Calamandrei intimo tra amore e nebbie

Calamandrei intimo tra amore e nebbie Calamandrei intimo tra amore e nebbie Brano Quaranta UNA storia d'amore, e, per barlumi, un lessico famigliare, appena socchiuso al mondo (gli studi, la rituale visita al Distretto militare, la campagna elettorale di un mazziniano). Un giornale intimo, il filo - l'intimità - che suggerisce l'accostamento a una parabola germinata di lì a poco, eppure in tempi lontanissimi, conclusa la Grande Guerra. Eguali i nomi di chi coltivò le due esemplari vicende, a simboleggiare nitide affinità. Il dialogo epistolare fra Piero Calamandrei, giurista (fra i padri della Costituzione) e scrittore, e Ada Cocci, sua futura moglie, richiama alla memoria il carteggio fra Piero e Ada Gobetti, Nella tua breve esistenza (dove, in più, a risaltare è una intensa, pubblica testimonianza di pohtica e cultura). La formazione di una ((vita nova», sotto la Mole e a Firenze (e nella Toscana mater), un dantesco afflato riecheggiante in entrambi i cammini: «...io spero di dicer di lei quello che mai non fu detto d'alcuna». Perché, soprattutto in Ada con gli occhi stellanti, il canzoniere in prosa di Piero Calamandrei (a cura di Silvia Calamandrei, la nipote), è il cuore di lui a svelarsi (di Ada una sola lettera, spedita - a proposito da Torino, 6 gennaio 1911: «Piero mio carissimo, armo scorso a quest'ora, sono quasi le dieci, mi avviavo per i lung'anii a S. Croce dove tu mi aspettavi per ascoltare con me la S. Messa...»). Dal 1908 al 1915 si dispiega la tela di Calamandrei. Dagli auguri a Ada che sta per compiere gli anni alla vigilia della Grande Guerra. Piero vi parteciperà come volontario (dal 12 agosto 1915 al giugno 1919, si sposerà il 10 dicembre 1916, nel 1917 avrà l'unico fighe. Franco). Con sé, nello zaino - rivela la nipote - L'Incendiario di Palazzeschi e I colloqui di Gozzano, il Bel Guido che risuona nella prima lettera («...un amico vecchio. Parlar di vecchiezza a vent'anni...»: come non riandare al «giovenile errore», «Venticinqu'annil Medito il prodigio 7 biblico... guardo il sole che declina Z già lentamente sul mio cielo grigio»?). Quale Palazzeschi, quale Gozzano rintoccano in Ada con gli occhi stellanti'! I poeti di «E lasciatemi divertire!» e di - il verso ponte tra La via del rifugio e I colloqui - «Ma lasciatemi sognare!». Da intendersi (Palazzeschi offrì lui stesso un'interpretazione in tal senso) come un desiderio (un imperativo) speciale: provare e riprovare, fino a conquistare un personale, limpidissimo timbro. Ada con gli occhi stellanti è, insieme, l'officina dove si forgia un amore (Ada è uno specchio esigente: «...qualche volta un oscuro senso di indipendenza e di libertà sì desta in te»); dove si delinea uno scrittore (toccherà il culmine in Inventario della casa di campagna, come bussola la lezione di Pancrazi: «Ci insegnava che in arte l'incrinatura estetica deriva quasi sempre da un'incrinatura morale»); dove esordisce il futuro giurista princeps (da procuratore a avvocato, al perfezionamento nello studio di Giuseppe Chiovenda, il ((maggiore» di procedura civile, in seguito ottenendo la cattedra universitaria). Di luogo in luogo. Ada con gli occhi stellanti è fra l'altro un «sommario» dei microcosmi di Calamandrei (che morirà improvvisamente nel '56, nel '45 aveva fondato la rivista «n Ponte», tra libertà e giustizia). La natia Firenze, in primis, la gighata città di Vamba (collaborò al «Giornalino della Domenica») narrata con la tenerezza che si nutre verso una memoria lontana: «Firenze, domenica sera, s'era quasi nascosta in un velo di nebbiolina rosea dal quale emer-gevan solo le torri e la Cupola, e appariva laggiù, verso l'Indiano, il luccicchio dell'Amo...». E Torino, dove Ada, avanti di essere trasferita come maestra a Prato, opera come educatrice a Villa della Regina, nell'Istituto delle Fighe dei Militari, «coteste sfarzose vie torinesi che ti potrebbero far dimenticare le più modeste vie fiorentine», Torino la città dell'appassionato biografo di Piero, Alessandro Galante Garrone. E Montepulciano (rieccoci in Toscana), la casa avita dell'Inventario, accudita e dipinta (sarà anche pittore) con sensibilità macchiaiola. Montepulciano, rifugio delle ore liete e tristi. Ma Calamandrei dovrà, nella stagione della Resistenza, per sfuggire ai nazifascisti, cercare asilo in uno sperduto borgo umbro, Colcello (o Collicello). Gozzano da tempo è una voce impagliata. E' Montale a orientare nella bufera della primavera hitleriana, laggiù, nell'amatissima Firenze: ((Da poco sul corso è passato a volo un messo infernale Z tra un alala di scherani...». «Ada con gli occhi stellanti»: le lettere (1908-1915) . alla futura moglie del grande giurista, un padre della Costituzione Piero Calamandrei con la moglie Ada Cocci negli Aifni Venti Piero Calamandrei Ada con gli occhi stellanti Sellerio pp. 315, GII C A R T E G G