Adriano spegne la Roma di Fabio Vergnano

Adriano spegne la Roma COPPA ITALIA.PRIMA FINALE Al NERAZZURRI, MERCOLEDÌ' RITORNO A SAN SIRO Adriano spegne la Roma Due lampi e l'Inter se ne va Cassano occasione e palo in avvio ma il primo tiro dell'Imperatore cambia tutta la storia Fabio Vergnano Inviato a ROMA Anno 1978: scudetto alla Juve, Champions League al Liverpool, Fiorentina salva all'ultima giornata e Coppa Italia all'Inter. Tutto vero, tutto verificabile. Ventisette anni dopo la storia, può ripetersi. Ora manca soltan- ' to un tassello. Massimo Moratti prenda atto e faccia gli scongiuri se crede alla cabala. Il trofeo griffato Tim non sarà il non plus ultra per chi è partito con obiettivi più prestigiosi, ma insomma fare gli sberleffi in piazza Duomo al Milan perdente su tutti i fronti non sarebbe tanto male. C'è ancora la sfida di mercoledì di mezzo, ma intanto l'Inter si è portata avanti con il lavoro. La netta vittoria di ieri sera è più che un ipoteca sul trofeo che dalla bacheca di via Durini manca dal 1982. All'ultimo appello si sono presentate due squadre con il marchio del fallimento inciso sulla coscienza. Peggio la Roma dell' Inter, ma in certi casi è difficile sottilizzare. Così perfino la Coppa più snobbata riesce a regalare la sensazione di non aver vissuto una stagione inutile. Settanta mila cuori gialloros- si contro cinquemila sempresenti e turbolenti nerazzurri: scenario da partita di cartello all' Olimpico, squadre tirate a lucido anche se, soprattutto dal fronte interista, arrivano i lamenti per le assenze di Vieri e Veron. Brunetto Conti prima di togliere il disturbo avrebbe voluto il colpo di coda e ha provato a miracolare la squadra con l'apparizione di Maradona materializzatosi nella bolgia della vigilia. Andate e vincete il verbo di Dieguito. E le truppe giallorosse hanno provato a dare fondo a ogni residua risorsa per dimostrare che il futuro non è un tunnel senza uscita. Roma scatenata, anzi di più. Ma il fuoco si è spento in fretta, troppo in fretta. Venti minuti di dominio assoluto non sono bastati per lasciare un'impronta sulla partita dominata dall'Inter più squadra in tutto. Anche perchè Peter Pan Cassano ha rovinato tutto. Al l'ha avuto la palla-gol della vita e l'ha consegnata a Toldo sbagliando da posizione ultra favorevole. Poi al 7' ha ricevuto da Totti e ha deviato a colpo sicuro centrando il palo. Notte stregata, ma il passaggio da Roma a Rometta è stato talmente repentino da sorprendere perfino l'Inter. I nerazjautnUcbe avevano iniziato, con grande affanno, si sono trovati un poker servito, nel senso che la squadra di Conti si è afflosciata come un fiore senza acqua e ha consegnato campo e pallone ai manciniani. Così l'Inter ha preso in pugno la partita. Ha guadagnato ettari di prato comprimendo gli avversari grazie a una manovra che sfruttava bene le fasce e all'occorrenza le percussioni centrali. Una di queste azioni dritto per dritto ha esaltato le doti di Adriano al cui cospetto Ferrari ha fatto spesso la figura del principiante. Ma il primo gol interista è stata una chicca del brasiliano impossìbile da prevedere anche per Nostradamus. U gigante al 30' si si è fatto largo e da trenta metri ha battuto un Curci dormiente con un • sinistro micidiale dei suoi. Reazione romanista non pervenuta. Cassano senza nerbo, Totti in versione prematrimoniale più assente che utile. E la difesa un pianto. E proprio da un'ingenuità di Ferrari è nato il raddoppio al 36': punizione di Zè' Maria, capocciata vincente di Adriano. Due omaggi del principe del gol alla sua squadra che non potrà aiutare nel ritomo di mercoledì a causa della convocazione in Nazionale. Al 12' della ripresa Conti trovava il coraggio che non aveva avuto all'inizio. Fuori Virga, largo al tridente con Montella in più. Mossa tanto scontata, quanto inutile. La Roma aveva un naturale sussulto d'orgoglio, ma il cuore prevaleva sempre sulle idee secondo un leit motiv di tutta la stagione. E l'Inter non si faceva mai trovare impreparata: incassava e ripartiva. Fuori Martins e dentro Cruz, mentre Conti attingeva al settore giovanile con Greco e Scurto. Ma a tradire erano ancora i campioni. Al 38' Cassano colpiva fiacco di testa, pochi secondi dopo Montella mirava Toldo e lo centrava in pieno. Ora alla Roma non basterà neppure un miracolo. I giallorossi scatenati solo per venti minuti Totti in versione prematrimoniale più assente che utile pegne la Roma mpi r va o tiro ore a

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