Aosta assediata, via alle aree speciali di Enrico Martinet

Aosta assediata, via alle aree speciali Aosta assediata, via alle aree speciali I camionisti: dobbiamo lavorare, perché non raddoppiano i tunnel? Enrico Martinet AOSTA Dieci minuti prima delle 21 Silvano Merci, capo della Protezione Civile in Valle d'Aosta, tira un sospiro di sollievo: «E' andata». Il mercoledì dell'assedio dei camion volge al tennine. E l'annunciato caos è stato contenuto, nonostante il blocco ambientalista sul versante francese del Bianco, nonostante un incidente sull'autostrada Piacenza-Torino che ha frenato i Tir, rilanciandoli verso le Alpi dopo le 11. «Ma d saranno altri mercoledì», dice ancora Meroi. La giornata di ieri non si era annunciata bene con qualche camionista impaziente, con scarpe che volavano dai finestrini nelle aree di controllo e con gh agenti della Polstrada impegnati anche a riportare la calma. Sui due tratti autostradah valdostani e sulla statale 26 i Tir hanno viaggiato per tutta la giornata in colonne frazionate. I due «polmoni)) alla porta orientale della città hanno funzionato. Quello dell'area di controllo di pesi e ingombri dei camion e il piazzale sterrato alla testata dell'ae¬ roporto. Ma qui l'ingresso è stato rifatto: formava un gomito con il raccordo autostradale, che con il passare delle ore diventava un tappo. Due ruspe hanno creato ciò che non c'era, una via d'accesso rettilinea sotto un viadotto, mentre le autobotti dei vigili del fuoco sparavano acqua per evitare nuvole di polvere in una giornata di sole aggressivo. Almeno 10 volte i due «polmoni)) si sono riempiti e svuotati. E alle 18,30 Meroi ha dovuto fare ciò che sperava di evitare. Il suo annuncio telegrafico: (Attivato piano di emergenza viabilità». Il blocco paventato perché al Bianco non si poteva più passare. Pronti altri piazzali nelle aree dell'ex autoporto e mezzo chilometro più a Ovest, in un piazzale che può accogliere 120 Tir. Le pattuglie delle forze dell'ordine nei punti nevralgici e quelle della Polstrada a percorrere e ripercorrere le autostrade. Alla barriera Est di Aosta si sono formate code per quattro chilometri e mezzo. Tornava l'impazienza dei camionisti. Uno di loro grida improperi contro il ministro Lunardi: «Perché non apre a tutti il Monceni- sio? Siamo qui ad abbrustolire». Arrivare ad Aosta vuol dire per gli autisti aspettare anche due ore prima di avere il via libera. Nell'area di controllo sul versante francese, a Passy, il tempo d'attesa è di mezz'ora. Poi il blocco, con code che superano i 10 chilometri. Sulla rampa che da Courmayeur sale al traforo del Bianco la coda non va mai oltre i due chilometri. Le auto hanno corsie preferenziali. Per loro il viaggio è solo più lento. Nel tardo pomeriggio, quando scatta l'emergenza viabilità, il traffico scorre verso Torino. Due autisti francesi, fermi alle porte di Aosta dopo un viaggio cominciato martedì all'alba a Calais, ricordano i roghi di Bianco e Fréjus: «Così è dura lavorare, ci stiamo noi là dentro. Dovrebbero raddoppiarli i tunnel. Il Bianco fa paura quanto è stretto. Poi ci sono i blocchi le proteste. Capiamo la gente, ma noi lavoriamo e da qualche parte dobbiamo pur passare. Tutte le volte che succede un incidente invocano la ferrovia. Certo, ma chi la paga? Mettere merci sui vagoni costa una follia, tre volte di più che sui camion. E non siamo forse noi a mantenere le autostrade?». Quando mancano pochi minuti alle 20, il piano di emergenza rientra. Il tunnel del Bianco è riaperto ai camion e le colonne dei Tir possono risalire la Valle d'Aosta. Un'ora in più e sarebbero cominciate le code in autostrada con le aree piene. Oggi e domani il traffico dovrebbe calare. La preoccupazione riguarda la diminuzione dei camionisti che scelgono vie alternative al Bianco. Lunedì erano in mille (sui 3 mila che transitavano al Fréjus) a non aver imboccato la strada del Bianco, ieri erano scesi a 800. Oggi il presidente della Regione Carlo Perrin sarà a Roma con i due parlamentari eletti in Valle (il deputato Ivo Colle e il senatore Augusto Rollandin) per incontrare il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi. Gli porteranno il documento approvato dal Consiglio regionale. La risoluzione impegna Perrin ad assicurare che pur nell'emergenza venga garantito il rispetto del tetto massimo dei transiti, cioè il 5007o dei Tir che passavano al Bianco prima del rogo del '99. Significa non più di mille. Ma martedì il governo ha deciso una deroga.