Una tragedia a lieto fine ma con troppi misteri di Domenico Quirico

Una tragedia a lieto fine ma con troppi misteri LA LUNGA DETENZIONE SAREBBE LEGATA A UN MANCATO PAGAMENTO NEL SEQUESTRO CHESNOT-MALBRUNOT Una tragedia a lieto fine ma con troppi misteri I giornalisti romeni sequestrati avevano detto di averla incontrata Ora però la reporter di Liberation nega di averli mai visti. Perché? retroscena Domenico Quirico corrispondente da PARIGI PRIMO aprile, Baghdad. «L hotel degh ostaggi» è già affollato quando Marie-Jeanne lon, giornalista della rete televisiva romena «Realieta», appena rapita con due connazionali, entra bendata, sospinta dai suoi carcerieri, in uno e i sotterranei dove la banda dei sequestratori custodisce il tesoro. Li hanno catturati alla periferia della capitale dove li aveva condotti, per un servizio esclusivo, la guida, Mohamed Munaf. La prigione custodisce già una dozzina di «ospiti»; uomini armati «dall'aria professionale», si muovono tranquilli e indaffarati come se attorno non ci fosse una città setacciata dagli americani e dalla nuova pohzia irachena. I prigionieri sono iracheni, uomini e donne, alcune giovani. Sono commercianti, uomini di affari e loro familiari, ricchi o con fama di esserlo, la banca a cui la guerriglia irachena attinge i fondi. Sono rapiti di cui nessuno dà notizia, per cui non si può tremare o mobilitarsi. I familiari non commettono mai l'errore di annunciare il sequestro, sanno che le bande dei rapitori sono collegate alla vecchia e alla nuova pohzia, che sanno tutto. Pagano, se possono, e in qualche settimana la vicenda è chiusa. Vivi o morti. Il racconto di Marie-Jeanne è preciso. La donna , accucciata per terra, bendata, è una occidentale, smagrita da una prigionia che sembra già lunga. E' l'ostaggio che la Francia cerca ormai da tre mesi, il cui ritratto presidia le piazze di tutto il mondo, Florence Aubenas. Le due donne parlano aggirando il divieto dei carcerieri, si confidano, tremano, sperano insieme. Cinquanta in- terminabili giorni di dolore condiviso. La prigionia è dura, anche se non ci sono violenze, il caldo intollerabile, il cibo cattivo, ma alle prigioniere è consentito di muoversi almeno una volta al giorno. Florence racconta alla compagna che non è sempre stato così, che ha passato momenti terribili, in cui ha temuto per la vita. A quel periodo appartiene la video cassetta che ha straziato la Francia. Di quella disperazione non c'è più traccia. E' lei, Florence, a cui la prigionia interminabile sembra aver instillato una forza straordinaria, un indomabile coraggio che tiene alto il morale della sua compagna, che la costringe a sperare. E' questa «forza fantastica» che soccorre MarieJeanne che ha paura di.essere abbandonata dal suo paese, di morire. Il ventidue maggio, invece. Marie Jeanne vede per l'ultima volta la sua compagna. E' libera con i due compagni. Anche la liberazione di Florence è iniziata quel giorno. Perchè i tre ostaggi romeni servono per confermare ai servizi francesi che i contatti che hanno stabilito con i rapitori sono quelli giusti, Florence è viva. Per tre giorni i tre scompaiono, interrogati dai Servizi; poi la conferenza stampa è un elenco di silenzi: «Non possiamo dare dettagli, non voghamo mettere in pericolo la vita di altri ostaggi, un nostro errore può essere fatale». Il presidente Badescu conferma indirettamente: «Non siamo i soli a essere coinvolti in questo vicenda». Nulla filtra sul riscatto pagato. Solo un altro giallo che serva a depistare, a agitare le acque. A organizzare il rapimento sareb- he stata la guida, Munaf, biografia sfuggente, una moghe romena, affari misteriosi nel!' industria. Chi sono «i professionisti» che gestiscono l'hotel degli ostaggi? Manodopera dei sequestri, si direbbe, una «mafia» che lavora talvolta su contratto di misteriosi registi e appaltatori, talora in proprio. Lo lascia intuire l'ex ministro degh esteri Bamier che ha guidato l'operazione Aubenas fino al penultimo capitolo, quando la caduta del governo gh ha rubato la soddisfazione del successo: «Non sappiamo in verità chi sono» Uomini delle ex milizie e delle polizie di Saddam che lavorano per finanziare la guerriglia ma anche per riempirsi le tasche, certo. Banditi e terroristi a seconda delle necessità. Quindici milioni di dollari chiesti (e pagati?) per la Aube¬ nas sono però un riscatto molto, troppo alto. Il caso Aubenas resta indecifrabile: troppo lungo, strano per la mancanza di rivendicazioni, vere o finte. La spiegazione sarebbe nascosta in un altro sequestro di francesi, Chesnot e Malbrunot, liberati dopo centoventiquattro giorni di prigionia, questa rivendicata da una «Armata islamica» che pretendeva da Parigi il ritiro della legge sul velo. Rapimento su cui veleggiano ancora fitti misteri, a dispetto di un libro, reticente, scritto dai due protagonisti. Il rapimento di Florence non sarebbe che il seguito dell'altro, la vendetta per patti non rispettati. La Francia ha pagato per riavere i due giornalisti: ma non abbastanza; o non quanto i mediatori avevano concordato o fatto sperare. La Aubenas serviva per riavere il bottino mancato, per saldare i conti: ecco i carattere «anomalo», le «ragioni diverse» del sequestro che il governo ha spesso, misteriosamente, evocato per non rispondere a molte domande. L'uomo che ha fatto liberare la Aubenas , non a caso, è Pierre Brochand. Il capo della DOSE (Direction generale pour la sècuritè extérieure) ha riportato a casa anche Malbrunot e Chesnot e conosceva tutte le pieghe del vecchio sequestro. E' lui che ha trattato con «il regista», il mediatore, forse il capo della operazione. L'uomo che nell'hotel degh ostaggi ha girato tutte le video cassette, almeno sette forse più, che Parigi ha ricevuto in questi mesi. Solo quella drammatica di febbraio, e per decisione dei rapitori, è stata resa pubblica. L'ultima è arrivata la settimana scorsa. La prova finale. Sei^ge July il direttore di Liberation, dopo una riunione a Matignon , può annunciare che «i contatti sono finalmente stabilizzati», che si può davvero sperare. Sabato Florence esce dalla prigione. E smentisce di aver incontrato Marie Jeanne lon e i suoi compagni. Perchè? La Aubenas, appena atterrata a Parigi, abbraccia la madre Jacqueline. A sinistra il padre Benoit e a destra il presidente Jacques Chirac. Nella foto a destra Christian Cesnot

Luoghi citati: Baghdad, Francia, Parigi