Caro Marion, voglio che tu reciti «On the Road»

Caro Marion, voglio che tu reciti «On the Road» ALL'ASTA UNA LETTERA INEDITA DI JACK KEROUAC A BRANDO, PERCHE FACESSE UN FILM DALLA BIBBIA DELLA BEAT GENERATION Caro Marion, voglio che tu reciti «On the Road» Fabio Sindici ..Z"' ARO Marion, sto pregan'^ v^ do perché tu compri Sulla strada e ne faccia un film». Parte con l'acceleratore schiacciato, Jack Kerouac, in una lettera della fine del 1957, indirizzata a Marion Brando. Niente preamboh. Da divo a divo. Vuole che Brando interpreti Dean Moriarty, nel libro, l'eroe delle corse notturne in macchina da costa a costa, delle albe nei motel di Denver e Des Moines, dalla guida fluida come quella di un angelo deU'autostrada. Non solo. Propone a Brando di recitare al suo fianco. Nel '57, Kerouac ha appena pubblicato On the road, romanzo di formazione per americani inquieti e libro di fondazione del movimento Beat. Il primo successo commerciale, che finalmente porta il benessere economico allo scrittore canadese, che a New York faceva la spola tra gb appartamenti di amici al Village e le stanze economiche del Chelsea Hotel. I sotterranei, il suo terzo bbro, era in stampa. E si parla di diritti cinematografici per Sulla strada. Brando, a Hollywood, è già una star consobdata. Ha preso il suo primo oscar come migbor attore per Fronte del porto, nel '54, e prima ha ricevuto tre nomination consecutive alla statuetta. Ha girato Un tram chiamato desiderio e II selvaggio. Se Marion è l'incarnazione del giovane ribelle al cinema. Jack lo è diventato subito nella letteratura. La lettera, inedita, è stata ritrovata tra le proprietà dell'attore, morto lo scorso lugbo a 80 anni. Andrà prima in mostra a Los Angeles, nella galleria di Christie's, dal 7 al 10 giugno, e poi, il 30, verrà messa all'asta a New York, in una grande vendita in cui compare anche una sceneggiatura del Padrino, annotata da Brando. Kerouac sul film ha le idee chiare. Scrive all'attore: «Non preoccuparti della struttura, so come comprimere e riadattare la trama, dandogli la perfetta struttura per un film». Lo scrit- tore pensa di riassumere i numerosi vagabondaggi del libro, in «un solo grande viaggio da New York a Denver a Prisco, poi nel Messico, e da lì a New Orleans e di nuovo a New York». Ha le immagini già nella retina: «Visualizzo le meravigbose riprese che si potrebbero fare con la macchina da presa nel sedile anteriore deU'auto, mostrando la strada (giorno e notte) che si srotola nel parabrezza...». La lettera è densa di dettagb sube idee di Kerouac sul cinema, sui suoi futuri progetti letterari e di viaggio. E sull'amico Neal Cassady, compagno di viaggi coast-tocoast e di esperimenti letterari, che sube pagine di On the road diventa Dean Moriarty, maestro di vita nomade e di libertà inarrestabib. «Vorrei che facessi tu la sua parte, perché Dean (come sai) non è un vagabondo drogato, ma un irlandese davvero intelligente (in effetti, del tipo gesuita). Tu interpreti Dean e io avrei il ruolo di Sai [Sai Paradise, l'alter ego di Kerouac nel libro, ndr], e ti mostrerò come Dean si muove nella vita reale. Potremmo andare a fargU visita a Prisco, oppure farlo venire a L. A., è ancora un gatto frenetico, ma in questi giorni si è sistemato con la sua ultima mogbe e di notte recita le preghiere insieme ai suoi bambi¬ ni». NeUa vita reale, Cassady tornerà aUe fughe in macchina, lo ritroviamo in altri libri di Kerouac, sotto altri nomi, e perfino in un racconto di Charles Bukowski. Marion non rispose mai a Jack. E lo scrittore si sentì snobbato, secondo il suo biografo Gerald Nicosia. Kerouac ammirava Brando, e Gore Vidal, nelle sue memorie, scrive che, negb anni '50, si vestiva come il personaggio di Un tram chiamato desiderio. Sulla strada non diventò mai un film, l'agente di Kerouac rifiutò l'offerta di 100 mila dollari deUa Warner Bros, giocando al rialzo. Ma senza successo. Oggi i diritti cinematografici \ appartengono a Francis Ford Coppola, e una sceneggiatura dello scrittore Russell Banks è già pronta, la parte di Dean, proposta a Brando, dovrebbe andare a Brad Pitt. Altri tempi, altre icone. Kerouac ammirava i registi francesi degh anni '30. Comunque a Brando, lui scriveva: «Profetizzo che questo sarà l'inizio di qualcosa di grande». Jack Kerouac