«Non ricordo il volto del boss»
«Non ricordo il volto del boss» PROVENZANO A MARSIGLIA «Non ricordo il volto del boss» Lirlo Abbate MARSIGLIA Il viaggio della speranza di Bernardo Provenzano, due anni fa si, è concluso a circa tre chilometri ad Est di Marsiglia, su una collinetta che domina la valle del Huveaune. E' la clinica «La Casamance», una struttura sanitaria fra le più note in Provenza, che per la prima volta si scopre alle cronache e rivela il suo volto, rimasto nascosto finora ai magistrati della Dda di Palermo che sono in Francia per una rogatoria sulla latitanza del boss ricercato da 42 anni. Il padrino corleonese è stato ricoverato al primo piano dell'edificio, dove ci sono 70 posti e le camere, ben arredate, hanno uno o due letti. Il reparto in cui è stato operato Provenzano è diretto dal professore Philippe Bamaud e ha due medici specialisti, i dottori Breton e Bonin. Tutti e tre, ieri, sono stati interrogati dal procuratore di Palermo, Pietro Grasso, e dal pm della Dda, Michele Prestipino, che lavorano a Marsiglia insieme con i colleghi francesi per una rogatoria che proseguirà fino a venerdì. Attraverso la testimonianza dei medici e degli infermieri che due anni fa «hanno messo le mani» sul boss si spera di scoprire eventuali favoreggiatori che Provenzano potrebbe avere avuto a Marsiglia, dove è arrivato prima nel luglio e poi a fine settembre 2003, per poi essere ricoverato ad ottobre. Un viaggio fatto prima su un camion e poi in auto, attraversando tutta l'Italia. Adesso si cerca di individuare chi può aver dato assistenza in Francia al capomafia. Gh interrogatori sono stati condotti dal giudice istruttore. E oltre ai dati inseriti nella cartella clinica in cui si attesta che l'uomo ha una cicatrice sul collo per una precedente operazione chirurgia ed è alto 168 centimetri per un peso di 65 chili, gh inquirenti italiani hanno individuato qualche altro dettaglio che può rivelarsi prezioso. Questi dati potrebbero servire anche ai magistrati e ai poliziotti francesi per avviare inchieste parallele. All'ingresso della clinica i giornalisti mostrano alle infermiere l'identikit del capomafia, ma nessuna lo riconosce. Dicono che «dopo due anni è difficile ricordare il volto di un anziano», perché in questa struttura sono numerose le persone che si operano di prostata e ne arrivano a migliaia ogni anno da tutta Europa. E' dello stesso avviso Daniel Gautier, direttore amministrativo de «La Casamance». «L'identikit - afferma - non mi ricorda alcun paziente ricoverato nella nostra clinica, perché da noi solo per gh interventi alla prostata passano 2500 persone all' anno». «Comprendo - prosegue l'interesse per lui, ma, dovendo rispondere ad una rogatoria, le mie informazioni devono riguardare solo la magistratura e la polizia. Ogni anno siamo chiamati a rispondere ad una media di dieci rogatorie o richieste di informazioni da parte degh investigatori che in gran parte provengono dall'Italia». Il direttore amministrativo spiega che per accettare un paziente la clinica non richiede agli stranieri alcun documento di identità. Gh agenti della polizia dello Sco non hanno quindi potuto sequestrare alcuna foto. «Gh stranieri - spiega Gautier - arrivano con un modulo dell'azienda sanitaria a cui appartengono e per noi quel foglio garantisce l'identità. Ci sono casi, invece, in cui gh stranieri vengono qui senza prescrizione medica e in questo caso pagano anticipatamente gh interventi. Escludiamo quindi di avere la foto o un documento di questo ricercato».
Persone citate: Bernardo Provenzano, Bonin, Breton, Daniel Gautier, Gautier, Michele Prestipino, Philippe Bamaud, Pietro Grasso, Provenzano
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