Crichton e Crutzen sfida sull'ambiente

Crichton e Crutzen sfida sull'ambiente | DUE VISIONI DEL MONDO A CONFRONTO Crichton e Crutzen sfida sull'ambiente IL CELEBRE SCRITTORE IN UN ROMANZO NEGA LA CRISI ECOLOGICA DEL PIANETA IL PREMIO NOBEL PER LA CHIMICA, INVECE, IN UN SUO LIBRO LANCIA L'ALLARME Gianfranco Bologna (*) # ULTIMO romanzo di Michael Crichton, "Stato di paura", usci■h to in questi giorni in itabano edito da Garzanti, cerca di dare ulteriore spazio agb "eco-negazionisti", cioè a coloro che negano o, nel migbore dei casi, cercano di minimizzare i risultati che sin qui sono stati prodotti dalle scienze ambientab, in particolare le scienze del sistema Terra (Earth System Science, cioè le discipline che cercano di mettere insieme ricerche suU'atmosfera - la sfera dell'aria -, sull'idrosfera - la sfera deU'acqua -, sulla criosfera - la sfera del ghiaccio -, sulla biosfera - la sfera deUa suolo - e suba biosfera - la sfera deUa vita -, considerate come insiemi che interagiscono dinamicamente). La visione di Crichton cerca di negare quanto la conoscenza scientifica intemazionale ha sinora raggiunto in merito al ruolo dell'intervento umano nei fenomeni globali in corso sul nostro pianeta, dei quab il cambiamento cimatico e certamente uno dei più significativi. E' evidente che tale atteggiamento favorisce la politica dell' inazione, del cosidetto "Business As Usuai" (fare come se niente fosse). E' singolare lo spazio che i media dedicano al romanzo di Crichton e alle sue personab opinioni sulla scienza del clima, proprio nel momento in cui l'editore Mondadori ha pubblicato il libro di Paul Crutzen, grande studioso di Earth System Science e noto premio Nobel per la Chimica 1995 per i suoi studi sulla correlazione tra l'uso dei CFC (clorofluorocarburi) da noi prodotti e l'assottigliamento della fascia di . ozono nella stratosfera, dal tito-. lo "Benvenuti nell'Antropocene". Il libro di Crutzen riassume molto bene quanto la conoscenza scientifica ad oggi documenti l'eccezionale molo che la specie umana ha avuto, in particolare dalla Rivoluzione industriale ad oggi, nel modificare e nello stravolgere interi ambienti naturali, nonché le stesse dinamiche evolutive dei sistemi naturali, la ricchezza della biodiversita, i grandi cicb biogeochimici (soprattutto quelli del carbonio, con significative evidenze relativamente alle modificazioni climatiche, e dell'azoto), il ciclo dell'acqua, immettendo inoltre migliaia di sostanze chimiche di sintesi che la natura ha difficoltà a metabolizzare e producendo scarti e rifiuti scaricati nell' aria, nell'acqua e nel suolo. La comunità scientifica intemazionale ormai paragona il ruolo umano rispetto alla Terra a quello di un agente geologico. Ed è la prima volta che una singola specie ha questa capacità e la svolge in periodi di tempo estremamente brevi ri¬ spetto ai tempi geologici. Non a caso lo stesso Paul Crutzen ha proposto di definire Antropocene il periodo dell'era geologica Quaternaria che stiamo attraversando facendolo iniziare intomo alla fine del Settecento, avvio della Rivoluzione industriale, a indicare quanto questi due secoli abbiano visto il nostro pianeta profondamente modificato dall'intervento dell'uomo. Queste infatti sono le conclusioni sin qui raggiunte, dopo anni di complesse ricerche, dai maggiori programmi intemazionali scientifici sui temi del cambiamento globale naturale e di quello dovuto all'intervento umano. Sono ricerche realizzate nell'ambito dell'Intematio- nal Geosphere Biophere Programme (IGBP), dell'Intemational Programme on Human Dimensions of Global Environmental Change (IHDP), del World Climate Research Programme (WCRP) e dell'Intemational Programme on Biodiversity Science (Diversitas), programmi intemazionali che dal 2001 sono riuniti nell'Earth System Science Partnership (http :ZZwww.ess-p.org). Apatrocinarli è la maggiore organizzazione scientifica planetaria, l'Intemational Council for