Il fronte cattolico soddisfatto, ma tace di Marco Tosatti

Il fronte cattolico soddisfatto, ma tace LA CONFERENZA EPISCOPALE: «DA MOLTI ANNI NON SI REGISTRAVA UNA SIMILE COMPATTEZZA NEL MONDO ECCLESIALE» Il fronte cattolico soddisfatto, ma tace Solo Baget Bozzo si sbilancia: «Un Te Deum? Perché no» Marco Tosatti CIHA DEL VATICANO Don Gianni Baget Bozzo non esclude l'ipotesi: «Un Te Deum? Potrebbe essere un'idea e ci penserò. Ovviamente dipende dal voto, ma se non si raggiungerà il quorum non vedo perché non ringraziare in preghiera». E anche Paola Binetti, Presidente del «Comitato Scienza S- Vita» lo giudica possibile: «Un Te Deum? Perché no risponde sorridendo - se raggiungiamo il risultato che speriamo, sicuramente il Padre etemo ci avrà dato una grande mano e sarà giusto ringraziarlo». Ma poi frena: «Siamo soddisfatti dì come stanno andando le cose, ma non cantiamo vittoria, non c'è certezza assoluta fino a domani pomeriggio. La prudenza è sempre necessaria». Sono dichiarazioni del primo pomeriggio di domenica. Poi i dati dell'affluenza alle urne cominciano a salire, e scatta la consegna del silenzio. Da quel momento in silenzio, totale silenzio, il fronte cattolico dell'astensione fa le sue previsioni: e a urne ancora aperte, con tutta la mattina di oggi utile per votare, spara una cifra: 33 per cento. Una cifra simbolica, una rivincita vent'anni e passa dopo: perché proprio con il 33 per cento furono sconfitti coloro che cercarono di far abrogare nel 1981 la legge 194 sull'aborto. La consegna del silenzio è così totale che neanche l'europarlamentare Carlo Casini, protagonista di quella battagha sfortunata, ha aperto bocca; e Dio sa, ammettono i suoi amici, se la voglia c'era, eccome. Il silenzio lo romperà la Conferenza Episcopale Italiana oggi pomeriggio, a bocce ferme, quando le previsioni di ieri sera saranno, se lo saranno, confermate. Il caso vuole che oggi si riunisca per la prima volta il nuovo Consiglio di Presidenza dei vescovi, quello uscito dall'Assemblea di maggio. Il Presidente Camillo Ruini, personalmente; o una dichiarazione collettiva, impersonale sarà il commento all'esito della battaglia. Si escludono toni trionfalistici, o polemici. D'altronde anche nei giorni scorsi, dopo l'ultima dichiarazione (giovedì pomerig- gio) del cardinale Ruini è stata scelta la linea del basso profilo. Ai vescovi, e di conseguenza anche ai circa venticinquemila parroci è stato consighato di tralasciare l'argomento «referendum» nelle omelie domenicali; e infatti se ne è parlato solo all'interno di quel manipolo - ima trentina circa - di sacerdoti pubbhcamente contrari all'astensione, e che avevano sottoscritto l'appello lanciato dall'agenzia cattohca «Adiste». Una linea di moderazione, nei toni, che a quanto pare si vuole continuare a seguire nei prossimi giorni. Anche perché, si Fa notare, la soddisfazione per il fallimento del referendum non deve far dimenticare che la legge 40 è considerata un «male minore». Secondo la dottrina cattohca non è ammessa, se non a condizioni molto particolari, neanche la fecondazione omologa. La legge 40 però aveva agli occhi dei vescovi, il vantaggio di jporre fine all'assenza totale di ogni norma in quel campo, e di accogliere in linea di massima il principio che anche l'embrione ha diritto a ima tutela. Da un punto di vista intemo alla Chiesa, la probabile sconfitta del fronte abrogazionista rappresenta una vittoria personale del Vicario del Papa per la città di Roma, il cardinale Camillo Ruini. Vittoria che certamente rafforza, in termini di prestigio, e di autorevolezza la sua posizione, in un momento molto delicato: Benedetto XVI non è ancora Pontefice da due mesi, e il suo Vicario gli offre un successo ragguardevole, in un campo che a Papa Ratzinger sta molto a cuore. La possibile vittoria ricompensa il cardinale Ruini di alcune amarezze. Il Segretario generale della Gei, monsi¬ gnor Giuseppe Betori, si era lamentato degli attacchi personali condotti contro il Presidente della Gei da una grande quotidiano italiano, sottolineando la moderazione di toni usata dalla Chiesa (ma non da tutti gli alfieri dell'astensione). E in effetti, in occasione delle battaglie referendarie sul divorzio e sull'aborto gli episodi di dissenso furono, puniti in maniera molto più severa: sospensioni a diviniè, e altre forme di castigo. In questi giorni il termine più forte usato dai vertici della Gei (monsignor Betori stesso) è stato quello di «perplessità» verso i cattolici che andavano a votare; ma ha aggiunto: «Qui ci fermiamo. Nessun giudizio». Ma l'atmosfera interna alla Chiesa era, allora, molto diversa. E questo è un altro elemento che alla Conferenza Episcopale sottolineano con grande soddisfazione. «Tutte le associazioni di laici si sono mosse salvo qualche frangia con molta consapevolezza e autonomia. Sono molti anni che non si registra ima simile compattezza all'interno del mondo ecclesiale». Si pensa che i votanti saranno il 3307o: la stessa percentuale con cui furono sconfitti coloro che cercarono di far abrogare nell'ai la legge sull'aborto Papa Benedetto XVI affiancato dal cardinale Camillo Ruini

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