Florence regala alla Francia il suo sorriso

Florence regala alla Francia il suo sorriso E' APPARSA SERENA, SOLTANTO LA MAGREZZA TRADIVA LA SUA ODISSEA Florence regala alla Francia il suo sorriso La Aubenas, rilasciata dopo 157 giorni, accolta da Chirac a Parigi dal corrispondente da PARIGI Eccolo il sorriso che la Francia aspettava, invocava, sognava da 157 giorni. Florence Aubenas, l'inviata di Liberation e la sua guida hachena Hussein, rapiti a Baghdad a gennaio sono liberi. Finalmente. Ieri sera un Falcon Iha riportata a casa, sulla pista dello scalo militare di Villacoublay, vicino a Parigi. Ritorno sconcertante, sorprendente: è scesa agile e svelta dalla scaletta, si è fatta incontro al presidente Chirac che l'attendeva, lo ha abbracciato, senza un filo di emozione. Sembrava arrivata da uno dei suoi reportage, un ritomo come tanti, solo la magrezza accentuata ne denunciava la odissea interminabile. Poi ha salutato, sempre con gesti calmi, i genitori e i fratelli, anche loro composti, dignitosi. Difficile credere che questa donna è stata prigioniera per 157 giorni di scagnozzi misteriosi e feroci, che è stata chiusa in un sotteraneo, accucciata, legata, gh occhi bendati per la maggior parte del tempo; che è la stessa donna apparsa stremata e piangente in una videocasetta di tre mesi fa. Si sapeva che era forte, che è abituata a raccontare vicende terribili. Ma ha stupito egualmente. Se c'è stato, il momento deUe emozioni lo hanno ben nascosto nella sala d'onore dell'aeroporto, dove le telecamere non sono state ammesse da un cerimoniale meticoloso e prudente. Come le autorità francesi significativamente discrete. Lei, sempre svelta e sorridente, è uscita dopo pochi minuti per affrontare i microfoni. Ha ringraziato ((tutti coloro che con la loro mobilitazione hanno permesso che fossi qui». Ha scherzato: «Non so perchè ma mi sento bene»; ha parlato fugacemente di una detenzione «dura». E ha regalato un episodio: un giorno i rapitori vedendola depressa, le hanno consentito di Riardere la televisione «e si sa che a tv rialza il morale»: «Ho soUevato la benda che mi copriva gh occhi, c'era una presentatrice del telegiornale francese e sotto di lei una scritta con due nomi florence e hussein e un numero 140. Che bello ho pensato, un segno buono, solo dopo ho capito che parlavano di me e che 140 erano i giorni della mia prigionia». Poi un altro giallo, l'ennesimo di questa vicenda. Da ore le radio e le tv riportavano le rivelazioni dei tre giornalisti romeni liberati in Iraq il 22 maggio: siamo stati prigionieri con Florence per un mese, nello stesso covo, ci ha sostenuti con la sua forza straordinaria. Le chiedono una conferma: Florence per la prima volta smarrisce il sorriso, esita a lungo, poi smentisce. Si affianca il direttore di Liberation Serge July, le sussurra qualcosa, Florence saluta dando appuntamento a una conferenza stampa domani. Misteri. Le autorità ieri sono state discrete, molto discrete. E' libera infatti da sabato pomeriggio. Ma solo ieri mattina la notizia è stata diffusa dal governo. Si è atteso che l'aereo militare venuta a prelevarla decollasse da Baghdad. Sulle circostanze della liberazione e il luogo poco si sa: «una operazione complessa», lunga, a ottanta chilometri dalla capitale dove i rapitori l'avevano portata per non lasciare tracce. «Non è stato pagato alcun riscatto» ha doverosamente precisato il portavoce del governo. Inevitabile. La verità se l'è fatta sfuggire sabato Robert Mènard, segretario di Reporters sans frontières quando ha rivelato che il primo riscatto chiesto dai rapitori era di quindici milioni di dollari e che la fine positiva della vicenda era vicina. Anche le ore dopo la liberazione sono state complicate, drammatiche: con l'aeroporto di Baghdad chiuso per una tempesta di sabbia. L'ex ostaggio ha passato la notte all'ambasciata nel segreto assoluto, senza poter comunicare neppure con la famiglia. Con lei c'era Hussein Hanoun l'ex pilota della caccia di Saddam che ha condiviso la sua prigionia. Quando l'aereo di Florence è finalmente decollato lui è tornato a casa dove la aspettavano la moglie e i quattro bambini. L'aereo di Florence ha fatto scalo a Cipro, il tempo per trasferirsi su quello dove la aspettava il ministro degh Esteri Douste-Blazy. Un viaggio che è servito quasi certamente per concertare la versione ufficiale che verrà fornita domani. Ieri era la giornata dei sorrisi, della gioia. Di Chirac, comparso in mattinata in tv una volta tanto non per commentare brutte notizie. E quello dolce intenso di una madre coraggio che in questi mesi ha dato nel dolore una prova esemplare di dignità: «Non esiste nel vocabolario francese una parola per dire cosa ho provato quando ho saputo che mia figlia era libera», [d. q.l Ha scherzato: «Non so perché ma mi sento bene» e poi ha abbracciato il presidente Per il governo non è stato pagato riscatto Reporters sans frontières «Ai rapitori 15 milioni» li sorriso di Florence Aubenas all'aeroporto di Villacoublay

Persone citate: Aubenas, Chirac, Falcon, Florence Aubenas, Hussein Hanoun, Robert Mènard, Serge July