE COMPLICI, CHE SONO ANCORA RICERCATI Lo stupro di Milano Arrestato un romeno Ha vent'anni, era in carcere per aver tentato il furto di un'auto il giorno dopo l'aggressione. Albertini: questa etnia va monitorata MILANO Per ora hanno preso il primo, quello che si era limitato a fare il palo, mentre un complice violentava la ragazza e il terzo teneva fermo il fidanzato. Uno solo, «ma prenderemo gli altri due - assicura il questore di Milano, Paolo Scarpis - a costo di andarli a cercare in Romania». Mur Raduliviu - così si chiama l'arrestato - vent'anni è infatti romeno, e i comphci, gli inquirenti ne sono sicuri, sono suoi connazionali; tutti provenienti da quel campo di via Capo Pizzuto, una terra di nessuno fatta di baracche fatiscenti, fango e miseria. Proprio lì vicino, la sera di una settimana fa, una coppietta si era appartata in automobile. La strada era sicuramente deserta perché lì, al confine tra Milano e Pero, nessuno preferisce ormai passare neanche di giorno, figurarsi di notte. Una preda facile quei due ragazzi -19 anni lei 26 lui - intenti a far l'amore, per quegli altri ragazzi che arrivano a piedi dal campo dei disperati. Raduliviu, indagato comunque per concorso in violenza sessuale, si «accontenta» di portar via il bottino; il cellulare della ragazza. E comincia a usarlo quasi subito. Così viene «agganciato» dalla squadra mobile al cui vertice sta quel Vittorio Rizzi che, sulle tracce dei cellulari, è riuscito a far luce sull'omicidio di Marco Biagi. Per alcuni giorni il giovane romeno si muove, ignaro di essere seguito passo passo dagli agenti, fiduciosi che liporti ai suoi complici. Ma c'è un intoppo: Raduliviu commette un altro reato. All'alba del 21 giugno, mentre i giornali hanno appena pubblicato la notizia dello stupro, tenta di rubare un'auto: gh agenti che lo pedinano non possono far altro che chiama¬ re i colleghi di una volante perché lo arrestino. Il ragazzo, immigrato clandestinamente ma fino a quel giorno sconosciuto alla polizia, viene fotografato appena arriva in Questura. E la foto viene mostrata ai fidanzati; è uno dei tre - dicono senza ombra di dubbio - quello che stava a controllare. La polizia è certa che provenga dal campo di via Capo Pizzuto anche se, durante l'imizione compiuta all'alba di mercoledì, non riesce a trovare la sua baracca; e non riesce neppure a scovare i due comphci, quelli che della violenza sono stati gli autori principali. Vengono fermati ottanta uomini e mostrati alla coppietta, che non ne identifica nessuno. Ieri la squadra mobile decide di rendere comunque pubblica la notizia dell'arresto, con una punta di amarezza: «Non possiamo dirci soddisfatti - commenta Rizzi perché questo è solo un risultato finale dell'indagine, che continua». Per Radunviu, intanto, c'è stato il primo interrogatorio in procura, alle otto di sera dopo che, davanti al magistrato, si era proceduto ad un «incidente probatorio» : il riconoscimento, durante un con¬ fronto all'americana, da parte dei fidanzati. Il pm. Laura Pedio, non ha rilasciato dichiarazioni; né lo ha fatto l'avvocato del giovane: «Non è proprio il momento». In quanto a lui, non è riuscito ad aprir bocca mentre lo portavano via, lo sguardo spaesato nei corridoi del tribunale. Nel pomeriggio aveva suscitato polemiche anche la dichiarazione del sindaco di Gabriele Albertini: «Ci deve essere un intervento intenso delle forze dell'ordine nei confronti di quelle etnie che compiono più reati, in particolare i romeni». [r. m.] La foto segnaletica di Raduliviu Mur mostrata alla conferenza stampa in questura

Luoghi citati: Milano, Pero, Romania