«Un giorno io e mia moglie abbiamo smesso di litigare»

«Un giorno io e mia moglie abbiamo smesso di litigare»LA TESTIMONIANZA «Un giorno io e mia moglie abbiamo smesso di litigare» Giorgio Ballano Fabio ha quarantasei anni, vive a Roma, è un grafico pubblicitario ed è stato uno dei primi in Italia a sperimentare un affidamento condiviso. La sentenza del Tribunale che gli ha affidato il figlio Angelo congiuntamente all'ex moglie risale al 1992, e da allora Fabio si è trasformato in un supporter irriducibile del progetto di legge sulla bigenitoriaUtà. «Può sembrare assurdo - sottolinea - ma tutti i problemi che si erano creati dopo la separazione sono finiti quando i giudici hanno deciso l'affidamento congiunto e sono spariti dalla nostra vita. A quel punto, da genitori responsabili, abbiamo dovuto imparare a condividere e gestire ogni decisione sulla vita di Angelo». «Da quando siamo stati co- stretti a gestire da soli il "problema-Angelo" - aggiunge Fabio - le esigenze del bambino hanno riacquistato quella priorità che prima era andata perduta. Abbiamo incominciato a ragionare in modo più flessibile, senza doverci attenere ai rigidi vincoli che di solito impongono i giudici quando il minore è affidato a uno solo dei genitori. E alla fine ne abbiamo tratto benefi¬ cio un po' tutti, a partire da Angelo, s'intende». Arrivato alla fine delle scuole medie, il figlio - che per la cronaca ha ormai compiuto 20 anni - ha infatti deciso autonomamente di iscriversi alle superiori a Roma, lasciando la casa della madre (che abita in provincia) e trasferendosi dal padre. «Un trasloco che non ha neppure richiesto l'intervento del giudice - spiega Fabio - visto che la mia ex mogUe ed io l'abbiamo deciso di comune accordo». E pensare che la separazione fra i due coniugi sembrava partita davvero con il piede sbaghato. Dopo un paio d'anni di relativa calma, con il bimbo affidato alla madre e i soliti giorni di visita stabiliti per il padre, nell'89 la situazione è precipitata. «Colpa soprattutto del nuovo convivente della mia ex moglie - dice il grafico pubbhcitario - che in qualche modo voleva far scomparire la figura del padre naturale di Angelo. Loro avevano avuto un'altra bambina e all'improvviso io ero diventato ingombrante. Mi ero trasformato, anche agli occhi di mio figlio, nel "rompiscatole" per eccellenza, quello che impone vincoli, orari e impedimenti all'intera famiglia». La situazione si è fatta via via più tesa, fino ad arrivare a una denuncia penale per sottrazione di minore. La «nuova» famiglia di Angelo se n'era andata dalla vecchia casa senza lasciare neppure l'indirizzo del futuro domicilio, in barba alle disposizioni della magistratura sui giorni di visita che spettavano al padre. Dopo aver provato senza troppo successo la strada della giustizia penale, Fabio si è rivolto al Tribunale civile di Roma per chiedere l'affidamento congiunto, all'epoca un istituto pressoché sconosciuto nelle aule di giustizia itahane. «Ci sono voluti due anni racconta - ma alla fine i giudici hanno stabilito che il bambino venisse affidato congiuntamente ad entrambi i genitori. È stata la nostra salvezza». Fabio, grafico pubblicitario è stato trai primi, nel'92 a sperimentare con successo la bigenitorialità: «Di colpo inostri problemi sono finiti»

Persone citate: Giorgio Ballano Fabio

Luoghi citati: Italia, Roma