Ruini: macché vincitore, ho fatto solo il mìo dovere di Marco Tosatti

Ruini: macché vincitore, ho fatto solo il mìo dovere PER IL CAPO DEI VESCOVI ITALIANI IL RISULTATO «ESPRIME LA SAGGEZZA DEL POPOLO ITALIANO» Ruini: macché vincitore, ho fatto solo il mìo dovere «E' una favola: non vogliamo cambiare la legge sull'aborto» Marco Tosatti CIUÀ DEL VATICANO «Non mi sento un vincitore, non puntavo a vincere. Mi sento una persona che ha cercato di fare il proprio dovere di vescovo, e di ascoltare la mia coscienza di uomo, di cristiano, di cittadino». Ha l'aria stanca, il Presidente della Gei, il cardinale Camillo Ruini, nel giorno che ha segnato la vittoria della sua linea, ben oltre le speranze. Lo confessa alle televisioni, al Tg 1, al Tg5, a Sat 2000. «Non avevo fatto previsioni - risponde -. Comunque u risultato è andato al di là di quello che era presumibile». Ingerenze della Chiesa: «Seper laicità siintende estromissione delle religioni dalla sfera pubblica e civile, allora non possiamo essere d'accordo con il concetto di laicità. Se invece con laicità si intende libertà per tutti e quindi anche per la Chiesa come per chiunque altro, abbia qualcosa da proporre alla gente allora siamo pienamente per la laicità, e la laicità non corre alcun pericolo». E non corre alcun pericolo neanche la legge 194 (sull'aborto, ndr) gh è stato chiesto? «Nemmeno la legge 194. Non so chi si è inventato questa piccola favola di un nostro intervento programma¬ to contro la legge 194. Certamente siamo controraborto, ma non vogliamo modificare la legge. Auspicheremmo soltanto che nell'applicazione della legge si tenesse conto il più possibile dall'importanza di favorire levita». Tonitutt'altro che trionfalistici, 6 soprattutto nessuna apparente volontà di rivalsa, in una campagna referendaria che è stata condotta molte volte con una personalizzazione sconcertante verso il Presidente della Gei. H cardinale distribuisce i meriti della vittoria. «Credo che una prima riflessione da fare è questa: il popolo italiano è radicato in alcuni valorifondamentali, ne è consapevole, vuole conservarh per il presente e per il futuro, perché sa che sono valori importanti per la vita. E credo che di questo un po' tutti debbano rendersene conto, anche coloro che magari in questo periodo pensavano che questi valori appartengano soltanto al passato e siano contrari al vero progresso». Quelli che non sono andati a votare «hanno fatto anche una scelta di buon senso. Hanno mostrato di essere molto più maturi e ragionevoli di quello che tante volte vengono creduti)). Il risultato «esprime la saggezza del popolo italiano». Una battuta, però, il presidente della Gei la riserva a chi ha cercato di trovare divisioni nel mondo cattohco: «H mondo cattolico ha trovato sempre più le ragioni profonde della sua unità. E su queste tematiche che mettono in gioco l'uomo in quanto tale l'unità è diventata per tutti una necessità, qualcosa di evidente. C'è poi da dire che non soltanto i cattohci sono impegnati su questi fronte, ma anche tanti laici, tanti non credenti, che hanno combattuto la stessa battaglia con lo stesso animo, con la stessa convinzione. Proprio perché è in gioco l'uomo, che è un grandissimo valore per il credente, ma anche per ogni persona consapevole». Se il cardinale Ruini coerente con la linea tenuta sceghe toni che sembrano quasi eccessivamente privi di soddisfazione, al quartier generale del «Gomitato Scienza fr Vita» l'euforia è palpabile. Sono tutti laici, quelli dietro la scrivania a rispondere alle domande. Mimmo Delle Foglie, vicepresidente del Comitato, apre la conferenza stampa con la lettura dell'ammissione di sconfitta di Capezzone. Bruno Dallapiccola, scienziato genetista di fama mondiale sostiene che «la vittoria non compromette la ricerca scientifica. Ma biso¬ gna farla laddove l'Italia è più avanti, e cioè sulle cellule staminali adulte, sul corone ombelicale e sui feti abortiti spontaneamente. Comunque il popolo italiano ha dimostrato di aver capito». Paola Binetti, presidente del Comitato si ripaga di molti gionu amari. «Il 75 per cento? Speravamo in un dato alto, per chiudere la bocca a chi diceva che l'astensione è una scelta tattica. Invece è frutto di un pensiero pohtico, democratico ed etico». Le fa eco Edoardo Patriarca: «Adesso, dire che il 75 per cento degli italiani appartiene al mondo dei disimpegnati è una tesi ardua da mantenere». L'obiettivo, oltre ad alcuni politici, sono i giomah e la Tv, di cui si lamenta (d'ostracismo». «Si è voluto far credere che fosse una battaglia della gerarchia cattolica contro la società progredita. Non è vero, è una deformazione». Ma che interessi c'erano, dietro il referendum? Risponde Bruno Dallapiccola: «Trentamila cellule fecondate e congelate, bisogna moltiplicarle per 2500 euro ciascuna. E poi gli interessi di quelli che sperano di inventarsi qualche brevetto legato agli embrioni. E poi se pensiamo al numero dei centri in funzione in questo campo, capiamo che c'è un'anomalia di tipo economico». Il presidente della Gei cardinale Camillo Ruini

Persone citate: Bruno Dallapiccola, Camillo Ruini, Capezzone, Edoardo Patriarca, Mimmo Delle Foglie, Paola Binetti, Ruini

Luoghi citati: Italia