Il dialogo e la laicità, alternative alla paura

Il dialogo e la laicità, alternative alla paura Il dialogo e la laicità, alternative alla paura Lelio Demlchells A paura. Paura del buio, i da piccoli. Ma anche il | «piacere» d'avere pauLn^ra. Paura e paranoia. Paura che paralizza o che fa reagire. Paura come «disciplina», perché se la società vive nella paura è più facile controllarla, disciplinarla. Paura come «ombra della libertà», diceva Ivan Illich, perché la libertà presuppone qualche rischio, ma di questa ombra abbiamo paura, pronti a rinunciare alla libertà pur di (nell'illusione di) non avere paura. Oggi viviamo in un mondo di paura/e: questo ci dice il «senso comune» o il «luogo comune» dominante (e disciplinante). Colpa dell'I! settembre? Ma perché la paura, in un mondo che sembra denso di divertimento facile? E perché un attentato a New York fa più paura di un attentato in Nigeria? Schizofrenia, disattenzione dei media, disinteresse (o strategia) del potere? Di quale potere? Oggi la paura è a sua volta un potere, ma occulto, un semi-Stato che non ha confini fisici, che non sventola bandiere, che è inafferrabile, dice Wole Soyinka, nigeriano, premio Nobel per la letteratura nel 1986, in un suo saggio affilato, disturbante (per i nostri luoghi comuni). Clima di paura, tratto dalle Reith Lectures tenute da Soyinka per Ebe radio 4 lo scorso anno. Drammaturgo, poeta, romanziere, docente di letteratura nelle università inglesi, Soyinka ha sempre affiancato allo scrivere un intenso impegno a difesa dei diritti civili subendo per questo anche la prigione e una condanna a morte in contumacia dalla dittatura nigeriana di Sani Abacha. Non un sociologo, ma uno scrittore, che parla di potere, di società, di dignità, di paure di ieri e di oggi. La paura dello Stato totalitario «è semplice da definire», scrive Soyinka, non altrettanto quella del semi-Stato della paura, «entità sfuggente che copre virtualmente l'intera gamma delle ideologie e delle religioni». E' questo semi-Stato, oggi, a creare la paura più grande, «che rischia di trasformarsi in nevrosi nel momento in cui lo Stato di diritto» - la democrazia liberale dell'Occidente - «contraddicendo in qualche modo se stesso, si serve proprio del semi-Stato per portare avanti i propri affari... negando al proprio alleato segreto qualsiasi riconoscimento formale, ma al tempo stesso rafforzandolo». Quasi una replica dell'eterno, infinito conflitto tra libertà e potere. Ma cos'è il potere? Ad ogni livello, il potere «elimina la libertà e la sostituisce con la paura», distruggendo nell'umiliazione quella dignità della persona «che è l'altra faccia della libertà». Cos'è dunque il potere? «Il potere è, paradossalmente, la palude primordiale della paura», scrive Soyinka. Paura e «retorica della paura», come quel «monologo ammaliatore composto da sole quattro parole - armi di distruzione di massa» che ci ha preparati alla guerra all'Iraq, ma anche dimostrazione di quanto la retorica possa accecare la mente. Retorica e isteria, isteria e retorica. «E purtroppo - scrive Soyinka è nell'ambito rehgioso che U fenomeno dell'isteria retorica assume l'aspetto più devastante. L'eirore, ovviamente, non è della religione, ma nei fanatici di ogni religione. Il fanatismo continua ad essere il principale veicolo di diffusione delle spore della paura e la retorica religiosa si sta trasformando nella più accessibile arma letale dei nostri tempi». n fanatismo religioso, dunque (e non solo islamico): ma questo «non discolpa la madre - l'ideologia secolare o l'indottrinamento religioso dagli errori del figlio». Servirebbe dialogo, non chiusura; apertura, scrive Soyinka, non muri che dividono, ieri a Berlino, oggi in Palestina. «Il mondo sarebbe naturalmente uno spazio in cui confrontarsi in modo più agevole se solo la religione si mantenesse nei domini dello spirituale... quello rehgioso è un ordine che resta incapace di trattenersi entro un ambito privato che non si traduca in potere sugli altri». Ancora il potere. E la paura. Meglio forse la laicità : come stile di pensiero aperto, come modo di vita intrinsecamente dialogante e tollerante, meglio persino il laicismo, dice Soyinka. Ma il laicismo e la laicità sono oggi merci rare. Il Nobel Wole Soyinka denuncia una «retorica del potere» che alimenta il fanatismo religioso, «l'arma letale» dei nostri tempi Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura nel 1986 Wole Soyinka Clima di paura frac/, di Andrea Bajani e Mariapaola Pierini Codice Edizioni.pp. 92, 675 SAGGIO

Luoghi citati: Berlino, Iraq, New York, Nigeria, Palestina