Nemo in fondo al mare andrà a caccia di neutrini

Nemo in fondo al mare andrà a caccia di neutrini | PRIMO TEST AL LARGO DELLA SICILIA Nemo in fondo al mare andrà a caccia di neutrini E' UNO SPECIALE TELESCOPIO PER OSSERVARE QUESTE PARTICELLE PROVENIENTI DALLO SPAZIO. CE' ANCHE UN INTERESSE GEOFISICO Luigi Prestinenza : NCOMINCIA a diventare concreto U progetto fanta' scientifico del telescopio a neutrini sul fondo del Mediterraneo. Quando fu annunciato, un paio d'anni fa, che si voleva creare una struttura di grandi dimensioni (un chilometro cubo) nei più profondi abissi marini del "Mare Nostrum", questo sembrava più un sogno aUa Jules Veme che un piano concretamente realizzabUe: viceversa il sogno è uscito daUe nebbie, U progetto è vicino a realizzarsi e U 4 maggio, nell'aula magna del Laboratorio nazionale del Sud a Catania, due presidenti, Enzo Boschi per l'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Roberto Petronzìo per 1INFN, hanno dato l'annuncio che alcuni importanti passi preliminari sono compiuti. Il primo con la reabzzazione di un prototipo del grande telescopio venticinque chilometri al largo deUa costa catanese e di una stazione sottomarina di osservazione geofisica e ambientale, collegati al medesimo cavo elettro-ottico calato nel gennaio scorso daUa posacavi "Pertinacia" a duemUa metri di profondità; il secondo con l'instaUazione di una versione in scala ridotta del grande recettore, da collocare a forte profondità, più di cento chilometri al largo della punta sudorientale deUa Sicilia, capo Passero, per coUegarla con un edificio ristrutturato a Portopalo, che servirà come base per le prime ricerche specifiche. Sono i primi passi verso la reabzzazione di "Nemo", il telescopio per osservare i neutrini provenienti daUo spazio che sarà frutto di un'impresa internazionale aUa quale sono interessate fortemente, oltre aU'Itaba, Francia e Grecia: i francesi vorrebbero farselo il largo della Provenza, i greci neUa "fossa" mediterranea di Creta. Ma, oggettivamente, ha fatto notare il fisico catanese Emilio Migneco, direttore del progetto "Nemo", le migbori condizioni ambientali sarebbero per U sito individuato cento chilometri a sudest della Siciba: acque più limpide, mare più profondo, correnti marine meno forti e minore luminescenza causata dalla presenza di microrganismi in sospensione neUe acque. L'area individuata è inoltre, di grande interesse perchè a cavaUo deUa zona di frizione fra le due zoUe terrestri, europea e africana, che provoca frequenti terremoti di forte intensità (magnitudo 7 Richter) e può dare origine a onde anomale come U catastrofico "tsunami" registrato per Santo Stefano neU'oceano Indiano, onde che in passato hanno più volte spazzato le coste orientali sicibane e queUe meridionali deUa Calabria, ultimo esempio U maremoto seguito nel 1908 al sisma che spianò Messina e Reggio Calabria, completandone l'opera distruttiva. Ora, la rete sismologica mondiale è concentrata sulle terre emerse, mentre i sette decimi della Terra sono coperti dalle acque: è tempo dunque di estenderla aUe profondità marine più interessanti, come queste al largo deUa Siciba e in prossimità del grande edificio vulcanico dell'Etna. Tutto ciò spiega H diretto coinvolgimento dei geofisici e vulcanologi suUe strade di "Nemo", fermo restando che le ricerche sui neutrini di più alta energia, queste elusive particelle quasi prive di massa e di carica elettrica e che attraversano senza trovare ostacoli l'intero schermo deUa Terra, conducono a un campo d'indagine quasi inesplorato e importantissimo per studiare le particeUe che provengono dai nuclei "attivi" delle galassie o daUe paurose esplosioni note come "gamma ray bursts" che qua e là si verificano nel cosmo, per fortuna a cospicua distanza dal nostro pianeta. E' per questa caccia ai neutrini ad alta energia che bisogna disporre di un rivelatore di grandi dimensioni, piazzato sul fondo del mare, dove arriva il flusso dì particelle che ha prima attraversato l'intera massa della Terra. Sarà questa a fare da schermo, moltipbcando le possibibtà di catturare le tracce lasciate daU'impatto dei neutrini, raccolte in un ambiente protetto come possono essere le viscere di una montagna o nel nostro caso gb abissi marini. A questo scopo, "Nemo" sarà dotato di cinquendla rivelatori ottici, disposti su un'ottantina di gigantesche "torri" sottomarine: le tracce raccolte saranno trasmesse a terra per mezzo di cavi di fibre ottiche di ultima generazione. Sarà la prima di queste torri ad essere posata sul fondo marino.Un progetto di grande impegno, ai cui costi dovrà partecipare l'Europa (vengono calcolati in 100 miboni dì euro) ma perfettamente reahzzabUe con la tecnologia d'oggi; un progetto nei cui passi preliminari sono già impegnati una sessantina di ricercatori di tutta Itaba. L'apparato sperimentale Borexino, realizzato sotto il Gran Sasso per osservare i neutrini del Sole. «Nemo», in fondo al mare, sarà molto più sensibile

Luoghi citati: Calabria, Catania, Francia, Grecia, Messina, Reggio Calabria, Sicilia