Una fiumana di fedeli «No alle nozze gay»

Una fiumana di fedeli «No alle nozze gay» E' LA PRIMA PROTESTA Di PIAZZA DEGLI ULTIMI 22 ANNI A CUI HA ADERITO LA CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA A MADRID LA GRANDE MANIFESTAZIONE SOSTENUTA DALLA CHIESA Una fiumana di fedeli «No alle nozze gay» Con lo slogan «La famiglia è importante» sarebbe sceso in piazza "pefpfòTéslare contrSlafèggè oltre un^ìiìónTélriézzo di persone v! -Applausi^r i tredici-vesgevHn corteo-guidatklakafjdinale deHatittà Gian Antonio Grighi MADRID Una marea cattolica contro la legge su nozze ed adozioni gay propugnate dal governo socialista del premier socialista (ed agnostico) José Luis Rodriguez Zapatero. Secondo il «Foro Espanol de la Familia» (Fef), l'associazione ecclesiale che ha organizzato la protesta di ieri pomeriggio a Madrid, la prima negli ultimi 22 anni a cui aderiva anche la Conferencia Episcopal Espanda (Cee), sarebbero scesi in piazza 1,5 milioni di fedeli in un tracciato di poco più di un chilometro (il prefetto, inaspettatamente, non ha fornito dati ufficiali). Ma è stata una vittoria di Pirro. L'Esecutivo stigmatizzava: «I manifestanti esigono che si neghi ad altri diritti che non obbligano nessuno a fare ciò che non voglia». Insomma: picche. La gigantesca mobilitazione, a pochi giorni dalla (sicura) approvazione alle Cortes del disegno di legge, ha contato anche sulla partecipazione del partito popolare (Pp) del presidente Mariano Rajoy, che non è però sceso in piazza nella più grossa prova di forza cattolica daLlaSS.. Un. comportamento . che la dice lunga sulla divisione tra l'ala liberal e quella osservante nella direzione del. principale partito deifopposizione (38,6"?* dell' elettorato). Un altro assordante forfait è stato quello dell'ex premier popolare José Maria Aznar, presidente d'onore del Pp ed a Madrid in questo week-end, che ha lasciato andare in piazza da sola la moglie Ana Botella, assessore agli Affari Sociali del Comune di Madrid. Ma anche la Cee, nonostante la presenza in piazza di 5 arcivescovi, tra cui il suo ex presidente e cardinale di Madrid, Antonio Maria Ronco Varela e di 13 vescovi, ha palesato una sorprendente (e significante) spaccatura. Non è sfilato per il corto tragitto, dalle centralissime Plaza de la Cibeles alla Puerta del Sol, addirittura il suo presidente, il vescovo di Bilbao Ricardo Blàzquez, e neppure i porporati baschi e catalani. Le gerachie ecclesiastiche presenti, mescolate con la folla che le applaudiva a scena aperta, rappresentavano appena il 200Zo della Cee, nonostante il portavoce della Conferencia, il gesuita Juan Antonio Martinez Camino, abbia bollato la politica di Zapatero come «una situazione unica nella storia dell'umanità degli ultimi 2 mila anni». Alla manifestazione, durata dalle 18 alle 20, sono accorsi cattolici da tutta la Spagna con auto, treni, autobus, persino con aerei. Già dalle 17 plaza Cibeles era occupata da una fiumana di fedeli. Molti i giovani, numerose le famiglie con i bimbi in braccio o sul passeggino. Il calore era soffocante ed ha raggiunto i 36 gradi all'ombra in un tragitto tutto al sole. C'erano suore in nero che agitavano freneticamente il ventaglio, coppie con il celebre quadro della «Sagrada Familia». Persino piccini con mini-cartelloni con su scritto: «Zapatero ebbe un papà ed una mamma, perchè io no?», in allusione alle adozioni gay. Il corteo, sfilato senza incidenti in un clima molto festo¬ so, è partito dietro a un gigantesco striscione azzurro, cu 20 metri per 2, con su scritto lo slogan della mobilitazione: «La famiglia è importante». Dopo il lancio di migliaia di palloncini gialli, che facevano la gioia dei piccoli, le decine di migliaia di fedeli si sono mossi urlando slogan del tipo: «Vescovi, coraggiosi, non siete soli». E soprattutto «Nozze vere = uomo e donna». «Non ho nulla contro i gay, ma che la loro unione si chiami matrimonio mi dà fastidio», sbottava il signor Joaquin, un madrileno di 65 anni. Anche i dirigenti popolari come il segretario generale Angel Acebes non si risparmiavano nel ribadire che la loro protesta non era indirizzata contro il collettivo omosessuale (che secondo dati ufficiali del governo sarebbe composto da oen 4 milioni di persone, quasi un decimo della popolazione spagnola) ma contro le imposizioni «laiciste» del governo socialista. Alle 20, in una Puerta del Sol gremitissima, la Fef ha letto un manifesto in cui richiedeva all'Esecutivo di ritirare il disegno di legge, qualificato come «un attentato contro l'istituzione familiare», e di garantire ai bambini «il diritto di avere un padre ed una madre». Poi, dalle onde della Cope, l'emittente dei vescovi (l'unico media che. ha trasmesso in diretta l'intera manifestazione), anche un referendum sull'argomento, dimenticando che in Spagna la consulta popolare è solo consultiva e non abrogativa. I gay non sono rimasti con le mani in mano. In mattinata hanno inondato con le loro bandiere arcobaleno il «carnevale carioca» del viale della Castellana, e ballato la samba cantata da Carlithos Brown. E persino Kafka ci sarebbe rimasto di stucco: il concerto era organizzato dal Comune a guida popolare, che in mattinata convocava via radio i giovani a non perdersi l'appuntamento. La verdad haràlibres . Ev-^ San juan 8.32 i Uf^m EN LA ESCUELA FAV0SM^su ,l^ hbres eh ufmm Ev' de San Juan 8"32 sstme* INFANCIA ^MATRIMONIO 5è^:? INFAN IA' ^IMllMinl I manifestanti hanno sfilato nel centrò di Madrid con centinaia di cartelli Tra questi, «La verità ti farà libero» e «Peri bambini, il matrimonio e la famiglia» Il cardinale di Madrid Antonio Maria Rouco Varela (a sinistra) in corteo