Il Papa: liberate nostra sorella Clementina di Marco Tosatti

Il Papa: liberate nostra sorella Clementina «UNISCO LA MIA VOCE A QUELLA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA» Il Papa: liberate nostra sorella Clementina Ieri rivolto ai rapitori il primo appello del nuovo pontificato Marco Tosatti Città del Vaticano Liberate Clementina: Benedetto XVI ha rivolto ieri un appello accorato - il primo, nel suo «regno» - ai rapitori della volontaria italiana tenuta prigioniera in Afghanistan. La folla - straordinariamente numerosainPiazzaSan Ketro - ha applaudito a lungo Papa Ratzinger mentre pronunciava le parole a favore della giovane itahana di «Care International». «Volgendo il pensiero ad un altro teatro di tensioni e di scontri ha detto il Pontefice - unisco la mia voce a quella del presidente della Repubblica itahana, del presidente dell'Afghanistan e dei popoh itahano ed afghano per chiedere la liberazione della volontaria itahana Clementina Cantoni. La dolorosa esperienza che questa nostra sorella sta vivendo sia di stimolo a ricercare con ogni mezzo la pacifica e fraterna intesa tra gh individui e le nazioni». E' una lunga tradizione quella che vede i pontefici, portatori di un'autorità morale universalmente riconosciuta, farsi protagonisti di richieste di clemenza, sia verso gh stati (meno clamorose e note, ma forse anche più frequenti, le mosse per ottenere clemenza nei confronti di condannati a morte) sia verso gruppi pohtici e/o criminah. E' rimasto famoso, nel 1978 l'appello di Paolo VI; quando il Papa chiese «in ginocchio» agli «uomini delle Brigate rosse» il rilascio «senza condizioni» di Aldo Moro. Una tradizione che Giovanni Paolo H ha proseguito, molte volte, e nei primi due decenni di pontificato le sue parole riguardarono spesso l'Italia. Erano gh anni in cui l'industria dei sequestri fioriva, nel nostro Paese. La sequela comincia con il mistero di Emanuela Orlandi, la figlia di un dipendente del Vaticano, misteriosamente scomparsa nel 1983 e mai più trovata. Il Pontefice chiese che fosse lasciata libera, senza esito. Fu ancora Giovanni Paolo n a chiedere la liberazione di Farouk Kassam il 19 gennaio 1992, e quella di Silvia Melis il 2 marzo 1997. Nello stesso giorno, il 2 marzo 1997, Wojtyla fece un accenno anche a un'altra vittima innocente, la piccola Angela Celentano, la bimba che sparì nell'agosto del 1996 sul monte Faito. Quella non fu l'unica occasione in cui il Pontefice polacco chiese contestualmente la liberazione di piùpersone. Era il 2 gennaio '94 quando Wojtyla lanciò un appello affinché venissero rilasciate dai rapitori nove vittime di sequestri: Andrea CorteUezzi, Mirella Silocchi, Vincenzo Medici, Pasquale Malgeri, Giancarlo Conocchiella, Domenico Nicitra e lo zio Francesco Nicitra, Adolfo Cartisano, Paolo Ruiu. Un impegno che non si è fermato nemmeno nella fase finale del suo pontificato. La guerra in Iraq naturalmente è stata al centro delle preoccupazioni di Karol Wojtyla, e il 29 aprile 2004 parlando «in nome dell'unico Dio, che tutti ci giudicherà», chiese la liberazione di Salvatore Stefio, Umberto Cupertino e Maurizio Agliana, liberati 18 giugno successivo. Dopo solo pochi mesi, è l'S settembre 2004, il Papa tornò a pregare per Simona Torretta e Simona Pari, le due volontarie rapite a Baghdad e che furono liberate insie¬ me dopo venti giorni di prigionia. Mapersino le ultime settimane di vita di Giovanni Paolo n lo hanno visto spendersi per ottenere la liberazione di prigionieri innocenti. Il 13 febbraio scorso, dalla finestra del suo studio, nel Palazzo Apostohco era la prima apparizione dopo il ricovero al Policlinico Gemelli - chiese con forza la liberazione della giornalista del «Manifesto» Giuliana Sgrena. L'ultimo appello per i sequestrati in Colombia e per Ingrid Betancourt, senatrice dei «Verdi» nel Parlamento colombiano e candidata di opposizione alla presidenza, rapita nel 2002 dai guerrigheri delle «Fare», Papa Wojtyla lo fece il il 23 febbraio 2005: poco più di un mese prima della sua scomparsa. La madre di Clementina Cantoni Benedetto XVI ieri ha celebrato l'Angelus in Piazza San Pietro davanti a una grande folla

Luoghi citati: Afghanistan, Baghdad, Colombia, Iraq, Italia, Repubblica Italiana