Science (ICSU) (http://www.icsu.org). Il problema che si pone oggi è come far sì che una popolazione umana di 6,3 miliardi di abitanti (l'ultima previsione per il 2050 è di 9,1 miliardi secondo l'autorevole "Population Prospect 2004" delle Nazioni Unite) possa resistere a cambiamenti climatici in grado di modificare la possibibta di svolgere, ad esempio, le attività agricole e persino la stessa abitabilità di molte aree del pianeta. Già oggi due miliardi di persone vivono in zone aride. Il "Millennium Ecosystem Assessment", un rapporto sullo stato di salute degli ecosistemi della Terra e sulla loro probabile evoluzione futura, frutto di quattro anni di lavoro di alcuni tra i maggiori scienziati che si occupano di questi problemi, ci documenta che, con l'attuale trend di modificazione ambientale, la capacità dei sistemi naturali di continuare a fornire servizi essenziali al benessere umano diventa sempre più critica (httpV/www.millenniumassessment.org). Il nostro intervento, specie per quanto riguarda l'uso dei combustibili fossib e la modificazione dell'utilizzo dei suoli e la deforestazione, sta provocando modificazioni nel ciclo del carbonio. Sappiamo ormai bene che l'aumento di anidride carbonica provoca un incremento dell'effetto serra naturale che, a sua volta, modifica l'energetica del sistema climatico, creando scompensi negli equilibri dinamici del sistema climatico. Questi sono ormai dati assodati dalla comunità scientifica intemazionale. E' evidente che, per quanto riguarda le previsioni, nessuno possiede la sfera di cristallo. Si cerca quindi di utilizzare i più potenti supercomputer (oggi capaci di 70.000 miliardi di calcoli al secondo: si veda, ad esempio, l'Earth Simulator Center in Giappone) per simulare le interazioni delle tante variabili in gioco. In un quadro complessivo di questo tipo è incredibile pensare che non debba essere al primo posto dell'agenda politica intemazionale il tema dei cambiamenti globali che abbiamo indotto nel sistema Terra, proprio per cercare di farvi fronte verificando tutte le azioni possibili per invertire la rotta. Cambiamenti climatici con modificazioni della temperatura media terrestre di qualche grado non si sono mai verificati con una popolazione umana di oltre 6 miliardi, con oltre 2 miliardi di persone che vivono con meno di due dollari al giorno, con aree intensamente abitate, con sistemi agricoli come quelli attualmente presenti sul pianeta. L'uso strumentale della conoscenza scientifica o peggio ancora la sua negazione, non fa bene a nessuno. Eppure assistiamo ad una recrudescenza di questo fenomeno che, purtroppo, serve solo a confondere l'opinione pubblica e a bloccare la nostra capacità di azione. (*) Direttore scientifico e culturale del WWF Italia FORTE CONSUMO DI RISERVE FOSSILI, DEFORESTAZIONE, CONCENTRAZIONE DI ENORMI MASSE UMANE NELLE MEGALOPOLI, RISORSE VICINE ALL'ESAURIMENTO E DISUGUAGLIANZE SOCIALI CE' UN PARTITO DI ECO-NEGAZIONISTI CHE TENDE A SMINUIRE IL PESO E1LSIGNIFICATO DELLE RICERCHE SULLE FERITE CHE ABBIAMO INFERTO ALLA TERRA Paul Crutzen, premio Nobel nel 1995 peri suoi studi sui mutamenti subiti dalla atmsofera terrestre in seguito alle attività dell'uomo, ha appena pubblicato un breve saggio divulgativo che riassume i risultati raggiuti dalle ricerche piùrecenti in tema di ambiente Michael Crichton, autore del romanzo «Stato di paura», con il suo racconto dà credito a coloro che contestano i dati allarmanti chela maggior parte degli ecologi riporta sullo stato del nostro pianeta - J'i ^v:^ -"^y :-:"*.'.?iÌ- ■'■/:' sm®* 'lìMimm^fvÈi mm m ■ m "■■■■■'■- t-t ■■ ■ ■;-" -;- && - . ^^?f ^!*^^t :.-v-!-?.à'':':^V'"'^I^S •S ■"'■- t .'H mm^m-^'Mm '■.'■y-k''ìè-'t*' la-^M F^sS^^.WJcr.'■''" ' r-ì! ■:-K:?k 1 *- "^ é r^:*' - ■•■-a '■:'~*^x\- .■,.• i La foresta amazzonica: è diventata un simbolo della distruzione dell'ambiente su scala planetaria

Luoghi citati: Confronto Crichton, Giappone, Wwf Italia