Prodi: «Niente scissione, facciamo le primarie» di Maria Grazia Bruzzone

Prodi: «Niente scissione, facciamo le primarie» OGGI FACCIA A FACCIA CON RUTELLI E MARINI Prodi: «Niente scissione, facciamo le primarie» I leader del centrosinistra media dopo un incontro con i vertici dei Ds Maria Grazia Bruzzone ROMA Lo strappo non c'è stato. La scissione della Margherita dovrebbe essere scongiurata. Il leader del centrosinistra ha preso atto del rifiuto della lista unitaria al proporzionale da parte del partito di Rutelli e ha rinunciato a presentare una propria lista, sgradita anche ai Ds, ma da questi ha ottenuto il via libera alle primarie «vere» che chiedeva e che gli daranno una investitura ufficiale da parte dei partiti dell'Unione tutta. Primarie alle quali si candiderà anche Fausto Bertinotti, ha fatto subito sapere il diretto interessato. E' questo l'esito di una giornata drammatica e tesa, che ha avuto al centro,un lungo colloquio fra Prodi, Arturo Parisi e Piero Fassino e Massimo D'Alema. Un incontro chiesto dal Professore per garantire le condizioni che potessero portare a una soluzione della crisi che attraversava l'Ulivo, che era sembrato concludersi con un nulla di fatto. Ma in serata è lo stesso Prodi a comunicare le sue decisioni, che il suo portavoce Riccardo Franco Levi definisce «un atto di generosità e un'assunzione forte di responsabilità», responsabilità che però «impone di superare, in nome dell'unità, i progetti politici di ciascuno». Perché Prodi nell'unità dei riformisti del centrosmistra continua a credere più che mai. «Se vogliamo diventare un paese leader occorre una forza attraente, che non può che essere l'Ulivo e una coalizione che non può che essere l'Unione. Nella mia mente c'è l'Ulivo ma deve essere l'intera coalizione a decidere in che tempi e modi realizzarlo» ripete in serata a un'emittente tv. Però, aggiunge, ((bisogna tener conto della decisione della Margherita di non presentarsi in una lista unitaria; una decisione rispetto alla quale non c'è altro da fare che accettarla». Infatti, pur non condividendola, alla fine l'ha accettata. Rununciando alla sua lista e inducendo i prodiani della Margherita a rinunciare ai loro propositi scissionisti. andati ormai avanti a tal punto che erano stati contattati uno per uno i parlamentari dei gruppi per chiedere loro come si sarebbero schierati. Era questo il senso della presenza di Parisi alla riunione col vertice Ds, spiega il portavoce di Prodi, rispondendo indirettamente alla maggioranza dei DI che si era chiesta a che titolo fosse stato invitato. Parisi era lì in quanto capofila della corrente scissionista. Dopo di che oggi Prodi vedrà Rutelli con Marini e il coordinatore FTanceschini. E lunedì è previsto un vertice dei segretari di partito dell'Unione, che il Professore peraltro ha già sentito nel corso della giornata di ieri. Tutti lo inviatavano a trovare una soluzione non lacerante, e ad accettare la strada proposta dai Ds. I quali, contrari a un Ulivetto «con chi ci stava» e ancor più a una lista Prodi che avrebbe sottratto voti anche a loro stessi, hanno infine aderito all'idea originaria di Prodi di tenere le primarie. Tira il fiato Piero Fassino, che ha svolto fino all'ultimo un ruolo di instancabile mediatore, mentre D'Alema frenava deciso sulla lista. «Si vede la luce», dice infine il segretario, soddisfatto che la proposta prodiana delle primarie «ci fa uscire dalTimpasse». Ora «l'impegno di tutti si concentri sui problemi del paese». Soddisfatto anche D'Alema, che apprezza «l'ul- teriore gesto unitario» di Prodi e spera che il suo invito a evitare la scissione nella Margherita «ponga fine a una discussione piuttosto sgradevole, dimostrando che nessuno tramava per fare scissioni». Tutto risolto dunque? E' ancora presto per dirlo. Il dalemiano Pappino Caldarola, soddisfatto perché «si è superata la più grave crisi degli ultimi anni» dove una scissione della Margherita avrebbe portato forse a una analoga della Quercia, è abbastanza ottimista; «Dopo lo spavento che abbiamo provato tutti, è probabile che ciascuno si muoverà con più cautela». Sospeso è ancora il giudizio del mariniano Giuseppe Fioroni. «Vedo segnali positivi», osserva, sottolinenando anche la positività del ritrovato «asse fra Ds a Margherita, punto di forza dell'Ulivo e di sicurezza sia per prodi sia per la Federazione». Ma aggiunge di sentisri come San Tommaso; «Non credo se non vedo, anche se spero poi pentirmi cristianamente per non aver creduto senza aver visto». «Nella mia mente c'è l'Ulivo ma deve essere l'intera coalizione a decidere in quali tempi e modi deve essere realizzato» Il leader del centrosinistra Romano Prodi. Nella foto sotto il segretario dei Ds Piero Fassino

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