Uno zoo sconfinato resta senza custodi

Uno zoo sconfinato resta senza custodi | LE TARME INSIDIANO GLI ANIMALI IMPAGLIATI Uno zoo sconfinato resta senza custodi VA IN PENSIONE L'ULTIMO CONSERVATORE DEL MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI DI TORINO: IN PERICOLO COLLEZIONI DI INSETTI UNICHE AL MONDO Vittorio Ravizza ANCHE l'ultimo dei conservatori in servizio al settore entomologico del Museo regionale di scienze naturab sta per andare in pensione. Erano quattro, a loro era affidato il compito, appunto, di conservare l'enorme patrimonio di materiab ammassati neb'antico edificio deb' ospedale San Giovanni Vecchio. Quelb che hanno lasciato b servizio negb anni scorsi non sono stati rimpiazzati: ora che anche l'ultimo se ne va chi vigberà sube cobezioni di via Giobtti 36? Il professor Umberto Parenti è preoccupato. Conosce bene quei materiab perché per vent' anni ha diretto b Museo e l'Istituto di zoologia deb'Università di Torino; è orgogboso di aver partecipato aba fondazione del Museo regionale quando una convenzione del 1980 ne ha posto le basi affidando aba Regione le cobezioni deb'Università, ed è stato ben febee di apportarvi quebe di cui era responsabbe «in condizioni perfette e con i cataloghi aggiornati»; ma ora teme per la loro sorte. La situazione non è più rosea negb altri settori. «Ai conservatori - sottolinea Parenti - spetta in primo luogo U compito di conservare e valorizzare un complesso imponente e spesso di incalcolabbe valore storicoscientifico; servono cobaboratori stabbi o almeno rinnovabili con continuità ai quab affidare i controlb periodici delle cobezioni per individuare eventuali attacchi parassitari, eseguirei trasferimenti di materiab, la schedatura informatica debe cobezioni storiche, l'invio degb esemplari richiesti dagb speciabsti di tutto b mondo». In mancanza di questo non solo b Museo non assolve ai suoi compiti ma b rischio che ciò che deve proteggere sia lasciato andare in malora è concreto e vicino. Il problema, secondo Parenti, è particolarmente drammatico per i materiab entomologici e per le cobezioni storiche (cobezione Spinola, cobezione Di Breme) formate da esemplari risalenti ab'800 che hanno bisogno di essere continuamente controbate ; ma in genere tutto b materiale deve essere tenuto sotto costante osservazione. Senza contare che dovrebbe essere sempre a disposizioni per lo studio e la ricerca. Di tutto questo, e di altre questioni di natura più tecnica. Parenti ha informato più di un anno fa i principab responsabib, dab'abora presidente deba Regione in giù; ma non ha ricevuto risposte. L'istituzione torinese possiede le più grandi cobezioni esi¬ stenti in Itaba, tra le più grandi e preziose d'Europa. Alcune risaJgono addirittura ai primi decenni del '700, molte sono frutto deb'intraprendenza di esploratori e studiosi piemontesi dell'Ottocento che percorrevano U globo con tutti i mezzi (compresa la regia pirocorvetta "Magenta" che dal 1865 navigò per tre anni in Oriente) portando in patria le testimonianze di quei paesi lontani. Particolarmente preziose sono le estreme testimonianze di animab estinti, come un'alca (Fìnguinus ìmpennis) uccebo marino che abitava le coste e le isole deb'Atlantico settentrionale estinto daba metà deb'800; o i tre esemplari di piccione migratore americano, un uccebo che viveva in stormi immensi nell'America del nord, sterminato fino ab'ultimo, morto in uno zoo nel 1912; o ancora un quagga, una zebra del Sud Africa scomparsa sotto la pressione deba colonizzazione boera; un uovo gigantesco, alto 35 centimetri e pesante 12 ebbogrammi (equivalenti a 220 uova di gallina) ci dà un'idea debe dimensioni deb' Epiomis, un uccebo del Madagascar simile abo struzzo, alto più di tre metri. Sarebbe davvero paradossale che queste creature che l'uomo stoltamente ha cancebato daba faccia deba Terra dovessero scomparire divorate dabe tanno e dall'incuria anche da un luogo che ha b compito istituzionale di conservarne almeno le sembianze. Non si può dire che negb ultimi anni nel progetto di Museo regionale non siano state spese somme di tutto rispetto; b restauro dei sotterranei ha consentito di esporre una piccola selezione di esemplari e di organizzare mostre importanti; ma resta da affrontare il problema centrale del recupero di quebi, innumerevob, che oggi sono ammassati ab'ultimo piano, invisi- bib ai non addetti ai lavori, difficilmente raggiungibib anche dagb studiosi perché diffiebmente reperibib «nel caotico e inaccessìbbe ammasso di scatole cobocato da anni aba mercé di agenti atmosferici e volatib vari» come nota Parenti ricordando che qualche uccebo vivente, approfittando di un vetro rotto, scegbe di fare b nido accanto ai suoi consimili imbalsamati. L'imponente palazzo progettato da Amedeo di Castebamon- te contiene tutto quanto serve per fame un'istituzione di bvello europeo; potrebbe diventare, nel suo campo, quebo che è b vicino Museo egizio nel campo deb'egittologia. Sui criteri per fame un centro di cultura vivo, attraente, indispensabbe per lo speciabsta ma nebo stesso tempo popolare grazie abe modeme tecniche museab ci sarà tempo per discutere. Ma intanto sarebbe importante fare qualcosa per impedire che i suoi tesori vadano in polvere. Le collezioni del Museo regionale di Scienze naturali: un patrimonio scientifico inestimabile

Persone citate: Spinola, Umberto Parenti, Vittorio Ravizza

Luoghi citati: America, Breme, Europa, Madagascar, Magenta, Sud Africa, Torino